Descrizione

Comune di montagna di origine medievale; è sostenuto prevalentemente dalle attività rurali, affiancate dal turismo. La comunità dei rocchiggiani, che presenta un indice di vecchiaia particolarmente elevato, è distribuita nel capoluogo comunale, nelle località di Pantana, Posticciola e Vallecupola, in diversi aggregati urbani minori e in numerose case sparse sui fondi. L’abitato, allungato su uno sperone, è sovrastato dal maestoso castello e conserva tracce evidenti della sua origine medievale, nonostante la sensibile espansione edilizia che lo ha interessato negli ultimi decenni. Il territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di Ascrea, presenta significative oscillazioni altimetriche, che ne rendono irregolare il profilo geometrico e particolarmente vario il paesaggio: boschi di faggi e castagni ammantano le pendici del monte Sole, ai piedi del quale si trova l’abitato, nonché quelle degli altri rilievi che formano la catena del monte Navegna; nella valle solcata dal fiume Turano abbondano invece i seminativi e i vigneti. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una torre d’argento, merlata “alla guelfa” e sovrastata da un’aquila d’oro in volo.

Comune di montagna di origine medievale; è sostenuto prevalentemente dalle attività rurali, affiancate dal turismo. La comunità dei rocchiggiani, che presenta un indice di vecchiaia particolarmente elevato, è distribuita nel capoluogo comunale, nelle località di Pantana, Posticciola e Vallecupola, in diversi aggregati urbani minori e in numerose case sparse sui fondi. L’abitato, allungato su uno sperone, è sovrastato dal maestoso castello e conserva tracce evidenti della sua origine medievale, nonostante la sensibile espansione edilizia che lo ha interessato negli ultimi decenni. Il territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di Ascrea, presenta significative oscillazioni altimetriche, che ne rendono irregolare il profilo geometrico e particolarmente vario il paesaggio: boschi di faggi e castagni ammantano le pendici del monte Sole, ai piedi del quale si trova l’abitato, nonché quelle degli altri rilievi che formano la catena del monte Navegna; nella valle solcata dal fiume Turano abbondano invece i seminativi e i vigneti. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una torre d’argento, merlata “alla guelfa” e sovrastata da un’aquila d’oro in volo.

Storia

Fondata intorno all’XI secolo d.C., è menzionata nelle fonti documentarie a partire dal 1084; inserita nei possedimenti dell’abbazia di Farfa, divenne in seguito feudo dei Brancaleone e poi dei Mareri, ai quali fu confiscata nel 1510 da Carlo V, che l’assegnò a Giangiorgio Sforza Cesarini. I Cesarini la governarono per tutto il XVI secolo, facendo erigere il poderoso castello tuttora esistente. Nel Seicento fu venduta ai Mattei, ai quali seguirono numerosi altri feudatari, quali i Lante Della Rovere e i Muti; nel 1780 fu al centro di una lunga controversia legale tra i Braschi Onesti e i Curti Lepri, che se ne contendevano il possesso. I Curti Lepri riuscirono ad avere la meglio e ne furono gli ultimi feudatari. Il toponimo è un composto di “rocca” e di “Sinibalda”, forma di aspetto aggettivale tratta dal personale Sinibaldo; quest’ultimo si riferisce a sua volta a un nobile di origine longobarda che fu conte e rettore della Sabina dal 1058 al 1065 e che si tramanda abbia dato origine al borgo. Sovrasta l’abitato il grandioso castello, progettato da Baldassarre Peruzzi e dichiarato nel 1928 monumento nazionale per il suo insigne valore storico-architettonico. Caratterizzato da una mole possente, è costituito dal maschio e dall’elegante palazzo residenziale, collegati da un complesso sistema di muraglie e torrioni; l’interno è suddiviso in due ampi cortili e in tre sfarzosi appartamenti principali, impreziositi da affreschi del Seicento e del Settecento: in queste stanze soggiornò anche il poeta Vincenzo Monti. Fu il cardinale Cesarini a concepire la trasformazione della modesta rocca originaria nella splendida e robusta costruzione ancora oggi perfettamente conservata, grazie anche al restauro operato dalla famiglia Corbi nel 1928. Tra le altre testimonianze storico-architettoniche figurano la parrocchiale di Sant’Agapito e la chiesa di Santa Maria della Neve, nella quale si trova una pregevole croce processionale cinquecentesca in argento sbalzato.

