Descrizione

Comune di collina, di origine medievale, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole. I rifreddesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, con il maggior numero di residenti, pochi nuclei urbani minori e un elevato numero di case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, interessato da crescita edilizia, è posto in una conca e si protende verso la pianura circondata da vigneti e coltivi; il suo andamento plano-altimetrico è tipico collinare.

Comune di collina, di origine medievale, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole. I rifreddesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, con il maggior numero di residenti, pochi nuclei urbani minori e un elevato numero di case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, interessato da crescita edilizia, è posto in una conca e si protende verso la pianura circondata da vigneti e coltivi; il suo andamento plano-altimetrico è tipico collinare.

Storia

L’etimo del toponimo è di facile individuazione: deriva dal nome di uno dei piccoli corsi d’acqua che scorrono nel territorio, il rio Freddo, già citato nei secolari documenti d’archivio come “Rivus Frigidus”. La sua storia documentata prese avvio all’inizio del XIII secolo e la sua istituzione fu voluta, nel 1219, dalla nobile Agnese, figlia di Manfredi II, allora marchese di Saluzzo, che vi vedeva la possibilità di controllare meglio, soprattutto politicamente, la Valle Po. Le sue vicende furono sempre intrecciate non solo con i vicini centri religiosi, in particolare l’abbazia di Staffarda, ma anche con quelle del marchesato di Saluzzo, seguendone parallelamente le sorti, fino alla sua caduta, il territorio marchionale passò sotto il controllo francese e poi, nel 1601, venne inglobato nel ducato di Savoia. Allora ebbe inizio anche il declino del monastero, che, nel 1592, spostò la sua sede religiosa a Saluzzo, mentre il borgo, nel 1657, divenne feudo del marchese Havard di Senantes e, successivamente, nel 1703, degli Isnardi del castello di Caraglio. Il decreto napoleonico del 1802 soppresse, insieme a tutti gli ordini religiosi, anche questa secolare istituzione, dando avvio al degrado dell’edificio che passò successivamente in mano a proprietà privata. Il monumento storico-architettonico di maggior pregio è il palazzo comunale, attualmente sede del municipio, che presenta un’originale facciata a vela quattrocentesca, diventata il simbolo del comune. Un altro storico edificio è l’antica parrocchiale di San Nicolao, al cui interno è possibile apprezzare le linee architettoniche originarie del Quattrocento. Degno di nota è anche il santuario della Madonna del Devesio, centro di devozione per le popolazioni della zona.

L’etimo del toponimo è di facile individuazione: deriva dal nome di uno dei piccoli corsi d’acqua che scorrono nel territorio, il rio Freddo, già citato nei secolari documenti d’archivio come “Rivus Frigidus”. La sua storia documentata prese avvio all’inizio del XIII secolo e la sua istituzione fu voluta, nel 1219, dalla nobile Agnese, figlia di Manfredi II, allora marchese di Saluzzo, che vi vedeva la possibilità di controllare meglio, soprattutto politicamente, la Valle <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PO'>Po</a>. Le sue vicende furono sempre intrecciate non solo con i vicini centri religiosi, in particolare l’abbazia di Staffarda, ma anche con quelle del marchesato di Saluzzo, seguendone parallelamente le sorti, fino alla sua caduta, il territorio marchionale passò sotto il controllo francese e poi, nel 1601, venne inglobato nel ducato di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>. Allora ebbe inizio anche il declino del monastero, che, nel 1592, spostò la sua sede religiosa a Saluzzo, mentre il borgo, nel 1657, divenne feudo del marchese Havard di Senantes e, successivamente, nel 1703, degli Isnardi del castello di Caraglio. Il decreto napoleonico del 1802 soppresse, insieme a tutti gli ordini religiosi, anche questa secolare istituzione, dando avvio al degrado dell’edificio che passò successivamente in mano a proprietà privata. Il monumento storico-architettonico di maggior pregio è il palazzo comunale, attualmente sede del municipio, che presenta un’originale facciata a vela quattrocentesca, diventata il simbolo del comune. Un altro storico edificio è l’antica parrocchiale di San Nicolao, al cui interno è possibile apprezzare le linee architettoniche originarie del Quattrocento. Degno di nota è anche il santuario della Madonna del Devesio, centro di devozione per le popolazioni della zona.

