Descrizione

Piccola comunità di montagna, fondata in epoca medievale; la sua economia si basa sulle tradizionali attività rurali, in attesa di una maggiore valorizzazione delle attrattive naturalistiche locali. La maggior parte dei sambiagesi, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale, allungato su uno sperone; il resto della comunità si divide tra i piccoli aggregati urbani di Cioppo, Fontana Cicchetta, Pietrepente, Pratola, Radicosa, Raimella, Uotto e Venezia. Il territorio comunale, dal profilo geometrico assai vario e irregolare, è sovrastato da imponenti cime montuose; lo scenario naturale, ancora incontaminato e di grande fascino, è reso particolarmente suggestivo da secolari faggete e folti castagneti, che coprono ampie zone del comprensorio sambiagese colorandole, a seconda delle stagioni, di tutte le sfumature immaginabili del verde, del rosso e del giallo.

Piccola comunità di montagna, fondata in epoca medievale; la sua economia si basa sulle tradizionali attività rurali, in attesa di una maggiore valorizzazione delle attrattive naturalistiche locali. La maggior parte dei sambiagesi, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale, allungato su uno sperone; il resto della comunità si divide tra i piccoli aggregati urbani di Cioppo, Fontana Cicchetta, Pietrepente, Pratola, Radicosa, Raimella, Uotto e Venezia. Il territorio comunale, dal profilo geometrico assai vario e irregolare, è sovrastato da imponenti cime montuose; lo scenario naturale, ancora incontaminato e di grande fascino, è reso particolarmente suggestivo da secolari faggete e folti castagneti, che coprono ampie zone del comprensorio sambiagese colorandole, a seconda delle stagioni, di tutte le sfumature immaginabili del verde, del rosso e del giallo.

Storia

Abitata in epoca antica da sanniti e romani, offrì rifugio ai saraceni costretti a lasciare le loro sedi sulle rive del fiume Garigliano in seguito alla sconfitta subita ad opera di papa Giovanni X (915 d.C.). Fino al Duecento appartenne all’abbazia di Montecassino, da cui passò in seguito a numerose famiglie nobiliari, tra le quali i Cantelmo e i Gallio (1595), duchi di Alvito. Per la sua posizione appartata fu poco interessata dagli eventi e dalle correnti ideologiche rivoluzionarie che caratterizzarono la fine del Settecento e l’Ottocento; subì tuttavia la piaga del brigantaggio e durante il secondo conflitto mondiale venne quasi completamente rasa al suolo. La prima parte del toponimo, che è stato semplicemente San Biagio fino al 1864, si riferisce al Patrono; la specificazione rievoca invece la presenza dei saraceni in epoca medievale. Il patrimonio storico-architettonico locale annovera la chiesa dedicata a San Biagio, intorno alla quale si sviluppò l’abitato: eretta nel XII secolo, è stata restaurata durante l’Ottocento. Assai interessante, inoltre, è la necropoli situata in località Omini Morti, nella quale sono stati rinvenuti resti umani, vasi in terracotta, ceramiche e armi risalenti a varie epoche.

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Economia

Una limitata apertura al progresso e un solido attaccamento alle tradizioni sono all’origine dei tranquilli ritmi di vita che contraddistinguono la comunità sambiagese ma sono anche la causa del ritardo dell’economia. Il quadro economico, di tipo prettamente rurale, è dominato dalle attività agricole e silvicole nonché dall’allevamento di ovini; l’industria è praticamente assente; poco numerosi e rivolti soprattutto alla distribuzione di beni di prima necessità sono gli esercizi commerciali mentre il comparto dei servizi non include né il credito né le assicurazioni. Gode invece di ottimi auspici il turismo, per il quale, tuttavia, si rende sempre più necessario il potenziamento dell’apparato ricettivo. La mancanza di attività economiche alternative a quelle rurali e la carenza di infrastrutture e servizi determina un costante calo della popolazione locale: quest’ultima, oltre che degli ordinari uffici municipali e postali, usufruisce soltanto delle scuole elementari e fa riferimento, per l’assistenza sanitaria, alla centrale operativa di guardia medica di Sora –sul posto è assente anche la farmacia–.

Una limitata apertura al progresso e un solido attaccamento alle tradizioni sono all’origine dei tranquilli ritmi di vita che contraddistinguono la comunità sambiagese ma sono anche la causa del ritardo dell’economia. Il quadro economico, di tipo prettamente rurale, è dominato dalle attività agricole e silvicole nonché dall’allevamento di ovini; l’industria è praticamente assente; poco numerosi e rivolti soprattutto alla distribuzione di beni di prima necessità sono gli esercizi commerciali mentre il comparto dei servizi non include né il credito né le assicurazioni. Gode invece di ottimi auspici il turismo, per il quale, tuttavia, si rende sempre più necessario il potenziamento dell’apparato ricettivo. La mancanza di attività economiche alternative a quelle rurali e la carenza di infrastrutture e servizi determina un costante calo della popolazione locale: quest’ultima, oltre che degli ordinari uffici municipali e postali, usufruisce soltanto delle scuole elementari e fa riferimento, per l’assistenza sanitaria, alla centrale operativa di guardia medica di Sora –sul posto è assente anche la farmacia–.

Relazioni

È un ottimo punto di partenza per escursioni sui rilievi della catena montuosa delle Mainarde e nel Parco nazionale d’Abruzzo, attraverso sentieri che si snodano tra boschi secolari e pianori erbosi solcati dalle acque cristalline di ruscelli e torrenti; i grossi ammassi di roccia calcarea che costellano i vari itinerari sono inoltre l’ideale per gli appassionati di arrampicate. Eccezionale è il panorama di cui si gode dalla vetta del monte Cavallo: la vista può spaziare fino alla piana di Cassino, da un lato, e al massiccio del Matese, in Molise, dall’altro; nelle vicinanze, immerso nel verde dei boschi, si trova anche il laghetto di Cardito, un vero paradiso per gli appassionati di pesca sportiva. A metà agosto, con la festa dell’emigrante, la comunità ricorda tutti coloro che per lavoro sono stati costretti ad abbandonare la propria terra d’origine. La festa del Patrono San Biagio si celebra il 3 febbraio.

È un ottimo punto di partenza per escursioni sui rilievi della catena montuosa delle Mainarde e nel Parco nazionale d’Abruzzo, attraverso sentieri che si snodano tra boschi secolari e pianori erbosi solcati dalle acque cristalline di ruscelli e torrenti; i grossi ammassi di roccia calcarea che costellano i vari itinerari sono inoltre l’ideale per gli appassionati di arrampicate. Eccezionale è il panorama di cui si gode dalla vetta del monte Cavallo: la vista può spaziare fino alla piana di Cassino, da un lato, e al massiccio del Matese, in Molise, dall’altro; nelle vicinanze, immerso nel verde dei boschi, si trova anche il laghetto di Cardito, un vero paradiso per gli appassionati di pesca sportiva. A metà agosto, con la festa dell’emigrante, la comunità ricorda tutti coloro che per lavoro sono stati costretti ad abbandonare la propria terra d’origine. La festa del Patrono San Biagio si celebra il 3 febbraio.

Località

Fontana Cicchetta, Le Fontane, Pietrepente, Pratola, Radicosa, Raimella, Uotto, Valle Venafrana

Fontana Cicchetta, Le Fontane, Pietrepente, Pratola, Radicosa, Raimella, Uotto, Valle Venafrana

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Biagio Saracinisco rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.