Descrizione

Centro di pianura, di origine antica, che basa la propria economia su un sostanziale equilibrio tra l’attività agricola e quella industriale. I poveglianesi presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media e risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale -contiguo al centro Villafranca di Verona del comune-, e nella località Madonna dell’Uva Secca; il resto della popolazione si distribuisce in nuclei urbani minori, oltre che in molte case sparse. Il territorio, ricco di corsi d’acqua, ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato, che fa registrare una forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico di pianura.

Centro di pianura, di origine antica, che basa la propria economia su un sostanziale equilibrio tra l’attività agricola e quella industriale. I poveglianesi presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media e risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale -contiguo al centro Villafranca di Verona del comune-, e nella località Madonna dell’Uva Secca; il resto della popolazione si distribuisce in nuclei urbani minori, oltre che in molte case sparse. Il territorio, ricco di corsi d’acqua, ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato, che fa registrare una forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico di pianura.

Storia

Il toponimo deriva dalla gens Popilia, che guidata da Caio Popilio Lenate nel II secolo a.C. varcò il Po. I primi insediamenti abitativi sono riferibili all’età del bronzo. Numerosi sono stati i ritrovamenti di necropoli di quell’epoca. La presenza romana è ampiamente documentata dai ritrovamenti di monete e altre suppellettili. La leggenda vuole che sia stata distrutta da Attila durante le invasioni barbariche. Furono i longobardi nell’ VIII secolo ad organizzare l’intero territorio in villaggio. Di questo periodo rimangono alcuni documenti membranacei, come una concessione di terre del 763 e il testamento di Engelberto in due atti, uno dell’846 e l’altro dell’861. Successivamente entrò nell’orbita dei possessi dell’abbazia di Nonantola. Fu interessata dai disordini provocati dagli scontri tra il conte di San Bonifacio e gli Ezzelino. Dopodiché, grazie alla dominazione della casa scaligera, ebbe un periodo di pace. Con la proclamazione della Repubblica veneta nel 1405 fu inclusa nei possedimenti di quest’ultima. La sua storia successiva non evidenzia avvenimenti di particolare rilievo e segue quella dei territori circostanti. Il suo patrimonio storico-architettonico conserva prestigiose testimonianze artistiche; tra queste vi sono: villa Bellodoro del XVII secolo, palazzo Bellodoro, il Santuario della Madonna dell’Uva Secca e la chiesa parrocchiale in stile neoclassico.

Il toponimo deriva dalla gens Popilia, che guidata da Caio Popilio Lenate nel II secolo a.C. varcò il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=PO'>Po</a>. I primi insediamenti abitativi sono riferibili all’età del bronzo. Numerosi sono stati i ritrovamenti di necropoli di quell’epoca. La presenza romana è ampiamente documentata dai ritrovamenti di monete e altre suppellettili. La leggenda vuole che sia stata distrutta da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=ATTILA'>Attila</a> durante le invasioni barbariche. Furono i longobardi nell’ VIII secolo ad organizzare l’intero territorio in villaggio. Di questo periodo rimangono alcuni documenti membranacei, come una concessione di terre del 763 e il testamento di Engelberto in due atti, uno dell’846 e l’altro dell’861. Successivamente entrò nell’orbita dei possessi dell’abbazia di Nonantola. Fu interessata dai disordini provocati dagli scontri tra il conte di San Bonifacio e gli Ezzelino. Dopodiché, grazie alla dominazione della casa <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=SCALIGERA'>scaligera</a>, ebbe un periodo di pace. Con la proclamazione della Repubblica veneta nel 1405 fu inclusa nei possedimenti di quest’ultima. La sua storia successiva non evidenzia avvenimenti di particolare rilievo e segue quella dei territori circostanti. Il suo patrimonio storico-architettonico conserva prestigiose testimonianze artistiche; tra queste vi sono: villa Bellodoro del XVII secolo, palazzo Bellodoro, il Santuario della Madonna dell’Uva Secca e la chiesa parrocchiale in stile neoclassico.