Fondata intorno all’XI secolo d.C., è menzionata nelle fonti documentarie a partire dal 1084; inserita nei possedimenti dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a>, divenne in seguito feudo dei Brancaleone e poi dei Mareri, ai quali fu confiscata nel 1510 da Carlo V, che l’assegnò a Giangiorgio <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SFORZA'>Sforza</a> Cesarini. I Cesarini la governarono per tutto il XVI secolo, facendo erigere il poderoso castello tuttora esistente. Nel Seicento fu venduta ai Mattei, ai quali seguirono numerosi altri feudatari, quali i Lante <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=DELLAROVERE'>Della Rovere</a> e i Muti; nel 1780 fu al centro di una lunga controversia legale tra i Braschi Onesti e i Curti Lepri, che se ne contendevano il possesso. I Curti Lepri riuscirono ad avere la meglio e ne furono gli ultimi feudatari. Il toponimo è un composto di “rocca” e di “Sinibalda”, forma di aspetto aggettivale tratta dal personale Sinibaldo; quest’ultimo si riferisce a sua volta a un nobile di origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDA'>longobarda</a> che fu conte e rettore della Sabina dal 1058 al 1065 e che si tramanda abbia dato origine al borgo. Sovrasta l’abitato il grandioso castello, progettato da Baldassarre Peruzzi e dichiarato nel 1928 monumento nazionale per il suo insigne valore storico-architettonico. Caratterizzato da una mole possente, è costituito dal maschio e dall’elegante palazzo residenziale, collegati da un complesso sistema di muraglie e torrioni; l’interno è suddiviso in due ampi cortili e in tre sfarzosi appartamenti principali, impreziositi da affreschi del Seicento e del Settecento: in queste stanze soggiornò anche il poeta Vincenzo Monti. Fu il cardinale Cesarini a concepire la trasformazione della modesta rocca originaria nella splendida e robusta costruzione ancora oggi perfettamente conservata, grazie anche al restauro operato dalla famiglia Corbi nel 1928. Tra le altre testimonianze storico-architettoniche figurano la parrocchiale di Sant’Agapito e la chiesa di Santa Maria della Neve, nella quale si trova una pregevole croce processionale cinquecentesca in argento sbalzato.

Economia

Il turismo, in costante aumento, va acquistando importanza nell’ambito dell’economia locale, ancora dominata dalle attività rurali, specializzate nella produzione di mais, patate, legumi, uva e castagne. Il settore secondario annovera pochissime imprese di dimensione artigianale attive nei comparti alimentare, edile e del legno mentre la rete commerciale, poco articolata, è in grado di soddisfare soltanto le esigenze basilari della comunità; il comparto dei servizi include comunque il credito. Nel comune si trovano gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, le scuole dell’obbligo e la farmacia; mancano tuttavia strutture culturali di rilievo e, per quanto riguarda la ricettività, strutture per il soggiorno.

Il turismo, in costante aumento, va acquistando importanza nell’ambito dell’economia locale, ancora dominata dalle attività rurali, specializzate nella produzione di mais, patate, legumi, uva e castagne. Il settore secondario annovera pochissime imprese di dimensione artigianale attive nei comparti alimentare, edile e del legno mentre la rete commerciale, poco articolata, è in grado di soddisfare soltanto le esigenze basilari della comunità; il comparto dei servizi include comunque il credito. Nel comune si trovano gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, le scuole dell’obbligo e la farmacia; mancano tuttavia strutture culturali di rilievo e, per quanto riguarda la ricettività, strutture per il soggiorno.

Relazioni

L’imponente castello, forse il più bello di tutta la provincia, costituisce la sua principale attrattiva: situato in splendida posizione panoramica sulla valle del fiume Turano, ospita, tra l’altro, un bellissimo giardino pensile, recentemente restaurato, in cui si trovano probabilmente le stesse specie vegetali che lo adornavano nel Cinquecento. Nelle vicinanze dell’abitato si trova anche il bacino artificiale del Turano, ottenuto negli anni Trenta del Novecento dallo sbarramento dell’omonimo fiume e oggi apprezzata meta turistica: è possibile praticarvi la pesca e vari sport acquatici; inoltre, pittoreschi borghi medievali, in alcuni casi perfettamente conservati, altre volte in rovina ma non meno suggestivi, si specchiano nelle sue limpide acque. La festa del Patrono Sant’Agapito si celebra il primo giugno.

L’imponente castello, forse il più bello di tutta la provincia, costituisce la sua principale attrattiva: situato in splendida posizione panoramica sulla valle del fiume Turano, ospita, tra l’altro, un bellissimo giardino pensile, recentemente restaurato, in cui si trovano probabilmente le stesse specie vegetali che lo adornavano nel Cinquecento. Nelle vicinanze dell’abitato si trova anche il bacino artificiale del Turano, ottenuto negli anni Trenta del Novecento dallo sbarramento dell’omonimo fiume e oggi apprezzata meta turistica: è possibile praticarvi la pesca e vari sport acquatici; inoltre, pittoreschi borghi medievali, in alcuni casi perfettamente conservati, altre volte in rovina ma non meno suggestivi, si specchiano nelle sue limpide acque. La festa del Patrono Sant’Agapito si celebra il primo giugno.

Località

Bacino Idroelettriro, Convento, Magnalardo, Pantana, Posticciola, Tomassella, Torricchia, Vallecupola

Bacino Idroelettriro, Convento, Magnalardo, Pantana, Posticciola, Tomassella, Torricchia, Vallecupola

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Rocca Sinibalda rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.