
Descrizione
Comune di pianura, di origini medievali, con un’economia basata prevalentemente sull’agricoltura. I rocchesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati nel capoluogo comunale, tranne una piccola parte, distribuita tra alcune case sparse e le località Paretone e Chianche. Il territorio ha un profilo geometrico ondulato, con qualche variazione altimetrica più accentuata. L’abitato, dominato dal castello medievale, non fa registrare segni di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo di cielo e su un mare ondato d’argento, un costone verde che sostiene una rocca d’oro con un torrione quadrato; sul capo d’argento spicca uno scorpione nero.
Storia
Citata per la prima volta, come “casalis Rocae”, in un documento della fine del XV secolo, è sorta in una zona abitata fin da tempi ben più antichi, stando ai reperti archeologici rinvenuti nelle sue vicinanze, che attestano la presenza nel territorio di insediamenti di iapigi e greci. Il toponimo è composto dal termine “rocca”, inteso nel senso di ‘fortezza’, e dall’aggettivo “forzata”, aggiunto nella seconda metà del Cinquecento, quando il feudo fu assegnato ai La Forza, che unirono il proprio nome a quello originario del borgo. Popolata da una colonia di albanesi, nel Quattrocento, dopo la rivolta dei baroni contro il re di Napoli fu inserita nel regio demanio e, dall’inizio del XVI secolo, concessa a più famiglie, tra cui i Mathes e i Renesi. Estintosi quest’ultimo casato, nella seconda metà del Seicento pervenne al nobile Domenico Ungaro, il quale la vendette ai Chiurlya, cui appartenne fino all’inizio del XIX secolo. Acquistata l’autonomia amministrativa, in forza della legge napoleonica che abolì il sistema feudale, partecipò alle successive vicende del resto della provincia. Tra i beni architettonici di maggiore rilievo figurano: il castello baronale, del Quattrocento, facente parte del sistema difensivo periferico di Taranto; la cinquecentesca parrocchiale della Santissima Trinità e la chiesa di San Nicola. Meta di pellegrinaggi da più località del circondario è il santuario della Madonna della Camera: stando alla tradizione, nella seconda metà del XV secolo, un’immagine della Vergine col Bambino sarebbe apparsa in un casolare al principe albanese Skanderbeg che, con i suoi armati, stava seminando il terrore nella zona, inducendolo a ritirarsi.
Economia
Se si escludono gli uffici municipali e postali, non ve ne sono altri degni di nota: sul posto manca anche la stazione dei carabinieri. L’agricoltura, che fa registrare una forte contrazione nel numero degli addetti al settore, si basa sulla produzione di cereali, frumento, ortaggi, uve, olivo e frutta. Le attività industriali sono pressoché inesistenti. A livello artigianale degna di nota è la lavorazione della pietra leccese. Il terziario si compone della rete distributiva (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono assicurazioni e fondi pensione. Manca il servizio bancario, oltre a strutture sociali, sportive e per il tempo libero di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche permettono di frequentare le classi dell’obbligo. La capacità ricettiva è limitata alla sola ristorazione. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.
Relazioni
Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i semplici ma genuini piatti della sua cucina, tra cui: la pasta fatta a mano e condita con sughi o legumi; la trippa in umido; gli involtini di carne di cavallo. Dolci tradizionali sono: i taralli ricoperti di “scileppo” e i fichi secchi con le mandorle. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi; a essi la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto, oltre che per lavoro. Tra le manifestazioni tradizionali merita di essere citata la festa della Madonna della Camera, che si svolge il giovedì dopo Pasqua. Il mercato settimanale ha luogo il lunedì. La festa del Patrono, Sant’Elia, viene celebrata il 20 luglio.
Località
Monteparano, Paretone
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Roccaforzata rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 1.827
- Lat 40° 26' 12,93'' 40.43692500
- Long 17° 23' 18,41'' 17.38844722
- CAP 74020
- Prefisso 099
- Codice ISTAT 073023
- Codice Catasto H409
- Altitudine slm 145 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/11 al 31/03 per 10 ore/giorno C/1303 - Superficie 5.72 Km2
- Densità 319,41 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 06:03
- Tramonto 17:54
- IACCA Roberto
- Via Giovanni XXIII 8
- 74020 (TA) Puglia
- protocollo.comuneroccaforzata@pec.rupar.puglia.it
- comune.roccaforzata@tiscalinet.it
- www.comune.roccaforzata.ta.it/
- 80005170735
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