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Descrizione

Comune collinare, di origini tardo-medievali, con un’economia di tipo prevalentemente agricolo. I sannicolesi, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, sono concentrati tutti nel capoluogo comunale. Il territorio, in cui si trova una miniera di zolfo, ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 668 metri di quota. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, mostra segni di espansione edilizia; situato su un declivio dirupato, ha un andamento plano-altimetrico leggermente vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia l’immagine del Santo Patrono Vescovo, immerso in una coltre di nubi, nell’atto di impugnare, con una mano, un pastorale d’argento e, con l’altra, un ramoscello verde

Storia

Fu fondata, nel XV secolo, da profughi albanesi, giunti in Calabria al seguito del condottiero Demetrio Reres, venuto in aiuto del re Alfonso d’Aragona e poi nominato governatore della regione. Il toponimo, che in albanese è Shen Kog-i (Scen Coghi), riflette il nome dell’omonimo Santo. La specificazione, aggiunta con un regio decreto del 1863, si riferisce probabilmente all’ubicazione del borgo. Casale di Casabona, ne condivise le sorti, venendo assoggettata a diversi passaggi di proprietà. Possedimento dei Cavaniglia, nel Cinquecento appartenne ai d’Aragona e ai Pisciotta. Successivamente fu assegnata ai Marchesi, agli Spiriti, ai Rossi, ai Moccia, ai Crispano e ai Capecelatro, sotto la cui signoria rimase dalla seconda metà del XVIII secolo fino all’abolizione del feudalesimo, decretata dalle leggi napoleoniche. Col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu inclusa dapprima tra le università del cosiddetto governo di Strongoli e poi tra i comuni del circondario facente capo a questo centro, assorbendo Carfizzi, tornata autonoma a principio del XX secolo. Con la restaurazione borbonica fu trasferita dalla provincia di Cosenza a quella di Catanzaro. La storia post-unitaria non fa registrare avvenimenti di rilievo. Dal 1992 fa parte della provincia di Crotone. Il patrimonio storico-architettonico annovera più edifici di culto, tra cui spiccano: le chiese di San Nicola vescovo e San Domenico; il santuario di San Michele arcangelo, sul monte omonimo, a dominio dell’intero territorio del Marchesato. Interessanti sono alcuni elementi, di chiara matrice albanese, presenti nel tessuto urbano, come le maschere apotropaiche, scolpite in pietra, che ornano i portali e le finestre di diverse case.

Economia

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede di Pro Loco nonché dei carabinieri e del corpo forestale. Si producono cereali, frumento, ortaggi, olive, uva e agrumi; si allevano bovini, ovini e caprini. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile e metallurgico. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; la rete distributiva, di cui si compone, è sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità. Non si segnalano strutture sociali, sportive e per il tempo libero degne di nota. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca comunale e del museo demologico e naturalistico. Non vi sono strutture ricettive. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Sebbene non registri un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze naturali e venire a contatto con un ambiente dal fascino particolare, in cui ancora si conservano la lingua e le tradizioni degli avi albanesi. Abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive, che consentono un buon assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non disponibili sul posto. Tra gli eventi ricorrenti va citata la fiera della prima domenica di maggio. La festa del Patrono, San Michele Arcangelo, viene celebrata l’8 maggio.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Nicola dell'Alto rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 856
  • Lat 39° 17' 24,70'' 39.29019444
  • Long 16° 58' 21,30'' 16.97258333
  • CAP 88817
  • Prefisso 0962
  • Codice ISTAT 101021
  • Codice Catasto I057
  • Altitudine slm 579 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 1/11 al 15/04 per 12 ore/giorno
    D/1966
  • Superficie 7.83 Km2
  • Densità 109,32 ab/Km2
  • Sismicità Zona 2
  • Alba 06:47
  • Tramonto 16:29
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