Economia

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali e frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. Il tessuto industriale è rappresentato da piccole imprese operanti nei comparti alimentare (tra cui quello della lavorazione e conservazione delle carni e dei prodotti lattiero-caseario), delle confezioni, della fabbricazione dei mobili, dell’industria metallurgica e dell’edilizia. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi, che però non comprendono quello bancario. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi materne ed elementari. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Il servizio sanitario fornisce localmente la sola assistenza farmaceutica.

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali e frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. Il tessuto industriale è rappresentato da piccole imprese operanti nei comparti alimentare (tra cui quello della lavorazione e conservazione delle carni e dei prodotti lattiero-caseario), delle confezioni, della fabbricazione dei mobili, dell’industria metallurgica e dell’edilizia. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi, che però non comprendono quello bancario. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi materne ed elementari. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Il servizio sanitario fornisce localmente la sola assistenza farmaceutica.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, la cordialità dei suoi abitanti e la felice posizione in una vasta conca ben soleggiata potrebbero costituire comunque un valido motivo di richiamo. Diverse strade forestali e numerosi sentieri, che collegano le varie zone del territorio rifreddese e dei comuni limitrofi, consentono di effettuare in qualunque stagione interessanti e facili escursioni, a piedi, a cavallo o in bici, con la possibilità di cogliere aspetti interessanti sotto il profilo naturalistico e culturale. Numerose sono le tradizioni a cui è legata: tra tutte va segnalata quella dell’albero di maggio, che si può far risalire ai riti celtici che con essa festeggiavano il risveglio della natura. Per una vecchissima consuetudine, la festa viene effettuata la terza domenica di luglio e non nei giorni coincidenti con la ricorrenza, il 21 giugno, poiché in quella data si era impegnati, come lavoratori stagionali, nella raccolta del grano nelle campagne della pianura saluzzese. Un altro momento rituale, molto sentito dai rifreddesi, si ha la prima domenica di agosto, con la festa della Madonna della Neve, a cui è dedicato il santuario della Madonna del Devesio. La zona retrostante la chiesa, ombreggiata da maestosi castagni, è stata attrezzata con tavoli e panche, per potervi consumare i pasti nei giorni della festa, come vuole la tradizione. Il Patrono, San Luigi, si festeggia la terza domenica di luglio. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, la cordialità dei suoi abitanti e la felice posizione in una vasta conca ben soleggiata potrebbero costituire comunque un valido motivo di richiamo. Diverse strade forestali e numerosi sentieri, che collegano le varie zone del territorio rifreddese e dei comuni limitrofi, consentono di effettuare in qualunque stagione interessanti e facili escursioni, a piedi, a cavallo o in bici, con la possibilità di cogliere aspetti interessanti sotto il profilo naturalistico e culturale. Numerose sono le tradizioni a cui è legata: tra tutte va segnalata quella dell’albero di maggio, che si può far risalire ai riti celtici che con essa festeggiavano il risveglio della natura. Per una vecchissima consuetudine, la festa viene effettuata la terza domenica di luglio e non nei giorni coincidenti con la ricorrenza, il 21 giugno, poiché in quella data si era impegnati, come lavoratori stagionali, nella raccolta del grano nelle campagne della pianura saluzzese. Un altro momento rituale, molto sentito dai rifreddesi, si ha la prima domenica di agosto, con la festa della Madonna della Neve, a cui è dedicato il santuario della Madonna del Devesio. La zona retrostante la chiesa, ombreggiata da maestosi castagni, è stata attrezzata con tavoli e panche, per potervi consumare i pasti nei giorni della festa, come vuole la tradizione. Il Patrono, San Luigi, si festeggia la terza domenica di luglio. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.

Località

Canali, Parrocchia, Riva Borghino, Riva Fruin

Canali, Parrocchia, Riva Borghino, Riva Fruin

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Rifreddo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.