Descrizione

Centro collinare, sorto nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; è sorretto dal terziario e, in minor misura, dall’industria. La comunità dei sanvitesi, che fa registrare un indice di vecchiaia nella media, risiede quasi esclusivamente nel capoluogo comunale. Il nucleo medievale dell’abitato, arroccato sulla cima di uno sperone e caratterizzato da strade coperte e vicoli scoscesi, è collegato a una zona seicentesca, chiamata Borgo Mario, da una lunga via diritta, ai lati della quale sono sorti i quartieri moderni. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico e un aspetto vari, determinati dall’alternanza di rilievi montuosi e valloni solcati da corsi d’acqua; i primi, rivestiti da radi boschi di orniello e roverella e caratterizzati, più in alto, dal paesaggio tipico delle formazioni calcaree, accolgono ancora specie faunistiche rare, come il corvo imperiale; negli avvallamenti dilagano invece le colture. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è raffigurata una colonna d’argento, accompagnata da un cane e da un guerriero, che stringe una palma in una mano. In un cantone del capo compare un sole d’oro.

Centro collinare, sorto nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; è sorretto dal terziario e, in minor misura, dall’industria. La comunità dei sanvitesi, che fa registrare un indice di vecchiaia nella media, risiede quasi esclusivamente nel capoluogo comunale. Il nucleo medievale dell’abitato, arroccato sulla cima di uno sperone e caratterizzato da strade coperte e vicoli scoscesi, è collegato a una zona seicentesca, chiamata Borgo Mario, da una lunga via diritta, ai lati della quale sono sorti i quartieri moderni. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico e un aspetto vari, determinati dall’alternanza di rilievi montuosi e valloni solcati da corsi d’acqua; i primi, rivestiti da radi boschi di orniello e roverella e caratterizzati, più in alto, dal paesaggio tipico delle formazioni calcaree, accolgono ancora specie faunistiche rare, come il corvo imperiale; negli avvallamenti dilagano invece le colture. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è raffigurata una colonna d’argento, accompagnata da un cane e da un guerriero, che stringe una palma in una mano. In un cantone del capo compare un sole d’oro.

Storia

Abitata fin dal X secolo a.C. dagli equi, ospitò in seguito l’insediamento romano di VITELLIA, poi distrutto al tempo delle devastanti incursioni longobarde e saracene. L’attuale abitato fu edificato dai superstiti di quella città romana e inizialmente fece parte dei possedimenti dell’abbazia di Subiaco; dal 1180 al 1565 fu feudo dei Colonna e in seguito appartenne ai Theodoli. Il toponimo, privo di specificazione fino al 1872, deriva chiaramente da un agionimo. Il castello Theodoli, eretto alla fine del XII secolo, è stato ampiamente rimaneggiato nel corso del Seicento e presenta una singolare struttura a nave; molte stanze, inoltre, sono decorate da pregevoli affreschi del XVII secolo. La chiesa parrocchiale di San Biagio, il cui primo nucleo risale al Duecento, è stata fatta completamente ricostruire nei primi anni del Seicento dai signori Theodoli. La chiesa barocca dei Santi Sebastiano e Paolo, dalla caratteristica pianta ottagonale, è riccamente decorata da stucchi e affreschi.

Abitata fin dal X secolo a.C. dagli equi, ospitò in seguito l’insediamento romano di VITELLIA, poi distrutto al tempo delle devastanti incursioni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDE'>longobarde</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENE'>saracene</a>. L’attuale abitato fu edificato dai superstiti di quella città romana e inizialmente fece parte dei possedimenti dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADISUBIACO'>abbazia di Subiaco</a>; dal 1180 al 1565 fu feudo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=COLONNA'>Colonna</a> e in seguito appartenne ai Theodoli. Il toponimo, privo di specificazione fino al 1872, deriva chiaramente da un agionimo. Il castello Theodoli, eretto alla fine del XII secolo, è stato ampiamente rimaneggiato nel corso del Seicento e presenta una singolare struttura a nave; molte stanze, inoltre, sono decorate da pregevoli affreschi del XVII secolo. La chiesa parrocchiale di San Biagio, il cui primo nucleo risale al Duecento, è stata fatta completamente ricostruire nei primi anni del Seicento dai signori Theodoli. La chiesa barocca dei Santi Sebastiano e Paolo, dalla caratteristica pianta ottagonale, è riccamente decorata da stucchi e affreschi.

