Descrizione

Centro collinare, di antica origine, che unisce alla tradizionale agricoltura alcune attività commerciali e industriali. La comunità dei salandresi, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, si concentra nel capoluogo comunale e in numerose case sparse. Il territorio, dal profilo geometrico irregolare, mostra variazioni di quota molto accentuate. L’abitato, che vive una fase di espansione edilizia, si distribuisce in modo abbastanza irregolare sulla collina, con un andamento plano-altimetrico vario. Nell’insegna municipale spiccano due sciabole, poste in croce di Sant’Andrea, le cui punte sono conficcate nel greto di un fiume, da cui si origina un gruppo di colline.

Centro collinare, di antica origine, che unisce alla tradizionale agricoltura alcune attività commerciali e industriali. La comunità dei salandresi, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, si concentra nel capoluogo comunale e in numerose case sparse. Il territorio, dal profilo geometrico irregolare, mostra variazioni di quota molto accentuate. L’abitato, che vive una fase di espansione edilizia, si distribuisce in modo abbastanza irregolare sulla collina, con un andamento plano-altimetrico vario. Nell’insegna municipale spiccano due sciabole, poste in croce di Sant’Andrea, le cui punte sono conficcate nel greto di un fiume, da cui si origina un gruppo di colline.

Storia

Secondo una ricostruzione storica l’originario sito potrebbe corrispondere all’antica ALICANTRO, riportata più volte negli scritti di Strabone e Plinio il Vecchio. Incerta è l’origine del toponimo, che secondo una prima interpretazione etimologica deriverebbe dal nome del vicino torrente Salandrella; l’Alessio, invece, propone un’altra ipotesi basata sulla derivazione dal termine preromano CIALANDRA, con il significato di ‘luogo dove si gettano le immondizie’, mentre il Battisti lo fa discendere dalla base SALA, ossia ‘canale’; non meno diffusa è l’ipotesi di una derivazione dal sostantivo CALANDRA, nome di un uccello che nidifica nei pressi dell’abitato. Le prime notizie storiche certe risalgono al XIII secolo, quando il borgo apparteneva ad un tale Gilberto. Durante la dominazione angioina passò nelle mani di Filippo della Lagonessa e successivamente di Ruggiero di Sangineto. Quindi divenne proprietà del primogenito di Carlo II di Napoli dal quale passò alla contessa Sveva di Tricarico che ne fece dono al figlio Iacopo appartenente al casato dei Sanseverino. In seguito alla congiura dei baroni il feudo fu assegnato dal re Ferdinando I d’Aragona a Marino Brancaccio. Agli inizi del XVI secolo tornò ai Sanseverino, che lo vendettero a Tiberio Caracciolo; dopo esserne tornati in possesso, i Sanseverino, stipularono un patto di vendita con Francesco Revertera alla cui famiglia, che ottenne anche il titolo ducale, restò definitivamente. Nel patrimonio architettonico emerge l’imponente complesso dei Padri riformati, con l’annessa chiesa settecentesca. Antichissime risultano invece rispettivamente la chiesa della Santissima Trinità e la chiesa della Madonna del Monte.

Secondo una ricostruzione storica l’originario sito potrebbe corrispondere all’antica ALICANTRO, riportata più volte negli scritti di Strabone e Plinio il Vecchio. Incerta è l’origine del toponimo, che secondo una prima interpretazione etimologica deriverebbe dal nome del vicino torrente Salandrella; l’Alessio, invece, propone un’altra ipotesi basata sulla derivazione dal termine preromano CIALANDRA, con il significato di ‘luogo dove si gettano le immondizie’, mentre il Battisti lo fa discendere dalla base SALA, ossia ‘canale’; non meno diffusa è l’ipotesi di una derivazione dal sostantivo CALANDRA, nome di un uccello che nidifica nei pressi dell’abitato. Le prime notizie storiche certe risalgono al XIII secolo, quando il borgo apparteneva ad un tale Gilberto. Durante la dominazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=ANGIOINA'>angioina</a> passò nelle mani di Filippo della Lagonessa e successivamente di Ruggiero di Sangineto. Quindi divenne proprietà del primogenito di Carlo II di Napoli dal quale passò alla contessa Sveva di Tricarico che ne fece dono al figlio Iacopo appartenente al casato dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=SANSEVERINO'>Sanseverino</a>. In seguito alla congiura dei baroni il feudo fu assegnato dal re Ferdinando I d’Aragona a Marino Brancaccio. Agli inizi del XVI secolo tornò ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=SANSEVERINO'>Sanseverino</a>, che lo vendettero a Tiberio <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a>; dopo esserne tornati in possesso, i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=SANSEVERINO'>Sanseverino</a>, stipularono un patto di vendita con Francesco Revertera alla cui famiglia, che ottenne anche il titolo ducale, restò definitivamente. Nel patrimonio architettonico emerge l’imponente complesso dei Padri riformati, con l’annessa chiesa settecentesca. Antichissime risultano invece rispettivamente la chiesa della Santissima Trinità e la chiesa della Madonna del Monte.

