Descrizione

Centro collinare, di antica origine, che ha sviluppato il tessuto industriale, pur conservando le tradizionali attività agricole. I sanfermini, che presentano un indice di vecchiaia rientrante nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale e, in minor misura, nelle località di Cà Matta, Olcellera, Ravona e Vergosa. Il territorio disegna un profilo geometrico vario e ondulato, con variazioni altimetriche rilevanti. L'abitato, con un andamento plano-altimetrico tipico di collina, mostra segni di una forte espansione edilizia. Lo stemma comunale, semipartito troncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica; sullo sfondo azzurro del primo campo, si raffigura il santuario di San Fermo; nella seconda parte, a sfondo rosso, campeggia il monumento ai Caduti nella battaglia del 1859; nell'ultimo campo, a sfondo verde, si rappresentano tre stelle argentate a cinque raggi.

Centro collinare, di antica origine, che ha sviluppato il tessuto industriale, pur conservando le tradizionali attività agricole. I sanfermini, che presentano un indice di vecchiaia rientrante nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale e, in minor misura, nelle località di Cà Matta, Olcellera, Ravona e Vergosa. Il territorio disegna un profilo geometrico vario e ondulato, con variazioni altimetriche rilevanti. L'abitato, con un andamento plano-altimetrico tipico di collina, mostra segni di una forte espansione edilizia. Lo stemma comunale, semipartito troncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica; sullo sfondo azzurro del primo campo, si raffigura il santuario di San Fermo; nella seconda parte, a sfondo rosso, campeggia il monumento ai Caduti nella battaglia del 1859; nell'ultimo campo, a sfondo verde, si rappresentano tre stelle argentate a cinque raggi.

Storia

Denominata Vergosa, ha assunto la denominazione attuale nel 1911. Deriva il toponimo dal Patrono mentre la specificazione "della Battaglia" si riferisce a un episodio bellico avvenuto nel suo territorio nel 1859, quando i cacciatori delle Alpi di Garibaldi respinsero gli austriaci; quanto a Vergosa, potrebbe derivare dal latino VIRGA, 'verga'. I rinvenimenti archeologici, databili intorno al X secolo a.C., attestano che in questa zona fiorì la cultura di Golasecca e il toponimo Nullate, attestato prima di Vergosa, testimonia la presenza di popolazioni galliche: il suffisso -ate, infatti, è di origine celtica. La conquista romana della zona avvenne alla fine del II secolo a.C. a opera del console Marco Claudio Marcello, dopo una battaglia nella piana di Grandate; nel 59 a.C. Giulio Cesare promosse la costruzione di una nuova città, detta NOVUM COMUM, corrispondente all'attuale Como. Nullate subì le alterne vicende del suo capoluogo: fu colonia romana iscritta alla tribù Ufetina (retta da duumviri e poi da curatori imperiali) e subì poi le invasioni barbariche (germani di Odoacre, longobardi di Alboino, franchi di Carlo Magno, sassoni di Ottone). Il toponimo Vergosa è attestato per la prima volta in documenti databili intorno al Mille. Fece parte del comune ghibellino di Como e subì in maniera più o meno diretta le ripercussioni della sua politica: dalla guerra con Milano all'alleanza con Federico Barbarossa, dalla dominazione viscontea e sforzesca a quella spagnola e austriaca, fino all'arrivo dei francesi. La battaglia del 1859 fu uno scontro tatticamente azzardato ma condotto con grande coraggio e valore umano e ciò consentì ai cacciatori delle Alpi di raggiungere una sofferta vittoria. Dopo la ritirata dell'esercito austriaco fu annessa ai possedimenti dei Savoia e quindi al Regno d'Italia. L'antica parrocchiale di Santa Maria in Nullate, costruita sulle rovine di un preesistente tempio pagano della dea Fortuna, fu consacrata nel 1095 da Urbano II; in seguito demolita, sulle sue macerie fu ricostruita una chiesa più ampia, poi modificata nel 1870. Il santuario di San Fermo, della fine del XVI secolo, custodisce una statua del Santo del Verderio; nel 1873 davanti al santuario è stato eretto un monumento ai caduti di tutte le guerre, in particolare a quelli del 1859.

