Descrizione

Centro collinare, di antica origine, che affianca alla tradizionale agricoltura alcune attività nel settore del commercio e dell’industria. La comunità dei pomaricani, che presenta un indice di vecchiaia nella media, si concentra essenzialmente nel capoluogo comunale e in alcune case sparse. Il territorio, dal profilo geometrico irregolare, mostra variazioni di quota irregolari. L’abitato, che è interessato da una forte espansione edilizia, malgrado l’andamento demografico, ha uno sviluppo plano-altimetrico vario e irregolare. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, raffigura, in campo azzurro, un albero di pomo piantato su un monte verde a tre cime.

Centro collinare, di antica origine, che affianca alla tradizionale agricoltura alcune attività nel settore del commercio e dell’industria. La comunità dei pomaricani, che presenta un indice di vecchiaia nella media, si concentra essenzialmente nel capoluogo comunale e in alcune case sparse. Il territorio, dal profilo geometrico irregolare, mostra variazioni di quota irregolari. L’abitato, che è interessato da una forte espansione edilizia, malgrado l’andamento demografico, ha uno sviluppo plano-altimetrico vario e irregolare. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, raffigura, in campo azzurro, un albero di pomo piantato su un monte verde a tre cime.

Storia

Il primitivo insediamento ebbe origine durante la colonizzazione greca nella zona, formandosi poco lontano dall’attuale abitato, in corrispondenza del sito dell’antica “Pomarico”, nota attualmente con il nome di “Pomarico Vecchio”. Il toponimo deriva dal latino POMARIUS, ossia ‘da frutta’, o anche da POMARIUM, con il significato di ‘frutteto, pometo’, cui è stato aggiunto il suffisso -ICUS. In realtà tale denominazione è stata preceduta da un’altra più antica, che compare nei documenti medievali: a quell’epoca, infatti, era noto come “Castro Cicurio” o addirittura “Chichiros”, secondo una ricostruzione toponomastica del Corcia. Nell’XI secolo apparteneva alla famiglia Macabei, che dopo alcuni anni ne fece dono al monastero benedettino di Montescaglioso. Durante la dominazione sveva, il territorio comunale e l’abitato furono oggetto di conquista da parte di Lucasino Favetta ma, grazie all’intervento del re Carlo d’Angiò, nella seconda metà del ‘200 tornò tra i possedimenti del monastero. Da quel momento iniziò la lunga parentesi feudale, con l’alternarsi di numerose signorie al potere: prima fu di proprietà dei Grisoni, quindi dei D’Avalos; a questi seguirono i Saraceni, poi i D’Aragona, gli Orsini, i Naselli, i Miroballo e, sul finire del XVIII secolo, i Donnaperna, con i quali ebbe termine la feudalità. Il patrimonio architettonico si compone del convento di Sant’Antonio con la chiesa omonima, del palazzo Donnaperna, detto anche palazzo marchesale, della barocca chiesa di S. Michele, della chiesa dedicata a S. Rocco, edificata nel ‘600, e dei pochi resti del castello situato nella parte alta dell’abitato.

Il primitivo insediamento ebbe origine durante la colonizzazione greca nella zona, formandosi poco lontano dall’attuale abitato, in corrispondenza del sito dell’antica “Pomarico”, nota attualmente con il nome di “Pomarico Vecchio”. Il toponimo deriva dal latino POMARIUS, ossia ‘da frutta’, o anche da POMARIUM, con il significato di ‘frutteto, pometo’, cui è stato aggiunto il suffisso -ICUS. In realtà tale denominazione è stata preceduta da un’altra più antica, che compare nei documenti medievali: a quell’epoca, infatti, era noto come “Castro Cicurio” o addirittura “Chichiros”, secondo una ricostruzione toponomastica del Corcia. Nell’XI secolo apparteneva alla famiglia Macabei, che dopo alcuni anni ne fece dono al monastero <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=BENEDETTINO'>benedettino</a> di Montescaglioso. Durante la dominazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=SVEVA'>sveva</a>, il territorio comunale e l’abitato furono oggetto di conquista da parte di Lucasino Favetta ma, grazie all’intervento del re Carlo d’Angiò, nella seconda metà del ‘200 tornò tra i possedimenti del monastero. Da quel momento iniziò la lunga parentesi feudale, con l’alternarsi di numerose signorie al potere: prima fu di proprietà dei Grisoni, quindi dei D’Avalos; a questi seguirono i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=SARACENI'>Saraceni</a>, poi i D’Aragona, gli Orsini, i Naselli, i Miroballo e, sul finire del XVIII secolo, i Donnaperna, con i quali ebbe termine la feudalità. Il patrimonio architettonico si compone del convento di Sant’Antonio con la chiesa omonima, del palazzo Donnaperna, detto anche palazzo marchesale, della barocca chiesa di S. Michele, della chiesa dedicata a S. Rocco, edificata nel ‘600, e dei pochi resti del castello situato nella parte alta dell’abitato.

