Descrizione

Centro forse di antica origine addossato ad una dorsale collinare, con un'economia caratterizzata da una discreta concentrazione di attività ricettive, che vanno mettendo in ombra le residue pratiche rurali e le pur promettenti iniziative industriali. La distribuzione della comunità dei sanvitesi, che presenta un indice di vecchiaia superiore alla media, si ispira alle opposte tendenze all'accentramento e alla dispersione: elevata è infatti la densità demografica nella zona del capoluogo comunale e della sua moderna espansione lungo il litorale -nettamente superiore a quella delle località di Mancini e Sant'Appolinare- ma numerose sono anche le case sparse e gli aggregati urbani elementari (Acquaviva, Bufara, Cese, Murata Alta, Pontoni e Rapanice) disseminati nell'agro sanvitese. L'abitato si sviluppa linearmente lungo una strada che segue il crinale di un colle; quest'ultimo a sua volta si protende in direzione del mare sfumando nella costa a tratti rocciosa, coperta di vegetazione sempreverde e caratterizzata dall'inconfondibile ordito dei "trabocchi", che da tempi immemorabili sfidano la furia degli elementi riuscendo a mantenere il controllo delle reti dei pescatori del posto. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia l'immagine di San Vito che impugna con la destra un ramo di palma e con la sinistra un vessillo; ai suoi piedi un cane "passante".

Centro forse di antica origine addossato ad una dorsale collinare, con un'economia caratterizzata da una discreta concentrazione di attività ricettive, che vanno mettendo in ombra le residue pratiche rurali e le pur promettenti iniziative industriali. La distribuzione della comunità dei sanvitesi, che presenta un indice di vecchiaia superiore alla media, si ispira alle opposte tendenze all'accentramento e alla dispersione: elevata è infatti la densità demografica nella zona del capoluogo comunale e della sua moderna espansione lungo il litorale -nettamente superiore a quella delle località di Mancini e Sant'Appolinare- ma numerose sono anche le case sparse e gli aggregati urbani elementari (Acquaviva, Bufara, Cese, Murata Alta, Pontoni e Rapanice) disseminati nell'agro sanvitese. L'abitato si sviluppa linearmente lungo una strada che segue il crinale di un colle; quest'ultimo a sua volta si protende in direzione del mare sfumando nella costa a tratti rocciosa, coperta di vegetazione sempreverde e caratterizzata dall'inconfondibile ordito dei "trabocchi", che da tempi immemorabili sfidano la furia degli elementi riuscendo a mantenere il controllo delle reti dei pescatori del posto. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia l'immagine di San Vito che impugna con la destra un ramo di palma e con la sinistra un vessillo; ai suoi piedi un cane "passante".

Storia

Sembra che la foce del Feltrino ospitasse un importante scalo dei frentani denominato Gualdo e forse ancora attivo nel X secolo d.C. Le fonti del XII secolo individuano nel territorio comunale un possedimento della vicina abbazia di S. Giovanni in Venere, sotto la cui giurisdizione è legittimo supporre che sia rimasto fino agli inizi del Quattrocento quando, per privilegio di re Alfonso V d'Aragona, fu ceduto alla città di Lanciano, interessata a servirsi per i propri traffici del porto locale. Le lacune cheaffliggono il patrimonio documentario dei secoli successivi ostacolano i tentativi di ricostruzione storica; alla fine del XVIII secolo il borgo risulta soggetto ai Caracciolo di San Buono. Nel centro storico, che conserva tracce delle antiche opere di fortificazione, la parrocchiale di S. Vito propone una facciata in stile tardo-rinascimentale edificata al principio di questo secolo e un sobrio interno ottocentesco. A strapiombo su Capo Turchino si erge l'eremo in cui Gabriele D'Annunzio scrisse "Il trionfo della morte", ambientandovi la tormentata vicenda di amore e morte dei due protagonisti.

