Descrizione

Comune di pianura, di antica origine, che ha affiancato alle tradizionali attività agricole un modesto sviluppo industriale. La comunità dei sanstefanesi presenta un indice di vecchiaia di poco superiore alla media e si distribuisce, oltre che nel capoluogo comunale, nelle località di Franca-San Rocco (ormai contigua a Corno Giovine), Chiavicone, Filolungo, Resmina e Valmezzano; poche decine di abitanti risiedono in località Regona, isola amministrativa tra i comuni di Corno Giovine, Caselle Landi e Piacenza (Emilia-Romagna). Il comune sta attraversando una fase di espansione edilizia. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche insignificanti; questa caratteristica si riflette sull'andamento plano-altimetrico del centro abitato, che è pianeggiante. Lo stemma municipale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, un bue d'oro fermo e legato ad un melo con frutti rossi radicata sulla verde campagna.

Comune di pianura, di antica origine, che ha affiancato alle tradizionali attività agricole un modesto sviluppo industriale. La comunità dei sanstefanesi presenta un indice di vecchiaia di poco superiore alla media e si distribuisce, oltre che nel capoluogo comunale, nelle località di Franca-San Rocco (ormai contigua a Corno Giovine), Chiavicone, Filolungo, Resmina e Valmezzano; poche decine di abitanti risiedono in località Regona, isola amministrativa tra i comuni di Corno Giovine, Caselle Landi e Piacenza (Emilia-Romagna). Il comune sta attraversando una fase di espansione edilizia. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche insignificanti; questa caratteristica si riflette sull'andamento plano-altimetrico del centro abitato, che è pianeggiante. Lo stemma municipale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, un bue d'oro fermo e legato ad un melo con frutti rossi radicata sulla verde campagna.

Storia

Sorta anticamente quale porto fluviale sul Po, esisteva già nel I secolo d.C., secondo le cronache locali, che ricordano la presenza di una chiesa sorta su un antico tempio di Apollo. Il toponimo si è evoluto dall'originario Villa Franca in Santo Stefano al Corno (in probabile riferimento ai vicini comuni di Corno Giovine e Cornovecchio) fino ad assumere, nel 1916, la forma attuale. La storia locale è legata all'abbazia di Santo Stefano al Corno, fondata all'inizio dell'undicesimo secolo e oggi scomparsa, sulla cui esatta ubicazione originaria sussistono dubbi. L'abbazia, soppressa nella seconda metà del Settecento, vide succedersi ai benedettini (che vi restarono fino al XIII secolo) i cistercensi e successivamente, in veste di commendatari, i Trivulzio, cui fecero seguito il cardinale Carlo Borromeo, la famiglia romana dei Borghese con il cardinale Scipione, le famiglie genovesi Donghi e Doria e i milanesi Castelli. Il complesso, dismesso dai cistercensi, fu venduto all'asta alla fine del XVIII secolo. Nel panorama delle opere architettoniche spicca la parrocchiale settecentesca (in stile tardobarocco), dedicata alla Madonna Assunta; dell'antica e florida abbazia, dopo il suo smembramento, non restano invece che poche tracce, appena riconoscibili.

Sorta anticamente quale porto fluviale sul <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=PO'>Po</a>, esisteva già nel I secolo d.C., secondo le cronache locali, che ricordano la presenza di una chiesa sorta su un antico tempio di Apollo. Il toponimo si è evoluto dall'originario Villa Franca in Santo Stefano al Corno (in probabile riferimento ai vicini comuni di Corno Giovine e Cornovecchio) fino ad assumere, nel 1916, la forma attuale. La storia locale è legata all'abbazia di Santo Stefano al Corno, fondata all'inizio dell'undicesimo secolo e oggi scomparsa, sulla cui esatta ubicazione originaria sussistono dubbi. L'abbazia, soppressa nella seconda metà del Settecento, vide succedersi ai benedettini (che vi restarono fino al XIII secolo) i cistercensi e successivamente, in veste di commendatari, i Trivulzio, cui fecero seguito il cardinale <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=CARLOBORROMEO'>Carlo Borromeo</a>, la famiglia romana dei Borghese con il cardinale Scipione, le famiglie genovesi Donghi e Doria e i milanesi Castelli. Il complesso, dismesso dai cistercensi, fu venduto all'asta alla fine del XVIII secolo. Nel panorama delle opere architettoniche spicca la parrocchiale settecentesca (in stile tardobarocco), dedicata alla Madonna Assunta; dell'antica e florida abbazia, dopo il suo smembramento, non restano invece che poche tracce, appena riconoscibili.

