Descrizione

Piccola comunità di montagna di origine medievale, che tenta faticosamente di dare respiro alla sua innata vocazione turistica e di differenziare il quadro delle attività economiche. La comunità dei rosellani, che presenta un indice di vecchiaia raramente riscontrabile, è distribuita nel minuscolo abitato di Giuliopoli e nel capoluogo comunale, suggestiva cascata di case imprigionata fra le balze di uno sperone roccioso. Il territorio comunale abbraccia un groviglio di rilievi coperti di querce, faggi e abeti, di pascoli aridi e di immense praterie verdeggianti che incorniciano la valle angusta del torrente Turcano, affluente di destra del fiume Sangro. Immerso in uno scenario naturale di rara bellezza, l'abitato è interessato da condizioni climatiche tipiche della media montagna.

Piccola comunità di montagna di origine medievale, che tenta faticosamente di dare respiro alla sua innata vocazione turistica e di differenziare il quadro delle attività economiche. La comunità dei rosellani, che presenta un indice di vecchiaia raramente riscontrabile, è distribuita nel minuscolo abitato di Giuliopoli e nel capoluogo comunale, suggestiva cascata di case imprigionata fra le balze di uno sperone roccioso. Il territorio comunale abbraccia un groviglio di rilievi coperti di querce, faggi e abeti, di pascoli aridi e di immense praterie verdeggianti che incorniciano la valle angusta del torrente Turcano, affluente di destra del fiume Sangro. Immerso in uno scenario naturale di rara bellezza, l'abitato è interessato da condizioni climatiche tipiche della media montagna.

Storia

Durante i secoli alto-medievali il territorio comunale fu interessato dalla colonizzazione monastica dei benedettini, che determinò la costruzione dell'abbazia di S. Giovanni in Verde. Il borgo, di cui, allo stato attuale delle conoscenze, è impossibile datare con precisione la nascita, risulta munito di fortificazioni dal XII secolo. Diverse illustri casate si avvicendarono alla sua guida: assegnato in feudo a Raimondo Caldora nel 1447, passò in seguito alla famiglia Del Gesso e nel 1628 ai Berardo; nel Settecento fu invece sotto la giurisdizione dei Caracciolo, principi di Villa Santa Maria -Giulio Caracciolo fece edificare il borgo che da lui prese il nome di Giuliopoli-. L'esistenza dell'antica abbazia è testimoniata da alcuni relitti della toponomastica ma soprattutto dai ruderi ancora oggi visibili a sud di Colle Manzo. Coeva è la torre che si erge nella parte alta del paese, fra le poche testimonianze del passato sopravvissute all'ultimo conflitto mondiale.

Durante i secoli alto-medievali il territorio comunale fu interessato dalla colonizzazione monastica dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=BENEDETTINI'>benedettini</a>, che determinò la costruzione dell'abbazia di S. Giovanni in Verde. Il borgo, di cui, allo stato attuale delle conoscenze, è impossibile datare con precisione la nascita, risulta munito di fortificazioni dal XII secolo. Diverse illustri casate si avvicendarono alla sua guida: assegnato in feudo a Raimondo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CALDORA'>Caldora</a> nel 1447, passò in seguito alla famiglia Del Gesso e nel 1628 ai Berardo; nel Settecento fu invece sotto la giurisdizione dei Caracciolo, principi di Villa Santa Maria -Giulio Caracciolo fece edificare il borgo che da lui prese il nome di Giuliopoli-. L'esistenza dell'antica abbazia è testimoniata da alcuni relitti della toponomastica ma soprattutto dai ruderi ancora oggi visibili a sud di Colle Manzo. Coeva è la torre che si erge nella parte alta del paese, fra le poche testimonianze del passato sopravvissute all'ultimo conflitto mondiale.