Economia

L’attività economica più diffusa sul territorio comunale è la tradizionale agricoltura, che si basa sulla coltivazione di cereali, in particolare il frumento, di ortaggi, di foraggio, di uva, di olivo, di agrumi e di frutta. Si pratica anche l’allevamento del bestiame, soprattutto ovini e caprini ma anche bovini, suini ed equini. Non manca nel quadro economico locale il settore industriale, anche se di piccole dimensioni, specializzato nella produzione alimentare, metallurgica, edile, tessile, del legno, di motocicli e biciclette. L’unico servizio garantito dal terziario è quello bancario. Sono assenti strutture sociali quali asili nido e case di riposo; nelle scuole si impartisce l’istruzione dell’obbligo, mentre la biblioteca comunale permette l’approfondimento culturale. La capacità ricettiva garantisce esclusivamente la ristorazione e l’unica struttura sanitaria sul posto è rappresentata dalla farmacia.

L’attività economica più diffusa sul territorio comunale è la tradizionale agricoltura, che si basa sulla coltivazione di cereali, in particolare il frumento, di ortaggi, di foraggio, di uva, di olivo, di agrumi e di frutta. Si pratica anche l’allevamento del bestiame, soprattutto ovini e caprini ma anche bovini, suini ed equini. Non manca nel quadro economico locale il settore industriale, anche se di piccole dimensioni, specializzato nella produzione alimentare, metallurgica, edile, tessile, del legno, di motocicli e biciclette. L’unico servizio garantito dal terziario è quello bancario. Sono assenti strutture sociali quali asili nido e case di riposo; nelle scuole si impartisce l’istruzione dell’obbligo, mentre la biblioteca comunale permette l’approfondimento culturale. La capacità ricettiva garantisce esclusivamente la ristorazione e l’unica struttura sanitaria sul posto è rappresentata dalla farmacia.

Relazioni

La presenza di bellezze naturali incontaminate e la vicinanza all’oasi del lago di S. Giuliano favoriscono un discreto flusso turistico sul posto. In compenso, però, si verifica una certa tendenza centrifuga, causata dall’assenza di adeguate strutture, di istituti di istruzione secondaria di secondo grado e di possibilità di lavoro, il che determina rapporti particolarmente intensi con il circondario. Tra le manifestazioni più significative della tradizione locale c’è la rassegna dei gruppi folcloristici lucani, che si svolge nel mese di agosto. Sempre ad agosto si organizzano la sagra dello spiedo d’oro e la festa dell’emigrante. Il Patrono, S. Michele, si festeggia l’8 maggio.

La presenza di bellezze naturali incontaminate e la vicinanza all’oasi del lago di S. Giuliano favoriscono un discreto flusso turistico sul posto. In compenso, però, si verifica una certa tendenza centrifuga, causata dall’assenza di adeguate strutture, di istituti di istruzione secondaria di secondo grado e di possibilità di lavoro, il che determina rapporti particolarmente intensi con il circondario. Tra le manifestazioni più significative della tradizione locale c’è la rassegna dei gruppi folcloristici <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=LUCANI'>lucani</a>, che si svolge nel mese di agosto. Sempre ad agosto si organizzano la sagra dello spiedo d’oro e la festa dell’emigrante. Il Patrono, S. Michele, si festeggia l’8 maggio.

Località

Fondi europei 2021-2027

Comune di Pomarico in phasing-out, appartenente, cioè, a quelle aree che, già comprese nell’Obiettivo 1 nel periodo di programmazione 2000-2006, nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013 sono beneficiarie di un sostegno transitorio accordato in quanto la loro uscita dalle aree economicamente depresse è avvenuta per l’effetto statistico dell’allargamento dell’UE a Paesi con PIL sensibilmente inferiore alla media comunitaria e non solo per progressi economici. Tale sostegno transitorio, che termina nel 2013, è accordato per rendere meno drastico il passaggio da un regime di sostegno a un altro riservato alle aree più prospere. Effetto statistico: Regioni con PIL pc inferiore al 75% della media UE – 15 ma superiore al 75% della media UE – 25.