Descrizione

Centro montano, di probabili origini medievali, che accanto alle tradizionali attività agricole e a una modesta presenza industriale sta sviluppando il turismo. I saracenari, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra numerose case sparse e la località Zoccalia. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.827 metri del monte Caramolo; l’area Montagna di Masistro è in contestazione con Morano Calabro. L’abitato, circondato da boschi di faggi e castagni, mostra una notevole espansione edilizia; situato su un rilievo dominante una gola, ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca l’immagine di una donna, parzialmente coperta da un manto azzurro, che impugna, con una mano, uno stiletto d’argento.

Centro montano, di probabili origini medievali, che accanto alle tradizionali attività agricole e a una modesta presenza industriale sta sviluppando il turismo. I saracenari, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra numerose case sparse e la località Zoccalia. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.827 metri del monte Caramolo; l’area Montagna di Masistro è in contestazione con Morano Calabro. L’abitato, circondato da boschi di faggi e castagni, mostra una notevole espansione edilizia; situato su un rilievo dominante una gola, ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca l’immagine di una donna, parzialmente coperta da un manto azzurro, che impugna, con una mano, uno stiletto d’argento.

Storia

Pare sia stata fondata dai saraceni sulle rovine dell’antica Sestio. Il toponimo, attestato nel XIV secolo nella forma Saracene, deriva dall’etnico SARACENUS. Pertinenza del principato di Bisignano, ne condivise le sorti, venendo assegnata, nella prima metà del Seicento, alla nobile famiglia dei Pescara, che furono insigniti del titolo ducale. Nel XVIII secolo, divenne baronia dei principi Spinelli di Scalea, i quali ne conservarono il possesso fino al crollo del sistema feudale, decretato dalle riforme napoleoniche. Riconosciuta comune e compresa nel cantone di Castrovillari, ai tempi della Repubblica Partenopea, col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu dapprima inclusa, come università, nel cosiddetto governo di Lungro e poi trasferita nel circondario castrovillarese. Tornata ai Borboni, all’indomani del congresso di Vienna, partecipò attivamente alle lotte risorgimentali. La storia post-unitaria si confonde con quella del resto della penisola. Tra le testimonianze storico-architettoniche figurano: la parrocchiale di San Leone, di origini duecentesche ma in seguito rimaneggiata, in cui si possono ammirare pregevoli opere d’arte; la chiesa di Santa Maria del Gamio, di fondazione bizantina, e i resti del castello medievale, risalente al XIII secolo.

Pare sia stata fondata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=SARACENI'>saraceni</a> sulle rovine dell’antica Sestio. Il toponimo, attestato nel XIV secolo nella forma Saracene, deriva dall’etnico SARACENUS. Pertinenza del principato di Bisignano, ne condivise le sorti, venendo assegnata, nella prima metà del Seicento, alla nobile famiglia dei Pescara, che furono insigniti del titolo ducale. Nel XVIII secolo, divenne baronia dei principi Spinelli di Scalea, i quali ne conservarono il possesso fino al crollo del sistema feudale, decretato dalle riforme napoleoniche. Riconosciuta comune e compresa nel cantone di Castrovillari, ai tempi della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=REPUBBLICAPARTENOPEA'>Repubblica Partenopea</a>, col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu dapprima inclusa, come università, nel cosiddetto governo di Lungro e poi trasferita nel circondario castrovillarese. Tornata ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=BORBONI'>Borboni</a>, all’indomani del congresso di Vienna, partecipò attivamente alle lotte risorgimentali. La storia post-unitaria si confonde con quella del resto della penisola. Tra le testimonianze storico-architettoniche figurano: la parrocchiale di San Leone, di origini duecentesche ma in seguito rimaneggiata, in cui si possono ammirare pregevoli opere d’arte; la chiesa di Santa Maria del Gamio, di fondazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=BIZANTINA'>bizantina</a>, e i resti del castello medievale, risalente al XIII secolo.

Economia

È sede di Pro Loco nonché dei carabinieri e del corpo forestale. L’agricoltura si basa sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olive, uva, agrumi e altra frutta; si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile, dell’abbigliamento, della fabbricazione della plastica, della gioielleria e oreficeria. Artigiani locali si dedicano alla lavorazione delle pelli. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si segnalano centri per anziani e per i giovani, nonché varie associazioni di volotariato. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca comunale con annessa pinacoteca, ricca di opere di artisti contemporanei. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico e quello di guardia medica.

È sede di Pro Loco nonché dei carabinieri e del corpo forestale. L’agricoltura si basa sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olive, uva, agrumi e altra frutta; si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile, dell’abbigliamento, della fabbricazione della plastica, della gioielleria e oreficeria. Artigiani locali si dedicano alla lavorazione delle pelli. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si segnalano centri per anziani e per i giovani, nonché varie associazioni di volotariato. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca comunale con annessa pinacoteca, ricca di opere di artisti contemporanei. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico e quello di guardia medica.

Relazioni

Meta di un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare interessanti escursioni naturalistiche, praticare lo sci di fondo in valle Novacco e gustare i semplici ma genuini prodotti del luogo, tra cui l’olio e il vino: rinomato è il moscato. Abbastanza frequentata pure per lavoro, intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per i servizi non forniti sul posto. Tra gli appuntamenti tradizionali con il folclore locale meritano di essere citati: la “festa di Perciavutta”, il 7 e 8 dicembre; “l’estate saracenara” e la rassegna “viviamo il centro storico”, ad agosto. La festa del Patrono, San Leone, detta anche dei “fucarazzi”, si celebra il 20 febbraio; altri festeggiamenti in onore del Santo ricadono la seconda domenica di agosto per gli emigranti. È patria di Antonio Prioli, sacerdote condannato per causa politica a sette anni di ferri e di Stanislao Lamenza, garibaldino caduto alle porte di Palermo.

Meta di un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare interessanti escursioni naturalistiche, praticare lo sci di fondo in valle Novacco e gustare i semplici ma genuini prodotti del luogo, tra cui l’olio e il vino: rinomato è il moscato. Abbastanza frequentata pure per lavoro, intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per i servizi non forniti sul posto. Tra gli appuntamenti tradizionali con il folclore locale meritano di essere citati: la “festa di Perciavutta”, il 7 e 8 dicembre; “l’estate saracenara” e la rassegna “viviamo il centro storico”, ad agosto. La festa del Patrono, San Leone, detta anche dei “fucarazzi”, si celebra il 20 febbraio; altri festeggiamenti in onore del Santo ricadono la seconda domenica di agosto per gli emigranti. È patria di Antonio Prioli, sacerdote condannato per causa politica a sette anni di ferri e di Stanislao Lamenza, garibaldino caduto alle porte di Palermo.

Località

Montagna di Masistro, Monte Caramolo, Zoccalia

Montagna di Masistro, Monte Caramolo, Zoccalia

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Saracena rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.