Economia

Il quadro dell’economia sanvitese è dominato dal terziario, rappresentato da una rete commerciale assai articolata e da servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni. Le attività rurali, praticate da una percentuale di popolazione attiva assai bassa, si articolano nella coltivazione di alberi da frutta, viti e olivi mentre l’industria, anch’essa nel complesso poco rilevante, abbraccia i comparti dei prodotti alimentari e tessili, delle confezioni e della lavorazione del legno e della pietra. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, è dotato di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di una biblioteca comunale e di una casa di riposo; la farmacia e un poliambulatorio provvedono all’assistenza sanitaria; il consistente movimento turistico ha determinato la creazione di un rilevante apparato ricettivo, comprendente ristoranti, alberghi e strutture alternative per il soggiorno.

Il quadro dell’economia sanvitese è dominato dal terziario, rappresentato da una rete commerciale assai articolata e da servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni. Le attività rurali, praticate da una percentuale di popolazione attiva assai bassa, si articolano nella coltivazione di alberi da frutta, viti e olivi mentre l’industria, anch’essa nel complesso poco rilevante, abbraccia i comparti dei prodotti alimentari e tessili, delle confezioni e della lavorazione del legno e della pietra. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, è dotato di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di una biblioteca comunale e di una casa di riposo; la farmacia e un poliambulatorio provvedono all’assistenza sanitaria; il consistente movimento turistico ha determinato la creazione di un rilevante apparato ricettivo, comprendente ristoranti, alberghi e strutture alternative per il soggiorno.

Relazioni

Posta in bella posizione panoramica, è una buona base di partenza per interessanti e salutari escursioni sui monti Prenestini e all’antico santuario della Mentorella, sul monte Guadagnolo. Una consistente affluenza di visitatori si registra inoltre in occasione delle numerose manifestazioni organizzate dai sanvitesi: il 3 febbraio, festa di San Biagio, si svolgono una solenne processione e una grande fiera di merci e bestiame mentre il 22 agosto, per la festa della Madonna, si tengono una colorata Infiorata, spettacoli musicali e pirotecnici e una movimentata tombolata. La festa più caratteristica è tuttavia quella dell’Immacolata (8 dicembre), organizzata e gestita unicamente dagli uomini, riuniti nella confraternita dei “Fratelli dell’Immacolata”: per l’occasione essi preparano e distribuiscono, dopo le celebrazioni religiose, tipiche ciambelle al vino aromatizzate con semi di anice. Di richiamo nazionale è, inoltre, il premio di pittura che si svolge ogni anno tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. La festa del Patrono San Vito si celebra il 15 giugno; i festeggiamenti popolari, che si protraggono per tre giorni, comprendono, tra l’altro, un’altra Infiorata, divertenti giochi popolari e spettacoli pirotecnici.

Posta in bella posizione panoramica, è una buona base di partenza per interessanti e salutari escursioni sui monti Prenestini e all’antico santuario della Mentorella, sul monte Guadagnolo. Una consistente affluenza di visitatori si registra inoltre in occasione delle numerose manifestazioni organizzate dai sanvitesi: il 3 febbraio, festa di San Biagio, si svolgono una solenne processione e una grande fiera di merci e bestiame mentre il 22 agosto, per la festa della Madonna, si tengono una colorata <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=INFIORATA'>Infiorata</a>, spettacoli musicali e pirotecnici e una movimentata tombolata. La festa più caratteristica è tuttavia quella dell’Immacolata (8 dicembre), organizzata e gestita unicamente dagli uomini, riuniti nella confraternita dei “Fratelli dell’Immacolata”: per l’occasione essi preparano e distribuiscono, dopo le celebrazioni religiose, tipiche ciambelle al vino aromatizzate con semi di anice. Di richiamo nazionale è, inoltre, il premio di pittura che si svolge ogni anno tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. La festa del Patrono San Vito si celebra il 15 giugno; i festeggiamenti popolari, che si protraggono per tre giorni, comprendono, tra l’altro, un’altra <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=INFIORATA'>Infiorata</a>, divertenti giochi popolari e spettacoli pirotecnici.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Vito Romano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.