Denominata Vergosa, ha assunto la denominazione attuale nel 1911. Deriva il toponimo dal Patrono mentre la specificazione "della Battaglia" si riferisce a un episodio bellico avvenuto nel suo territorio nel 1859, quando i cacciatori delle Alpi di Garibaldi respinsero gli austriaci; quanto a Vergosa, potrebbe derivare dal latino VIRGA, 'verga'. I rinvenimenti archeologici, databili intorno al X secolo a.C., attestano che in questa zona fiorì la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=CULTURADIGOLASECCA'>cultura di Golasecca</a> e il toponimo Nullate, attestato prima di Vergosa, testimonia la presenza di popolazioni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=GALLICHE'>galliche</a>: il suffisso -ate, infatti, è di origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=CELTICA'>celtica</a>. La conquista romana della zona avvenne alla fine del II secolo a.C. a opera del console Marco Claudio Marcello, dopo una battaglia nella piana di Grandate; nel 59 a.C. Giulio Cesare promosse la costruzione di una nuova città, detta NOVUM COMUM, corrispondente all'attuale Como. Nullate subì le alterne vicende del suo capoluogo: fu colonia romana iscritta alla tribù Ufetina (retta da duumviri e poi da curatori imperiali) e subì poi le invasioni barbariche (germani di Odoacre, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> di Alboino, franchi di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=CARLOMAGNO'>Carlo Magno</a>, sassoni di Ottone). Il toponimo Vergosa è attestato per la prima volta in documenti databili intorno al Mille. Fece parte del comune ghibellino di Como e subì in maniera più o meno diretta le ripercussioni della sua politica: dalla guerra con Milano all'alleanza con <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a>, dalla dominazione viscontea e sforzesca a quella spagnola e austriaca, fino all'arrivo dei francesi. La battaglia del 1859 fu uno scontro tatticamente azzardato ma condotto con grande coraggio e valore umano e ciò consentì ai cacciatori delle Alpi di raggiungere una sofferta vittoria. Dopo la ritirata dell'esercito austriaco fu annessa ai possedimenti dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=SAVOIA'>Savoia</a> e quindi al Regno d'Italia. L'antica parrocchiale di Santa Maria in Nullate, costruita sulle rovine di un preesistente tempio pagano della dea Fortuna, fu consacrata nel 1095 da Urbano II; in seguito demolita, sulle sue macerie fu ricostruita una chiesa più ampia, poi modificata nel 1870. Il santuario di San Fermo, della fine del XVI secolo, custodisce una statua del Santo del Verderio; nel 1873 davanti al santuario è stato eretto un monumento ai caduti di tutte le guerre, in particolare a quelli del 1859.

Economia

Le attività agricole e silvo-pastorali occupano ancora un posto di rilievo nel tessuto economico locale: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi e vite e si allevano bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L'industria è concentrata in modo preponderante nel comparto tessile, affiancato dai comparti alimentare, cartario, metallurgico ed edile; si registra, inoltre, la presenza di aziende specializzate nella fabbricazione di macchine per l'agricoltura e la silvicoltura. Il terziario comprende la rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficienti a soddisfare le esigenze primarie della popolazione), i servizi offerti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole e il servizio bancario. Annovera tra le strutture sociali una casa di riposo. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo e quelle ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Le strutture sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

Le attività agricole e silvo-pastorali occupano ancora un posto di rilievo nel tessuto economico locale: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi e vite e si allevano bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L'industria è concentrata in modo preponderante nel comparto <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILE'>tessile</a>, affiancato dai comparti alimentare, cartario, metallurgico ed edile; si registra, inoltre, la presenza di aziende specializzate nella fabbricazione di macchine per l'agricoltura e la silvicoltura. Il terziario comprende la rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficienti a soddisfare le esigenze primarie della popolazione), i servizi offerti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole e il servizio bancario. Annovera tra le strutture sociali una casa di riposo. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo e quelle ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Le strutture sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

È interessata da un flusso di visitatori di modeste dimensioni ma è abbastanza frequentata per motivi di lavoro, grazie alla presenza dei numerosi insediamenti industriali; vive pertanto rapporti particolarmente intensi con i comuni limitrofi, ai quali la popolazione si rivolge per i servizi e le strutture non disponibili sul posto. La festa del Patrono, San Fermo, si celebra il 9 agosto con una grande fiera.

È interessata da un flusso di visitatori di modeste dimensioni ma è abbastanza frequentata per motivi di lavoro, grazie alla presenza dei numerosi insediamenti industriali; vive pertanto rapporti particolarmente intensi con i comuni limitrofi, ai quali la popolazione si rivolge per i servizi e le strutture non disponibili sul posto. La festa del Patrono, San Fermo, si celebra il 9 agosto con una grande fiera.

Località

Ca' Matta, Olcellera, Ravona, Vergosa

Ca' Matta, Olcellera, Ravona, Vergosa

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Fermo della Battaglia rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.