Descrizione

Centro di pianura le cui origini risalgono ad epoca antica, indirizzato soprattutto verso le attività agricole ma impegnato anche nella valorizzazione del settore industriale e del terziario. I sangennaresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono quasi esclusivamente concentrati nel capoluogo comunale -di scarsa rilevanza sono i piccolissimi aggregati urbani di Aprile e Ruocco- e risentono dei grossi disagi legati alla crescita edilizia selvaggia: l'abitato si è esteso notevolmente in direzione dei comuni limitrofi di Ottaviano, Palma Campania e Nola, partecipando al processo di intensa urbanizzazione che ha trasformato il volto dell'agro sarnese e dell'area circumvesuviana. Il capoluogo comunale è posto alla convergenza di varie strade, che determinano la sua struttura radiale. Il territorio comunale abbraccia una fetta della pianura circumvesuviana, su cui i vigneti, i frutteti e i residui di macchia mediterranea contendono lo spazio al cemento in inesorabile avanzata. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurato il Vesuvio su una pianura verdeggiante; all'immagine del vulcano è sovrapposta quella di San Gennaro nell'atto di benedire, con le due ampolle del suo sangue, che ogni anno torna a liquefarsi miracolosamente.  

Centro di pianura le cui origini risalgono ad epoca antica, indirizzato soprattutto verso le attività agricole ma impegnato anche nella valorizzazione del settore industriale e del terziario. I sangennaresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono quasi esclusivamente concentrati nel capoluogo comunale -di scarsa rilevanza sono i piccolissimi aggregati urbani di Aprile e Ruocco- e risentono dei grossi disagi legati alla crescita edilizia selvaggia: l'abitato si è esteso notevolmente in direzione dei comuni limitrofi di Ottaviano, Palma Campania e Nola, partecipando al processo di intensa urbanizzazione che ha trasformato il volto dell'agro sarnese e dell'area circumvesuviana. Il capoluogo comunale è posto alla convergenza di varie strade, che determinano la sua struttura radiale. Il territorio comunale abbraccia una fetta della pianura circumvesuviana, su cui i vigneti, i frutteti e i residui di macchia mediterranea contendono lo spazio al cemento in inesorabile avanzata. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurato il Vesuvio su una pianura verdeggiante; all'immagine del vulcano è sovrapposta quella di San Gennaro nell'atto di benedire, con le due ampolle del suo sangue, che ogni anno torna a liquefarsi miracolosamente.  

Storia

L'abitato, il cui nome riflette chiaramente il culto di San Gennaro, sorse nell'antichità al centro del PLANUM PALMAE. Dopo la devastante eruzione del Vesuvio avvenuta nel 472 d.C. l'area fu ricoperta da un fitto bosco, in cui fu eretta una chiesa dedicata a San Gennaro. Il fitto querceto venne fatto estirpare, nel XV secolo, da Alfonso d'Aragona, affinché potesse "passare la caccia al falcone" e dai successori vi furono elevate cavallerizza e falconeria. Il marchese Scipione Pignatelli eresse, agli inizi del Seicento, una nuova chiesa, con annesso convento francescano, e istituì la fiera che ancora oggi, annualmente, si tiene sul posto. Il territorio divenne comune nel 1841 per decreto di Ferdinando II di Borbone. Molti sono i monumenti degni di essere visitati: la chiesa dei francescani, semplice costruzione barocca che conserva stucchi del XVIII secolo e un pregevole coro ligneo intagliato della stessa epoca; la parrocchiale di San Gioacchino, moderna costruzione di gusto eclettico e classicheggiante; i resti dell'acquedotto augusteo e le vetuste tracce della Via Popilia, con il sepolcreto di Neronio Rufo, di cui si conserva una lapide nell'attuale municipio).  

L'abitato, il cui nome riflette chiaramente il culto di San Gennaro, sorse nell'antichità al centro del PLANUM PALMAE. Dopo la devastante eruzione del Vesuvio avvenuta nel 472 d.C. l'area fu ricoperta da un fitto bosco, in cui fu eretta una chiesa dedicata a San Gennaro. Il fitto querceto venne fatto estirpare, nel XV secolo, da Alfonso d'Aragona, affinché potesse "passare la caccia al falcone" e dai successori vi furono elevate cavallerizza e falconeria. Il marchese Scipione Pignatelli eresse, agli inizi del Seicento, una nuova chiesa, con annesso convento francescano, e istituì la fiera che ancora oggi, annualmente, si tiene sul posto. Il territorio divenne comune nel 1841 per decreto di Ferdinando II di Borbone. Molti sono i monumenti degni di essere visitati: la chiesa dei francescani, semplice costruzione barocca che conserva stucchi del XVIII secolo e un pregevole coro ligneo intagliato della stessa epoca; la parrocchiale di San Gioacchino, moderna costruzione di gusto eclettico e classicheggiante; i resti dell'acquedotto augusteo e le vetuste tracce della Via Popilia, con il sepolcreto di Neronio Rufo, di cui si conserva una lapide nell'attuale municipio).  