Economia

In questo piccolo comune, popolato ai nostri giorni da poche anime e per giunta in fase di sensibiledecremento demografico, la vita è scandita da ritmi tranquilli, non si ode il frastuono della civiltà moderna e l'uomo è in armonia con se stesso e con la natura. Una parte della popolazione attiva si dedica alle poche coltivazioni consentite dalla natura dei luoghi -cereali, patate e vite- e alla pastorizia, mentre languiscono i settori avanzati dell'economia: praticamente assente l'industria, piccole e non certo numerose le attività commerciali, inadeguati i servizi, che non includono l'intermediazione finanziaria ma hanno finito per accogliere una subagenzia assicurativa. La qualità della vita non è adeguatamente sostenuta dal sistema delle infrastrutture di servizio. Il comune non possiede che gli ordinari uffici municipali e postali ed è privo di strutture scolastiche; ha invece una biblioteca comunale, puntello delle attività di un circolo ricreativo, culturale e sportivo, e un apparato ricettivo di tutto rispetto, che include anche un ostello della gioventù; lo sci è uno sport molto amato dai rosellani ma è assicurata anche la possibilità di praticare altre forme di esercizio fisico in alcuni campi da tennis, di bocce e di calcio; le strutture sanitarie non erogano i servizi più qualificanti.

In questo piccolo comune, popolato ai nostri giorni da poche anime e per giunta in fase di sensibiledecremento demografico, la vita è scandita da ritmi tranquilli, non si ode il frastuono della civiltà moderna e l'uomo è in armonia con se stesso e con la natura. Una parte della popolazione attiva si dedica alle poche coltivazioni consentite dalla natura dei luoghi -cereali, patate e vite- e alla pastorizia, mentre languiscono i settori avanzati dell'economia: praticamente assente l'industria, piccole e non certo numerose le attività commerciali, inadeguati i servizi, che non includono l'intermediazione finanziaria ma hanno finito per accogliere una subagenzia assicurativa. La qualità della vita non è adeguatamente sostenuta dal sistema delle infrastrutture di servizio. Il comune non possiede che gli ordinari uffici municipali e postali ed è privo di strutture scolastiche; ha invece una biblioteca comunale, puntello delle attività di un circolo ricreativo, culturale e sportivo, e un apparato ricettivo di tutto rispetto, che include anche un ostello della gioventù; lo sci è uno sport molto amato dai rosellani ma è assicurata anche la possibilità di praticare altre forme di esercizio fisico in alcuni campi da tennis, di bocce e di calcio; le strutture sanitarie non erogano i servizi più qualificanti.

Relazioni

A disposizione dei turisti che, sempre più numerosi, mettono alla prova la loro abilità di sciatori sulle piste del comprensorio, c'è anche la riserva naturale istituita per tutelare l'ultimo nucleo spontaneo di abeti bianchi. Nel mese di agosto una gran quantità di specialità locali viene imbandita in occasione della più tipica sagra locale, il cui nome suona come un invito -"Arritruvemmece a la piazza"-. L'8 settembre si svolge la festa in onore della Madonna delle Grazie e per l'occasione la statua della Vergine, conservata per il resto dell'anno nell'omonimo santuario fuori del paese, viene portata in processione e sosta di casa in casa. Il Patrono S. Nicola si festeggia il 7 settembre.

A disposizione dei turisti che, sempre più numerosi, mettono alla prova la loro abilità di sciatori sulle piste del comprensorio, c'è anche la riserva naturale istituita per tutelare l'ultimo nucleo spontaneo di abeti bianchi. Nel mese di agosto una gran quantità di specialità locali viene imbandita in occasione della più tipica sagra locale, il cui nome suona come un invito -"Arritruvemmece a la piazza"-. L'8 settembre si svolge la festa in onore della Madonna delle Grazie e per l'occasione la statua della Vergine, conservata per il resto dell'anno nell'omonimo santuario fuori del paese, viene portata in processione e sosta di casa in casa. Il Patrono S. Nicola si festeggia il 7 settembre.

Località

Bosco Monte la Rocca, Giuliopoli, Monte del Cerro, Quarto di San Giovanni-Vallazzuna

Bosco Monte la Rocca, Giuliopoli, Monte del Cerro, Quarto di San Giovanni-Vallazzuna

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Rosello rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.