Economia

Non ospita altri uffici di rilievo oltre a quelli destinati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali; per l'assenza di una stazione dei carabinieri le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all'occorrenza, affidate al primo cittadino. L'agricoltura rappresenta ancora la voce principale del sistema produttivo ed economico locale: si coltivano cereali e foraggi e si pratica l'allevamento di avicoli, bovini e suini. L'industria è rappresentata dal comparto metallurgico e dall'edilizia ma il suo sviluppo non è tale da modificare la vocazione economica dei sanstefanesi e le aziende assumono dimensioni e tipologia organizzativa proprie dell'artigianato. Il terziario si compone della rete distributiva, commisurata alle dimensioni della comunità; tra le attività di servizio figurano il credito e l'intermediazione monetaria nonché la consulenza informatica, indici di uno sviluppo economico non disprezzabile. Più modesta l'offerta di servizi pubblici su cui la popolazione può contare: non vi sono strutture sociali di particolare rilievo e quelle scolastiche, limitate alle sole classi elementari, costringono i più giovani ad un precoce pendolarismo; l'arricchimento e la conservazione del patrimonio culturale sono affidati al servizio di biblioteca mentre non vi sono altre strutture culturali quali musei, pinacoteche o gallerie. Non si registra la presenza di emittenti radiofoniche o televisive private, né di giornali o periodici locali; le strutture ricettive offrono la sola ristorazione. Le strutture sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

Non ospita altri uffici di rilievo oltre a quelli destinati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali; per l'assenza di una stazione dei carabinieri le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all'occorrenza, affidate al primo cittadino. L'agricoltura rappresenta ancora la voce principale del sistema produttivo ed economico locale: si coltivano cereali e foraggi e si pratica l'allevamento di avicoli, bovini e suini. L'industria è rappresentata dal comparto metallurgico e dall'edilizia ma il suo sviluppo non è tale da modificare la vocazione economica dei sanstefanesi e le aziende assumono dimensioni e tipologia organizzativa proprie dell'artigianato. Il terziario si compone della rete distributiva, commisurata alle dimensioni della comunità; tra le attività di servizio figurano il credito e l'intermediazione monetaria nonché la consulenza informatica, indici di uno sviluppo economico non disprezzabile. Più modesta l'offerta di servizi pubblici su cui la popolazione può contare: non vi sono strutture sociali di particolare rilievo e quelle scolastiche, limitate alle sole classi elementari, costringono i più giovani ad un precoce pendolarismo; l'arricchimento e la conservazione del patrimonio culturale sono affidati al servizio di biblioteca mentre non vi sono altre strutture culturali quali musei, pinacoteche o gallerie. Non si registra la presenza di emittenti radiofoniche o televisive private, né di giornali o periodici locali; le strutture ricettive offrono la sola ristorazione. Le strutture sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Condivide con altri centri del lodigiano la vocazione per l'agricoltura e l'impronta rurale; la presenza del maggiore fiume italiano non ne fa certo meta di turismo. Il sistema viario, troppo lontano per caratterizzare i ritmi di vita e l'atmosfera di questo comune, è tuttavia abbastanza a portata di mano da rendere meno gravosa la necessità degli spostamenti quotidiani. Ai centri vicini è infatti indispensabile rivolgersi per completare l'istruzione obbligatoria, per accedere ai servizi non disponibili sul posto e per lavorare nelle aziende industriali. Non si registra l'organizzazione di eventi di rilievo, tesi alla valorizzazione del patrimonio culturale e delle tradizioni o costituente momento di incontro. Il Patrono, Sant'Ignazio di Loyola, si festeggia la prima domenica di agosto.

Condivide con altri centri del lodigiano la vocazione per l'agricoltura e l'impronta rurale; la presenza del maggiore fiume italiano non ne fa certo meta di turismo. Il sistema viario, troppo lontano per caratterizzare i ritmi di vita e l'atmosfera di questo comune, è tuttavia abbastanza a portata di mano da rendere meno gravosa la necessità degli spostamenti quotidiani. Ai centri vicini è infatti indispensabile rivolgersi per completare l'istruzione obbligatoria, per accedere ai servizi non disponibili sul posto e per lavorare nelle aziende industriali. Non si registra l'organizzazione di eventi di rilievo, tesi alla valorizzazione del patrimonio culturale e delle tradizioni o costituente momento di incontro. Il Patrono, Sant'Ignazio di Loyola, si festeggia la prima domenica di agosto.

Località

Cascina San Fedele, Chiavicone, Filolungo, Franca-San Rocco, Regona, Resmina, Valmezzano

Cascina San Fedele, Chiavicone, Filolungo, Franca-San Rocco, Regona, Resmina, Valmezzano

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Santo Stefano Lodigiano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.