Economia

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Nell’economia locale l’agricoltura rappresenta una delle principali fonti di reddito per la popolazione; si differenzia nelle coltivazioni di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti e alberi da frutta. L’attività zootecnica si sostanzia dell’allevamento ovino, suino, cui si aggiunge quello avicolo. Numerose sono anche le attività industriali, il comparto alimentare è specializzato nel lattiero-caseario, ci sono fabbriche per la confezione di altri articoli di vestiario e accessori, fabbricazione di vetro, industrie metalmeccaniche, edile, dell’editoria, per la produzione di mobili e la fabbricazione del vetro. Sviluppato è il terziario, presente con una rete commerciale e l’insieme di servizi sufficiente alle esigenze primarie della popolazione; vanno segnalati il servizio bancario, l’attività radiotelevisiva, quella per la fornitura di software e la consulenza in materia informatica da parte di aziende specializzate. Nelle scuole del posto si impartisce la sola istruzione obbligatoria. Le strutture culturali sono rappresentate dal museo civico archeologico, mentre non si registrano impianti sportivi e strutture per il tempo libero. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno; si registra la presenza di un agriturismo. Le strutture sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgervi altrove.

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Nell’economia locale l’agricoltura rappresenta una delle principali fonti di reddito per la popolazione; si differenzia nelle coltivazioni di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti e alberi da frutta. L’attività zootecnica si sostanzia dell’allevamento ovino, suino, cui si aggiunge quello avicolo. Numerose sono anche le attività industriali, il comparto alimentare è specializzato nel lattiero-caseario, ci sono fabbriche per la confezione di altri articoli di vestiario e accessori, fabbricazione di vetro, industrie metalmeccaniche, edile, dell’editoria, per la produzione di mobili e la fabbricazione del vetro. Sviluppato è il terziario, presente con una rete commerciale e l’insieme di servizi sufficiente alle esigenze primarie della popolazione; vanno segnalati il servizio bancario, l’attività radiotelevisiva, quella per la fornitura di software e la consulenza in materia informatica da parte di aziende specializzate. Nelle scuole del posto si impartisce la sola istruzione obbligatoria. Le strutture culturali sono rappresentate dal museo civico archeologico, mentre non si registrano impianti sportivi e strutture per il tempo libero. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno; si registra la presenza di un agriturismo. Le strutture sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgervi altrove.

Relazioni

Non è una meta turistica particolarmente rinomata e frequentata, soprattutto per l’assenza di attrattive particolarmente significative, mentre rappresenta un punto di riferimento per quanti cercano lavoro sia nel settore agricolo e sia in quello industriale, viste le numerose opportunità di lavoro che offre, assorbendo così molta manodopera. I rapporti con i comuni del circondario non sono rilevanti, a questi, comunque, si rivolge, per l’istruzione secondaria di secondo grado e per l’epletamento di pratiche burocratiche assenti sul posto. Non si segnalano tradizionali eventi ricorrenti nell’ambito fieristico o folcloristico, del tipo di quelli che solitamente hanno una notevole capacità attrattiva nei confronti del circondario. La festa del Patrono, San Martino, si celebra l’11 novembre. È gemellata con Krnov, Repubblica Ceca.

Non è una meta turistica particolarmente rinomata e frequentata, soprattutto per l’assenza di attrattive particolarmente significative, mentre rappresenta un punto di riferimento per quanti cercano lavoro sia nel settore agricolo e sia in quello industriale, viste le numerose opportunità di lavoro che offre, assorbendo così molta manodopera. I rapporti con i comuni del circondario non sono rilevanti, a questi, comunque, si rivolge, per l’istruzione secondaria di secondo grado e per l’epletamento di pratiche burocratiche assenti sul posto. Non si segnalano tradizionali eventi ricorrenti nell’ambito fieristico o folcloristico, del tipo di quelli che solitamente hanno una notevole capacità attrattiva nei confronti del circondario. La festa del Patrono, San Martino, si celebra l’11 novembre. È gemellata con Krnov, Repubblica Ceca.

Località

Centrale Elettrica, I Casotti, I Casotti dei Ronchi, Le Bazene, Madonna dell'Uva Secca

Centrale Elettrica, I Casotti, I Casotti dei Ronchi, Le Bazene, Madonna dell'Uva Secca

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Povegliano Veronese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.