Descrizione

Comune di montagna, di origine antica, la cui economia si basa su modeste iniziative industriali e un crescente sviluppo turistico. I premiesi, con un indice di vecchiaia elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in numerosi aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio, comprendente le aree speciali Corno di Cramec, Pizzo Martello e Pizzo Pojala (montagne disabitate), nonché parte dei laghi Busin inferiore e minore, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate (da un minimo di 538 a un massimo di 2.963 metri sul livello del mare). L’abitato, in forte espansione edilizia, sorge su un vasto terrazzo alluvionale inciso da una profonda forra.

Comune di montagna, di origine antica, la cui economia si basa su modeste iniziative industriali e un crescente sviluppo turistico. I premiesi, con un indice di vecchiaia elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in numerosi aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio, comprendente le aree speciali Corno di Cramec, Pizzo Martello e Pizzo Pojala (montagne disabitate), nonché parte dei laghi Busin inferiore e minore, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate (da un minimo di 538 a un massimo di 2.963 metri sul livello del mare). L’abitato, in forte espansione edilizia, sorge su un vasto terrazzo alluvionale inciso da una profonda forra.

Storia

Il toponimo sembrerebbe costituire la versione al femminile del nome personale “Primia”. Poco plausibile appare poi il riferimento a “Premme”, detto dell’acqua che trasuda dai muri o dal suolo. Tuttavia, secondo alcuni, potrebbe trarre le sue origini anche dalla base latina PROEDIUM, ovvero ‘fondo ruristico, podere’. Secondo una tradizione, anticamente vi era una località denominata “Premia” tra Piota e Rozzaro e sembra sia stata seppellita da una frana. Questa località, dove vennero rinvenute tombe databili all’età augustea e un molino a mano di epoca pre-romana, è ancora chiamata “Prem”. Fu un’antica sede del casato dei De Rodis, signori della parte superiore dell’Ossola in epoca medievale, che dominarono questo territorio dal XIII secolo sino al 1546: con diploma di Ottone IV del 25 maggio 1210, il capostipite, Guido I De Rodis, ottenne i feudi delle colonie tedesco-vallesane di Formazza, Salecchio, Ausone, Cologno e Costa. Ai De Rodis è da ricondursi la fondazione, nel XIII secolo, dell’Ospizio di San Bernardo, un’istituzione assistenziale e religiosa del cui vasto complesso rimane solo la chiesa di San Bernardo. I ritrovamenti archeologi documentano che nel territorio erano presenti insediamenti umani, costituiti probabilmente da popolazioni leponzie, sin dai primi anni dell’era cristiana. Tra le testimonianze storico-architettoniche merita di essere citata la chiesa parrocchiale, a tre navate, dedicata a San Michele, che sorse nella prima metà del 1600 sulla pianta di una cappella gentilizia eretta nel 1250; la parrocchiale di San Rocco, caratterizzata da un duplice peristilio di colonne quadrate in pietra lavorata, e, infine, la chiesa di San Rocco, della seconda metà del XVI secolo.

Il toponimo sembrerebbe costituire la versione al femminile del nome personale “Primia”. Poco plausibile appare poi il riferimento a “Premme”, detto dell’acqua che trasuda dai muri o dal suolo. Tuttavia, secondo alcuni, potrebbe trarre le sue origini anche dalla base latina PROEDIUM, ovvero ‘fondo ruristico, podere’. Secondo una tradizione, anticamente vi era una località denominata “Premia” tra Piota e Rozzaro e sembra sia stata seppellita da una frana. Questa località, dove vennero rinvenute tombe databili all’età augustea e un molino a mano di epoca pre-romana, è ancora chiamata “Prem”. Fu un’antica sede del casato dei De Rodis, signori della parte superiore dell’Ossola in epoca medievale, che dominarono questo territorio dal XIII secolo sino al 1546: con diploma di Ottone IV del 25 maggio 1210, il capostipite, Guido I De Rodis, ottenne i feudi delle colonie tedesco-vallesane di Formazza, Salecchio, Ausone, Cologno e Costa. Ai De Rodis è da ricondursi la fondazione, nel XIII secolo, dell’Ospizio di San Bernardo, un’istituzione assistenziale e religiosa del cui vasto complesso rimane solo la chiesa di San Bernardo. I ritrovamenti archeologi documentano che nel territorio erano presenti insediamenti umani, costituiti probabilmente da popolazioni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=LEPONZIE'>leponzie</a>, sin dai primi anni dell’era cristiana. Tra le testimonianze storico-architettoniche merita di essere citata la chiesa parrocchiale, a tre navate, dedicata a San Michele, che sorse nella prima metà del 1600 sulla pianta di una cappella gentilizia eretta nel 1250; la parrocchiale di San Rocco, caratterizzata da un duplice peristilio di colonne quadrate in pietra lavorata, e, infine, la chiesa di San Rocco, della seconda metà del XVI secolo.