Economia

Forti del legame che li unisce alla tradizione, i sangennaresi conducono una vita attiva e abbastanza protesa verso ogni forma di novità. Sempre cospicue, benché in flessione, sono le aree destinate alle coltivazioni (pomodori, cavoli, diverse specie di insalata, vite, tabacco e piante da frutto, quali noccioli e meli), che traggono beneficio dalla fertilità del suolo di natura vulcanica oltre che dal clima decisamente mite; l'industria, in fase di espansione, è caratterizzata dal monopolio delle piccole e medie imprese, impegnate nei settori alimentare (lavorazione della frutta secca), enologico, degli infissi e delle confezioni. Tra i servizi appare molto sviluppato il settore dei trasporti; va altresì segnalato il consistente afflusso di risparmio, indice di un certo dinamismo che, se si riflette nell'economia, non favorisce allo stesso modo il sistema delle infrastrutture. Il comune dispone degli ordinari uffici municipali e postali, delle scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado, di un istituto statale d'arte e di un istituto tecnico professionale per l'agricoltura; dotato di uno sportello amministrativo di distretto, di un dipartimento di prevenzione collettiva, di un presidio di guardia medica e di un punto di prelievo, presenta un apparato ricettivo lacunoso in quanto privo di strutture per il soggiorno.  

Forti del legame che li unisce alla tradizione, i sangennaresi conducono una vita attiva e abbastanza protesa verso ogni forma di novità. Sempre cospicue, benché in flessione, sono le aree destinate alle coltivazioni (pomodori, cavoli, diverse specie di insalata, vite, tabacco e piante da frutto, quali noccioli e meli), che traggono beneficio dalla fertilità del suolo di natura vulcanica oltre che dal clima decisamente mite; l'industria, in fase di espansione, è caratterizzata dal monopolio delle piccole e medie imprese, impegnate nei settori alimentare (lavorazione della frutta secca), enologico, degli infissi e delle confezioni. Tra i servizi appare molto sviluppato il settore dei trasporti; va altresì segnalato il consistente afflusso di risparmio, indice di un certo dinamismo che, se si riflette nell'economia, non favorisce allo stesso modo il sistema delle infrastrutture. Il comune dispone degli ordinari uffici municipali e postali, delle scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado, di un istituto statale d'arte e di un istituto tecnico professionale per l'agricoltura; dotato di uno sportello amministrativo di distretto, di un dipartimento di prevenzione collettiva, di un presidio di guardia medica e di un punto di prelievo, presenta un apparato ricettivo lacunoso in quanto privo di strutture per il soggiorno.  

Relazioni

Terra bramosa di riscatto, il comune si propone al movimento turistico con le sue bellezze artistiche e le sue tradizioni. Tra il 13 e il 20 settembre non sfugge agli appassionati la sfilata di auto d'epoca, collegata alla fiera di San Gennaro, con esposizione di bestiame e merci varie presso l'istituto agrario. Nello stesso periodo si svolgono anche diverse sagre: del soffritto, della fagiolata e della frutta secca, che, insieme all'esposizione canina (13-20 settembre), fanno parte del patrimonio folcloristico collegato a San Gennaro, figura centrale della religiosità popolare partenopea. La festa del Patrono San Gennaro si celebra il 19 settembre.

Terra bramosa di riscatto, il comune si propone al movimento turistico con le sue bellezze artistiche e le sue tradizioni. Tra il 13 e il 20 settembre non sfugge agli appassionati la sfilata di auto d'epoca, collegata alla fiera di San Gennaro, con esposizione di bestiame e merci varie presso l'istituto agrario. Nello stesso periodo si svolgono anche diverse sagre: del soffritto, della fagiolata e della frutta secca, che, insieme all'esposizione canina (13-20 settembre), fanno parte del patrimonio folcloristico collegato a San Gennaro, figura centrale della religiosità popolare partenopea. La festa del Patrono San Gennaro si celebra il 19 settembre.

Località

Aprile, Ruocco

Aprile, Ruocco

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Gennaro Vesuviano rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.