Sembra che la foce del Feltrino ospitasse un importante scalo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=FRENTANI'>frentani</a> denominato Gualdo e forse ancora attivo nel X secolo d.C. Le fonti del XII secolo individuano nel territorio comunale un possedimento della vicina abbazia di S. Giovanni in Venere, sotto la cui giurisdizione è legittimo supporre che sia rimasto fino agli inizi del Quattrocento quando, per privilegio di re <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=ALFONSOVDARAGONA'>Alfonso V d'Aragona</a>, fu ceduto alla città di Lanciano, interessata a servirsi per i propri traffici del porto locale. Le lacune cheaffliggono il patrimonio documentario dei secoli successivi ostacolano i tentativi di ricostruzione storica; alla fine del XVIII secolo il borgo risulta soggetto ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a> di San Buono. Nel centro storico, che conserva tracce delle antiche opere di fortificazione, la parrocchiale di S. Vito propone una facciata in stile tardo-rinascimentale edificata al principio di questo secolo e un sobrio interno ottocentesco. A strapiombo su Capo Turchino si erge l'eremo in cui <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=GABRIELEDANNUNZIO'>Gabriele D'Annunzio</a> scrisse "Il trionfo della morte", ambientandovi la tormentata vicenda di amore e morte dei due protagonisti.

Economia

La spiccata vocazione per le attività terziarie non esaurisce il potenziale economico di questa comunità, che continuando a dedicarsi alle colture specializzate, aspira a fare del comune una realtà industrializzata e a questo scopo ha dato nuovo vigore e più elevati contenuti tecnologici all'artigianato tradizionale del legno e delle confezioni. Il commercio ed il settore dei servizi sono in egual misura al servizio dell'agricoltura, dell'industria e del turismo balneare. Soprattutto a quest'ultimo, tuttavia, spetta il merito di aver promosso la crescita del sistema delle infrastrutture. Il comune è privo di importanti sedi burocratico-amministrative e, se può contare su una biblioteca comunale, una casa di riposo e un consultorio familiare, difetta tuttavia di istituti di istruzione secondaria di secondo grado; dotato di un discreto numero di impianti sportivi (una palestra e campi di calcio e da tennis), vanta una notevole disponibilità di alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari, che costellano il litorale e le sue immediate vicinanze.

La spiccata vocazione per le attività terziarie non esaurisce il potenziale economico di questa comunità, che continuando a dedicarsi alle colture specializzate, aspira a fare del comune una realtà industrializzata e a questo scopo ha dato nuovo vigore e più elevati contenuti tecnologici all'artigianato tradizionale del legno e delle confezioni. Il commercio ed il settore dei servizi sono in egual misura al servizio dell'agricoltura, dell'industria e del turismo balneare. Soprattutto a quest'ultimo, tuttavia, spetta il merito di aver promosso la crescita del sistema delle infrastrutture. Il comune è privo di importanti sedi burocratico-amministrative e, se può contare su una biblioteca comunale, una casa di riposo e un consultorio familiare, difetta tuttavia di istituti di istruzione secondaria di secondo grado; dotato di un discreto numero di impianti sportivi (una palestra e campi di calcio e da tennis), vanta una notevole disponibilità di alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari, che costellano il litorale e le sue immediate vicinanze.

Relazioni

Le attività balneari, fra cui la pesca subacquea in prossimità delle scogliere, sono solo la più classica delle opportunità offerte da questo centro poco rinomato del litorale chietino. Al fortunato visitatore di passaggio potrà capitare di imbattersi nella suggestiva processione in onore della Madonna, che l'8 maggio vede sfilare un corteo di imbarcazioni dietro l'effigie della Vergine, o di essere conquistato dalla robusta armonia di sapori che caratterizza la cucina sanvitese, celebrata da un buon numero di sagre gastronomiche -in particolare la sagra dello zuccotto (luglio) e quella del pesce fritto (agosto)-. La festa del Patrono S. Vito si celebra il 15 giugno.

Le attività balneari, fra cui la pesca subacquea in prossimità delle scogliere, sono solo la più classica delle opportunità offerte da questo centro poco rinomato del litorale chietino. Al fortunato visitatore di passaggio potrà capitare di imbattersi nella suggestiva processione in onore della Madonna, che l'8 maggio vede sfilare un corteo di imbarcazioni dietro l'effigie della Vergine, o di essere conquistato dalla robusta armonia di sapori che caratterizza la cucina sanvitese, celebrata da un buon numero di sagre gastronomiche -in particolare la sagra dello zuccotto (luglio) e quella del pesce fritto (agosto)-. La festa del Patrono S. Vito si celebra il 15 giugno.

Località

Acquaviva, Bufara, Mancini, Marina di San Vito, Melogranato, Murata Alta, Pontoni, Rapanice, San Fino, Sant'Apollinare

Acquaviva, Bufara, Mancini, Marina di San Vito, Melogranato, Murata Alta, Pontoni, Rapanice, San Fino, Sant'Apollinare

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Vito Chietino rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.