Descrizione

Comune collinare, di antiche origini, la cui economia si basa prevalentemente su attività agricole e artigianali. I poliesi o polioti, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, numerosissime case sparse e le località Trecroci, Faldella, Fellà, Greciropa, Lia e Menniti, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica. Il territorio, in cui sgorga una sorge d’acqua oligominerale curativa, ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.019 metri di quota. L’abitato, posto su una piccola altura ricca di vegetazione, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è leggermente vario.

Comune collinare, di antiche origini, la cui economia si basa prevalentemente su attività agricole e artigianali. I poliesi o polioti, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, numerosissime case sparse e le località Trecroci, Faldella, Fellà, Greciropa, Lia e Menniti, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica. Il territorio, in cui sgorga una sorge d’acqua oligominerale curativa, ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.019 metri di quota. L’abitato, posto su una piccola altura ricca di vegetazione, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è leggermente vario.

Storia

Sorta in epoca remota, ebbe in origine un solo casale, chiamato Poliolo. Il toponimo, che nella dizione dialettale assume la forma Pulìa, deriva dal greco “polià”, femminile di “poliòs”, ‘vecchio’, per cui ha il significato di ‘la vecchia’; non manca però chi lo riporta al nome di persona Apuleia. Villaggio di Castelmonardo (oggi Filadelfia), ne condivise le sorti, tranne che per un breve periodo, alla fine del XVII secolo, quando venne assegnata al nobile Antonio Domenico de Dura, il quale fu insignito del titolo di marchese. Gravi furono i danni causati dai terremoti che colpirono la zona, nel corso del Seicento, e che spinsero gli abitanti a trasferirsi altrove. Distrutta dal sisma della seconda metà del XVIII secolo, fu in seguito riedificata nel sito attuale. Riconosciuta autonoma e compresa nel cantone di Monteleone, ai tempi della Repubblica Partenopea, col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu inclusa dapprima tra le università del cosiddetto governo di Filadelfia e poi tra i comuni del circondario di Monterosso Calabro. I Borboni, all’indomani del congresso di Vienna, la riportarono nella giurisdizione filadelfiese. Annessa al Regno d’Italia, insieme al resto della regione, partecipò alle successive vicende nazionali e internazionali. Sotto il profilo storico-architettonico interessanti sono: la chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Enrico imperatore; le rovine del vecchio nucleo abitato.

Sorta in epoca remota, ebbe in origine un solo casale, chiamato Poliolo. Il toponimo, che nella dizione dialettale assume la forma Pulìa, deriva dal greco “polià”, femminile di “poliòs”, ‘vecchio’, per cui ha il significato di ‘la vecchia’; non manca però chi lo riporta al nome di persona Apuleia. Villaggio di Castelmonardo (oggi Filadelfia), ne condivise le sorti, tranne che per un breve periodo, alla fine del XVII secolo, quando venne assegnata al nobile Antonio Domenico de Dura, il quale fu insignito del titolo di marchese. Gravi furono i danni causati dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=TERREMOTI'>terremoti</a> che colpirono la zona, nel corso del Seicento, e che spinsero gli abitanti a trasferirsi altrove. Distrutta dal sisma della seconda metà del XVIII secolo, fu in seguito riedificata nel sito attuale. Riconosciuta autonoma e compresa nel cantone di Monteleone, ai tempi della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=REPUBBLICAPARTENOPEA'>Repubblica Partenopea</a>, col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu inclusa dapprima tra le università del cosiddetto governo di Filadelfia e poi tra i comuni del circondario di Monterosso Calabro. I <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=BORBONI'>Borboni</a>, all’indomani del congresso di Vienna, la riportarono nella giurisdizione filadelfiese. Annessa al Regno d’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=ITALIA'>Italia</a>, insieme al resto della regione, partecipò alle successive vicende nazionali e internazionali. Sotto il profilo storico-architettonico interessanti sono: la chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Enrico imperatore; le rovine del vecchio nucleo abitato.

Economia

Se si escludono la stazione dei carabinieri e i consueti uffici municipali e postali, non ve ne sono altri degni di nota. L’agricoltura si basa sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olive e frutta, soprattutto uva e agrumi; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile e della lavorazione del legno. Tra i prodotti dell’artigianato figurano sedie e altri oggetti in legno, di uso domestico, che vengono lavorati al tornio. Non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; una rete distributiva, di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità, completa il panorama del terziario. Va segnalato lo sfruttamento commerciale delle locali acque minerali. Non si registrano particolari strutture sociali, sportive e per il tempo libero. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Se si escludono la stazione dei carabinieri e i consueti uffici municipali e postali, non ve ne sono altri degni di nota. L’agricoltura si basa sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olive e frutta, soprattutto uva e agrumi; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile e della lavorazione del legno. Tra i prodotti dell’artigianato figurano sedie e altri oggetti in legno, di uso domestico, che vengono lavorati al tornio. Non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; una rete distributiva, di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità, completa il panorama del terziario. Va segnalato lo sfruttamento commerciale delle locali acque minerali. Non si registrano particolari strutture sociali, sportive e per il tempo libero. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Meta di un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i semplici ma genuini piatti della sua cucina, godere delle bellezze dell’ambiente naturale, visitare la locale zona archeologica e praticare la pesca nel vicino lago dell’Angitola. Abbastanza frequentata anche per lavoro, grazie alle attività produttive, che consentono di richiamare manodopera dai dintorni, intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono per motivi di studio e per i servizi non disponibili sul posto. Tra le manifestazioni tradizionali meritano di essere citate: la fiera della quarta domenica di settembre e la sagra della posa minuta, che si svolge nello stesso mese. Il Patrono, Sant’Enrico, si festeggia il 13 luglio.

Meta di un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i semplici ma genuini piatti della sua cucina, godere delle bellezze dell’ambiente naturale, visitare la locale zona archeologica e praticare la pesca nel vicino lago dell’Angitola. Abbastanza frequentata anche per lavoro, grazie alle attività produttive, che consentono di richiamare manodopera dai dintorni, intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono per motivi di studio e per i servizi non disponibili sul posto. Tra le manifestazioni tradizionali meritano di essere citate: la fiera della quarta domenica di settembre e la sagra della posa minuta, che si svolge nello stesso mese. Il Patrono, Sant’Enrico, si festeggia il 13 luglio.

Località

Faldella, Lia, Menniti, Trecroci

Faldella, Lia, Menniti, Trecroci

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Polia rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.