Economia

Accanto ai consueti uffici municipali e postali sul posto è presente anche la Pro Loco. Il punto di forza dell’economia locale è l’agricoltura, che si basa sulla coltivazione di cereali, in particolare il frumento, di ortaggi, di foraggio, di uva, di olivo, di agrumi e di frutta. Oltre al lavoro nei campi, si pratica anche l’allevamento del bestiame, soprattutto avicoli caprini e ovini ma anche bovini suini ed equini. Il clima e il terreno tipicamente collinari favoriscono la produzione di un eccellente olio d’oliva. Il settore industriale è presente, seppure in modeste dimensioni, con i comparti: alimentare, metallurgico, edile, dell’estrazione della pietra, del legno e della produzione e distribuzione di gas. Tra le attività del terziario è rappresentato il servizio bancario. Tra le strutture sociali si può sottolineare la presenza dell’asilo nido, mentre nelle scuole si impartisce soltanto l’istruzione dell’obbligo. La biblioteca comunale permette l’approfondimento culturale e la capacità ricettiva garantisce la ristorazione e il soggiorno. Per l’assistenza sanitaria di base, gli abitanti si rivolgono alla farmacia.

Accanto ai consueti uffici municipali e postali sul posto è presente anche la Pro Loco. Il punto di forza dell’economia locale è l’agricoltura, che si basa sulla coltivazione di cereali, in particolare il frumento, di ortaggi, di foraggio, di uva, di olivo, di agrumi e di frutta. Oltre al lavoro nei campi, si pratica anche l’allevamento del bestiame, soprattutto avicoli caprini e ovini ma anche bovini suini ed equini. Il clima e il terreno tipicamente collinari favoriscono la produzione di un eccellente olio d’oliva. Il settore industriale è presente, seppure in modeste dimensioni, con i comparti: alimentare, metallurgico, edile, dell’estrazione della pietra, del legno e della produzione e distribuzione di gas. Tra le attività del terziario è rappresentato il servizio bancario. Tra le strutture sociali si può sottolineare la presenza dell’asilo nido, mentre nelle scuole si impartisce soltanto l’istruzione dell’obbligo. La biblioteca comunale permette l’approfondimento culturale e la capacità ricettiva garantisce la ristorazione e il soggiorno. Per l’assistenza sanitaria di base, gli abitanti si rivolgono alla farmacia.

Relazioni

Il paesaggio collinare e il magnifico panorama che si scorge dall’abitato la rendono una meta abbastanza frequentata dai turisti. Si verifica tuttavia un inevitabile pendolarismo causato dalla mancanza sul posto di adeguate strutture, di istituti di istruzione secondaria di secondo grado e di opportunità di lavoro, il che rende particolarmente intensi i rapporti con il circondario. Non si segnalano appuntamenti caratteristici del folclore locale: l’unica ricorrenza di tipo religioso è la festa della Madonna del Monte, che si celebra nel mese di maggio. La festa del Patrono, S. Rocco, si festeggia il 16 agosto.

Il paesaggio collinare e il magnifico panorama che si scorge dall’abitato la rendono una meta abbastanza frequentata dai turisti. Si verifica tuttavia un inevitabile pendolarismo causato dalla mancanza sul posto di adeguate strutture, di istituti di istruzione secondaria di secondo grado e di opportunità di lavoro, il che rende particolarmente intensi i rapporti con il circondario. Non si segnalano appuntamenti caratteristici del folclore locale: l’unica ricorrenza di tipo religioso è la festa della Madonna del Monte, che si celebra nel mese di maggio. La festa del Patrono, S. Rocco, si festeggia il 16 agosto.

Località

Fondi europei 2021-2027

Comune di Salandra in phasing-out, appartenente, cioè, a quelle aree che, già comprese nell’Obiettivo 1 nel periodo di programmazione 2000-2006, nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013 sono beneficiarie di un sostegno transitorio accordato in quanto la loro uscita dalle aree economicamente depresse è avvenuta per l’effetto statistico dell’allargamento dell’UE a Paesi con PIL sensibilmente inferiore alla media comunitaria e non solo per progressi economici. Tale sostegno transitorio, che termina nel 2013, è accordato per rendere meno drastico il passaggio da un regime di sostegno a un altro riservato alle aree più prospere. Effetto statistico: Regioni con PIL pc inferiore al 75% della media UE – 15 ma superiore al 75% della media UE – 25.