Economia

È sede, tra l’altro, della Comunità montana e di Pro Loco. L’economia locale è rimasta solo in parte legata alle attività agro-pastorali; si allevano bovini, ovini e caprini. L’industria si compone di piccole aziende che operano nei comparti metallurgico, edile, della lavorazione del legno e dell’estrazione della pietra. Interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella produzione di vasellame. Il terziario non fornisce servizi più qualificati, come quello bancario, ma la rete distributiva è sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Le scuole assicurano l’istruzione materna ed elementare. Per il tempo libero si può disporre di una pista di pattinaggio con ghiaccio artificiale, che nel periodo estivo è adibita a campo da pallavolo, pista da pattinaggio a rotelle e campo da tennis con fondo in tappeto sintetico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. La totale assenza di strutture sanitarie costringe la popolazione a spostarsi anche per i servizi di base.

È sede, tra l’altro, della Comunità montana e di Pro Loco. L’economia locale è rimasta solo in parte legata alle attività agro-pastorali; si allevano bovini, ovini e caprini. L’industria si compone di piccole aziende che operano nei comparti metallurgico, edile, della lavorazione del legno e dell’estrazione della pietra. Interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella produzione di vasellame. Il terziario non fornisce servizi più qualificati, come quello bancario, ma la rete distributiva è sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Le scuole assicurano l’istruzione materna ed elementare. Per il tempo libero si può disporre di una pista di pattinaggio con ghiaccio artificiale, che nel periodo estivo è adibita a campo da pallavolo, pista da pattinaggio a rotelle e campo da tennis con fondo in tappeto sintetico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. La totale assenza di strutture sanitarie costringe la popolazione a spostarsi anche per i servizi di base.

Relazioni

Offre una miriade di itinerari turistici: traversate in quota, tranquille passeggiate, visite ad alpeggi quali la magnifica conca dell’Alpe Vova coronata da maestose montagne. Da qui inoltre si può ammirare la cascata del rio d’Alba, che scende sulla roccia da un’altezza di 329 metri ed è spettacolare nei giorni di pioggia intensa. Numerose sono le escursioni: a Rozzaro, dove si possono ammirare i resti dell’ospizio di San Bernardo, fondato nel secolo XIII dai feudatari De Rodis; a Uriezzo e Maiesso, dove si può godere di uno spettacolo unico nel suo genere, un parco glaciologico di rara evidenza fatto di forre, orridi e tortuosi meandri di roccia dovuti a una lenta erosione fluviale; a Salecchio, villaggio alpino “walser” di rara bellezza con abitazioni in legno su verdi prati coronati da boschi di larici e abeti. Tra le manifestazioni periodiche sono da segnalare: il 23 giugno, la festa dell’oratorio di San Bernardo, a Rozzaro; l’8 luglio, la festa alpestre all’Alpe Vova; il 9 e 10 agosto, la serata dei balli popolari e la serata dedicata alle arti, ai mestieri e alle antiche usanze. Il Patrono, San Michele, si festeggia il 29 settembre.

Offre una miriade di itinerari turistici: traversate in quota, tranquille passeggiate, visite ad alpeggi quali la magnifica conca dell’Alpe Vova coronata da maestose montagne. Da qui inoltre si può ammirare la cascata del rio d’Alba, che scende sulla roccia da un’altezza di 329 metri ed è spettacolare nei giorni di pioggia intensa. Numerose sono le escursioni: a Rozzaro, dove si possono ammirare i resti dell’ospizio di San Bernardo, fondato nel secolo XIII dai feudatari De Rodis; a Uriezzo e Maiesso, dove si può godere di uno spettacolo unico nel suo genere, un parco glaciologico di rara evidenza fatto di forre, orridi e tortuosi meandri di roccia dovuti a una lenta erosione fluviale; a Salecchio, villaggio alpino “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=WALSER'>walser</a>” di rara bellezza con abitazioni in legno su verdi prati coronati da boschi di larici e abeti. Tra le manifestazioni periodiche sono da segnalare: il 23 giugno, la festa dell’oratorio di San Bernardo, a Rozzaro; l’8 luglio, la festa alpestre all’Alpe Vova; il 9 e 10 agosto, la serata dei balli popolari e la serata dedicata alle arti, ai mestieri e alle antiche usanze. Il Patrono, San Michele, si festeggia il 29 settembre.

Località

Altoggio, Cadarese, Chioso, Corno di Cramec, Crego, Cristo, Laghi, Passo, Piedilago, Pioda, Pizzo Martello, Pizzo Pojala, Rivasco, San Rocco

Altoggio, Cadarese, Chioso, Corno di Cramec, Crego, Cristo, Laghi, Passo, Piedilago, Pioda, Pizzo Martello, Pizzo Pojala, Rivasco, San Rocco

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Premia rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.