Descrizione

Comune medievale dal profilo collinare, più regolare nei pressi del fiume che ne delimita il confine meridionale. La piccola comunità dei riparbellini, caratterizzata da un indice di vecchiaia particolarmente alto, è insediata anche nelle località di Apparita, Fagiolaia e S. Martino. L'economia è essenzialmente incentrata sulla produzione agricola, risultando decisamente scarso l'apporto all'attività turistica. La composizione dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, ricorda due diversi periodi storici. Su uno sfondo azzurro troviamo infatti un palo d'oro con lo stemma di Firenze, dal caratteristico giglio, raffigurato al centro: il giglio rievoca la dominazione della Repubblica fiorentina, mentre i colori azzurro e oro si riferiscono ai marchesi Carlotti, che ebbero la supremazia su queste terre per concessione di Ferdinando II.  

Comune medievale dal profilo collinare, più regolare nei pressi del fiume che ne delimita il confine meridionale. La piccola comunità dei riparbellini, caratterizzata da un indice di vecchiaia particolarmente alto, è insediata anche nelle località di Apparita, Fagiolaia e S. Martino. L'economia è essenzialmente incentrata sulla produzione agricola, risultando decisamente scarso l'apporto all'attività turistica. La composizione dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, ricorda due diversi periodi storici. Su uno sfondo azzurro troviamo infatti un palo d'oro con lo stemma di Firenze, dal caratteristico giglio, raffigurato al centro: il giglio rievoca la dominazione della Repubblica fiorentina, mentre i colori azzurro e oro si riferiscono ai marchesi Carlotti, che ebbero la supremazia su queste terre per concessione di Ferdinando II.  

Storia

In epoca medievale il suo castello fu a lungo conteso tra l'arcivescovo di Pisa e il comune di Volterra finché, nel XII secolo, passò definitivamente sotto il controllo di Pisa. Nel 1406, ancor prima della caduta della città, si sottomise volontariamente a Firenze alle cui sorti rimase legata fino ai primi decenni del sec. XVII, ad eccezione di due episodi: nel 1477 fu occupata da Alfonso d'Aragona e dal 1494 al 1508 si liberò dal controllo della potenza dominante. Nel 1635 fu eretta a marchesato e infeudata alla famiglia Carlotti, che nel 1737 la vendette alla famiglia Ginori. Divenne Comune autonomo nel XVIII secolo con le riforme leopoldine. Nel corso della sua storia e fino ai giorni nostri il paese ha conservato in gran parte la sua vocazione agricolo-artigianale e la caratteristica di piccolo centro tranquillo.  

In epoca medievale il suo castello fu a lungo conteso tra l'arcivescovo di Pisa e il comune di Volterra finché, nel XII secolo, passò definitivamente sotto il controllo di Pisa. Nel 1406, ancor prima della caduta della città, si sottomise volontariamente a Firenze alle cui sorti rimase legata fino ai primi decenni del sec. XVII, ad eccezione di due episodi: nel 1477 fu occupata da Alfonso d'Aragona e dal 1494 al 1508 si liberò dal controllo della potenza dominante. Nel 1635 fu eretta a marchesato e infeudata alla famiglia Carlotti, che nel 1737 la vendette alla famiglia Ginori. Divenne Comune autonomo nel XVIII secolo con le riforme leopoldine. Nel corso della sua storia e fino ai giorni nostri il paese ha conservato in gran parte la sua vocazione agricolo-artigianale e la caratteristica di piccolo centro tranquillo.  

Economia

L'andamento dell'economia nel complesso è attestato su valori bassi. L'esistenza scorre, in maniera appartata, secondo ritmi lenti ed abitudinari. La più importante attività interna è rappresentata dall'agricoltura, con coltivazioni di ortaggi, olivi e viti. La produzione vinicola -particolarmente rinomato il Montescudaio Doc- è curata e destinata alla commercializzazione. Accanto a piccoli laboratori artigianali soltanto un'impresa di materiali da costruzione appare strutturata con un proprio impianto industriale. I servizi locali sono poco sviluppati: quelle ricettive, nonostante la presenza di un'azienda agri-turistica con maneggio annesso, risultano di scarso rilievo. La tutela del patrimonio boschivo è affidata ad una stazione del Corpo forestale e la raccolta del risparmio è garantita dalla posta e dalla banca.  

L'andamento dell'economia nel complesso è attestato su valori bassi. L'esistenza scorre, in maniera appartata, secondo ritmi lenti ed abitudinari. La più importante attività interna è rappresentata dall'agricoltura, con coltivazioni di ortaggi, olivi e viti. La produzione vinicola -particolarmente rinomato il Montescudaio Doc- è curata e destinata alla commercializzazione. Accanto a piccoli laboratori artigianali soltanto un'impresa di materiali da costruzione appare strutturata con un proprio impianto industriale. I servizi locali sono poco sviluppati: quelle ricettive, nonostante la presenza di un'azienda agri-turistica con maneggio annesso, risultano di scarso rilievo. La tutela del patrimonio boschivo è affidata ad una stazione del Corpo forestale e la raccolta del risparmio è garantita dalla posta e dalla banca.  

Relazioni

Nei rapporti con l'esterno prevale una tendenza centrifuga determinata dall'attrazione delle aziende di Pomarance e di Cecina. Nel paese non si è imposta una vera e propria volontà di sfruttare sistematicamente la risorsa turistica, anche a causa della mancanza di monumenti di rilievo e la carenza di strutture -insieme a quelle alberghiere anche le attrezzature per lo sport ed il tempo libero appaiono limitate, mentre il mercato immobiliare offre scarse possibilità-. Comunque, anche se solo in parte, tali carenze vengono compensate dal patrimonio di risorse paesaggistiche nonché dalla vicinanza di stazioni balneari (in estate) ed in autunno in particolare dalla caratteristica caccia al cinghiale, animale che viene "festeggiato" in novembre nel corso della sagra detta appunto "del cinghiale". Altri momenti di aggregazione e di festa si offrono durante la manifestazione "Toscana Vacanze", dal 15 al 22 marzo, e in occasione della fiera annuale che si tiene la prima domenica di agosto. La celebrazione del Santo Patrono, Giovanni Evangelista, ricorre il 27 dicembre.

Nei rapporti con l'esterno prevale una tendenza centrifuga determinata dall'attrazione delle aziende di Pomarance e di Cecina. Nel paese non si è imposta una vera e propria volontà di sfruttare sistematicamente la risorsa turistica, anche a causa della mancanza di monumenti di rilievo e la carenza di strutture -insieme a quelle alberghiere anche le attrezzature per lo sport ed il tempo libero appaiono limitate, mentre il mercato immobiliare offre scarse possibilità-. Comunque, anche se solo in parte, tali carenze vengono compensate dal patrimonio di risorse paesaggistiche nonché dalla vicinanza di stazioni balneari (in estate) ed in autunno in particolare dalla caratteristica caccia al cinghiale, animale che viene "festeggiato" in novembre nel corso della sagra detta appunto "del cinghiale". Altri momenti di aggregazione e di festa si offrono durante la manifestazione "Toscana Vacanze", dal 15 al 22 marzo, e in occasione della fiera annuale che si tiene la prima domenica di agosto. La celebrazione del Santo Patrono, Giovanni Evangelista, ricorre il 27 dicembre.

Località

San Martino

San Martino

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Riparbella rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.