Descrizione

Comune montano popolato fin dalla remota antichità; la sua economia è a base rurale ma alla formazione del reddito contribuiscono anche il turismo stagionale, il commercio e alcune imprese industriali di dimensioni artigianali. La comunità dei sanvincenzesi, il cui indice di vecchiaia è elevato, è sparpagliata negli aggregati urbani elementari di Ara della Croce e Velarde, in un buon numero di località (Castronuovo, Morrea, Roccavivi, San Giovanni Valle Roveto Inferiore e Superiore e Santa Restituta) e nel capoluogo comunale -quest'ultimo si divide in un centro storico, devastato dal terremoto dell'inizio del secolo e dai bombardamenti dell'ultima guerra, e in un moderno insediamento costruito più a valle e in fase di progressiva espansione edilizia-. Il territorio comunale presenta un profilo aspro: se si eccettua l'angusto fondovalle del fiume Liri intensamente coltivato, il resto del comprensorio ha i caratteri della montagna impervia e scoscesa, dominata dal monte Pizzo Deta, che con la sua mole imponente e le sue balze rocciose allunga un'ombra minacciosa sull'abitato. Lo stemma comunale è attraversato da una sbarra che contiene il motto AUXILIUM EX ALTO; da una parte di questo elemento divisorio sono raffigurati un castello, il busto di S. Vincenzo e due ramoscelli di palma; dall'altra un corso d'acqua.

Comune montano popolato fin dalla remota antichità; la sua economia è a base rurale ma alla formazione del reddito contribuiscono anche il turismo stagionale, il commercio e alcune imprese industriali di dimensioni artigianali. La comunità dei sanvincenzesi, il cui indice di vecchiaia è elevato, è sparpagliata negli aggregati urbani elementari di Ara della Croce e Velarde, in un buon numero di località (Castronuovo, Morrea, Roccavivi, San Giovanni Valle Roveto Inferiore e Superiore e Santa Restituta) e nel capoluogo comunale -quest'ultimo si divide in un centro storico, devastato dal terremoto dell'inizio del secolo e dai bombardamenti dell'ultima guerra, e in un moderno insediamento costruito più a valle e in fase di progressiva espansione edilizia-. Il territorio comunale presenta un profilo aspro: se si eccettua l'angusto fondovalle del fiume Liri intensamente coltivato, il resto del comprensorio ha i caratteri della montagna impervia e scoscesa, dominata dal monte Pizzo Deta, che con la sua mole imponente e le sue balze rocciose allunga un'ombra minacciosa sull'abitato. Lo stemma comunale è attraversato da una sbarra che contiene il motto AUXILIUM EX ALTO; da una parte di questo elemento divisorio sono raffigurati un castello, il busto di S. Vincenzo e due ramoscelli di palma; dall'altra un corso d'acqua.

Storia

Le località di Morrea, Santa Restituta e San Giovanni Valle Roveto Superiore sorgono rispettivamente nel sito di un centro fortificato preromano, di un VICUS italico-romano e di un santuario della stessa epoca dedicato ad Ercole. In epoca medievale è documentata la preminenza dell'abitato di Morrea, che conservò fino al Seicento, come parte della contea di Albe e poi di quella di Celano, un ruolo di spicco. L'autonomia amministrativa del comune è datata 1816: dall'eversione dei diritti feudali per un decennio era stato aggregato a Civita d'Antino. Non è un caso quindi che, vittoriosi sulle numerose calamità naturali, i monumenti più significativi siano concentrati a Morrea: qui sopravvivono unacostruzione gentilizia forse di origine tardo-gotica e il castello dei Piccolomini; a San Vincenzo Vecchio, invece, è possibile ammirare la suggestiva chiesa del Romitaggio. L'attuale capoluogo comunale, o meglio il suo nucleo originario, acquistò nel Settecento importanza economica e consistenza demografica, per poi decadere al principio di questo secolo in seguito al catastrofico sisma del 1915. In seguito alle operazioni belliche dell'ultimo conflitto, che gli assestarono il colpo di grazia, il vecchio abitato fu abbandonato e uno nuovo fu ricostruito più a valle.

Le località di Morrea, Santa Restituta e San Giovanni Valle Roveto Superiore sorgono rispettivamente nel sito di un centro fortificato preromano, di un VICUS italico-romano e di un santuario della stessa epoca dedicato ad Ercole. In epoca medievale è documentata la preminenza dell'abitato di Morrea, che conservò fino al Seicento, come parte della contea di Albe e poi di quella di Celano, un ruolo di spicco. L'autonomia amministrativa del comune è datata 1816: dall'eversione dei diritti feudali per un decennio era stato aggregato a Civita d'Antino. Non è un caso quindi che, vittoriosi sulle numerose calamità naturali, i monumenti più significativi siano concentrati a Morrea: qui sopravvivono unacostruzione gentilizia forse di origine tardo-gotica e il castello dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=PICCOLOMINI'>Piccolomini</a>; a San Vincenzo Vecchio, invece, è possibile ammirare la suggestiva chiesa del Romitaggio. L'attuale capoluogo comunale, o meglio il suo nucleo originario, acquistò nel Settecento importanza economica e consistenza demografica, per poi decadere al principio di questo secolo in seguito al catastrofico sisma del 1915. In seguito alle operazioni belliche dell'ultimo conflitto, che gli assestarono il colpo di grazia, il vecchio abitato fu abbandonato e uno nuovo fu ricostruito più a valle.

Economia

Benché intermontano e legato alle proprie tradizioni, non offre tuttavia particolare resistenza alle innovazioni. Le coltivazioni agricole (cereali, ortaggi, vite e olivo) sono una delle principali voci dell'economia locale, insieme all'industria, rappresentata da alcuni laboratori artigiani specializzati nella produzione di cesti di vimini e di fuochi d'artificio nonché da piccole e medie imprese manifatturiere delle confezioni e dei materiali da costruzione mentre le più evidenti lacune dell'economia si riscontrano nel settore dei servizi, che non contempla l'intermediazione finanziaria; a ciò si aggiunga che il panorama delle infrastrutture è per alcuni versi alquanto lacunoso. Nel comune sono presenti gli ordinari uffici municipali e postali; le scuole consentono soltanto la frequenza delle classi dell'obbligo; l'apparato ricettivo difetta di strutture alberghiere, mentre più consistente è il complesso degli impianti sportivi, formato da una palestra, una piattaforma polivalente e un campo di calcio a disposizione della squadra locale (San Vincenzo Valle Roveto Unione Sportiva), che milita nei campionati minori; l'offerta di servizi sanitari è piuttosto limitata.

Benché intermontano e legato alle proprie tradizioni, non offre tuttavia particolare resistenza alle innovazioni. Le coltivazioni agricole (cereali, ortaggi, vite e olivo) sono una delle principali voci dell'economia locale, insieme all'industria, rappresentata da alcuni laboratori artigiani specializzati nella produzione di cesti di vimini e di fuochi d'artificio nonché da piccole e medie imprese manifatturiere delle confezioni e dei materiali da costruzione mentre le più evidenti lacune dell'economia si riscontrano nel settore dei servizi, che non contempla l'intermediazione finanziaria; a ciò si aggiunga che il panorama delle infrastrutture è per alcuni versi alquanto lacunoso. Nel comune sono presenti gli ordinari uffici municipali e postali; le scuole consentono soltanto la frequenza delle classi dell'obbligo; l'apparato ricettivo difetta di strutture alberghiere, mentre più consistente è il complesso degli impianti sportivi, formato da una palestra, una piattaforma polivalente e un campo di calcio a disposizione della squadra locale (San Vincenzo Valle Roveto Unione Sportiva), che milita nei campionati minori; l'offerta di servizi sanitari è piuttosto limitata.

Relazioni

La bontà del clima, la pescosità del Liri, l'esuberanza della vegetazione sui rilievi sono soltanto alcuni dei motivi che rendono il soggiorno in questi luoghi particolarmente gradevole. C'è poi il gusto di una vita semplice, di credenze genuine vicine al cuore del popolo: da sempre in località Roccavivi Vecchia, a cavallo fra il 10 e l'11 agosto, si compie una veglia notturna nella chiesetta della Madonna delle Grazie in onore di S. Gerardo. La festa del Patrono S. Vincenzo di Saragozza si celebra il 22 gennaio.

La bontà del clima, la pescosità del Liri, l'esuberanza della vegetazione sui rilievi sono soltanto alcuni dei motivi che rendono il soggiorno in questi luoghi particolarmente gradevole. C'è poi il gusto di una vita semplice, di credenze genuine vicine al cuore del popolo: da sempre in località Roccavivi Vecchia, a cavallo fra il 10 e l'11 agosto, si compie una veglia notturna nella chiesetta della Madonna delle Grazie in onore di S. Gerardo. La festa del Patrono S. Vincenzo di Saragozza si celebra il 22 gennaio.

Località

Castronovo, Colle Mattone, Laghetto-Colle Rocca d'Abate, Monte Pizzodeta, Morrea, Roccavivi, San Giovanni Valle Inferiore, San Giovanni Valle Superiore, Santa Restituita, Santa Restituta, Velarde

Castronovo, Colle Mattone, Laghetto-Colle Rocca d'Abate, Monte Pizzodeta, Morrea, Roccavivi, San Giovanni Valle Inferiore, San Giovanni Valle Superiore, Santa Restituita, Santa Restituta, Velarde

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Vincenzo Valle Roveto rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.