Descrizione

Comune collinare, di antiche origini, con un’economia di tipo essenzialmente agricolo. I poggiorsinesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale; una piccola parte vive in case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, fa registrare segni di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, rappresenta, in campo azzurro, due orsi bruni posti su un colle verde e raffigurati nell’atto di tenere, con le zampe anteriori, un covone di grano.

Comune collinare, di antiche origini, con un’economia di tipo essenzialmente agricolo. I poggiorsinesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale; una piccola parte vive in case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, fa registrare segni di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, rappresenta, in campo azzurro, due orsi bruni posti su un colle verde e raffigurati nell’atto di tenere, con le zampe anteriori, un covone di grano.

Storia

I primi insediamenti nella zona risalgono a tempi preistorici, come testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti nel territorio e databili all’età paleolitica. Antica stazione sulla via Appia e sul regio tratturo Melfi-Castellaneta, assunse in origine il nome di Monte Folicato, poi sostituito da quello di Macchia Vetrana e infine dall’attuale, datole dagli Orsini, suoi feudatari. La prima parte del toponimo deriva chiaramente dall’ubicazione dell’abitato su un altipiano. Inserita nel feudo di Castel Garagnone, appartenne agli Altavilla di Andria fin verso la fine del XII secolo, quando fu donata ai cavalieri gerosolimitani di Malta del priorato di Barletta. Proprietà in seguito di altre nobili famiglie, ha condiviso le sorti dei territori circostanti, assoggettati, nel corso del Medioevo, alle dominazioni normanna, sveva, angioina e aragonese. Passata, nel Cinquecento, sotto gli spagnoli, cui subentrarono, nel XVIII secolo, gli Asburgo e i Borboni, nel Seicento entrò a far parte delle proprietà degli Orsini, che trasformarono il piccolo borgo rurale in un vero agglomerato urbano. Rimasta a questo casato fino all’abolizione del feudalesimo, decretata dalle leggi napoleoniche, all’inizio del XIX secolo, fu successivamente annessa a Gravina in Puglia, acquistando l’autonomia amministrativa solo nel 1957. Tra i monumenti spicca la nuova parrocchiale di Maria Santissima Addolorata, eretta dopo il terremoto degli anni Trenta, che arrecò gravissimi danni alla precedente, costruita nel Settecento e dedicata a Santa Maria dei Sette Dolori. Interessanti sono anche: il borgo antico, sviluppatosi attorno al casale Orsini, e, nei dintorni dell’abitato, le varie masserie, nuclei vitali dell’antica civiltà contadina.

I primi insediamenti nella zona risalgono a tempi preistorici, come testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti nel territorio e databili all’età paleolitica. Antica stazione sulla via Appia e sul regio tratturo Melfi-Castellaneta, assunse in origine il nome di Monte Folicato, poi sostituito da quello di Macchia Vetrana e infine dall’attuale, datole dagli Orsini, suoi feudatari. La prima parte del toponimo deriva chiaramente dall’ubicazione dell’abitato su un altipiano. Inserita nel feudo di Castel Garagnone, appartenne agli Altavilla di Andria fin verso la fine del XII secolo, quando fu donata ai cavalieri gerosolimitani di Malta del priorato di Barletta. Proprietà in seguito di altre nobili famiglie, ha condiviso le sorti dei territori circostanti, assoggettati, nel corso del Medioevo, alle dominazioni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PUG&parola=NORMANNA'>normanna</a>, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PUG&parola=SVEVA'>sveva</a>, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PUG&parola=ANGIOINA'>angioina</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PUG&parola=ARAGONESE'>aragonese</a>. Passata, nel Cinquecento, sotto gli spagnoli, cui subentrarono, nel XVIII secolo, gli Asburgo e i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PUG&parola=BORBONI'>Borboni</a>, nel Seicento entrò a far parte delle proprietà degli Orsini, che trasformarono il piccolo borgo rurale in un vero agglomerato urbano. Rimasta a questo casato fino all’abolizione del feudalesimo, decretata dalle leggi napoleoniche, all’inizio del XIX secolo, fu successivamente annessa a Gravina in Puglia, acquistando l’autonomia amministrativa solo nel 1957. Tra i monumenti spicca la nuova parrocchiale di Maria Santissima Addolorata, eretta dopo il terremoto degli anni Trenta, che arrecò gravissimi danni alla precedente, costruita nel Settecento e dedicata a Santa Maria dei Sette Dolori. Interessanti sono anche: il borgo antico, sviluppatosi attorno al casale Orsini, e, nei dintorni dell’abitato, le varie masserie, nuclei vitali dell’antica civiltà contadina.

Economia

Il quadro economico risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uve, olivo e frutta e integrata dall’allevamento di bovini e ovini. Le attività industriali sono limitate a qualche azienda edile e dell’abbigliamento. Modesto è anche il ruolo del terziario: la rete distributiva, di cui si compone, è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione; non sono forniti servizi qualificati, se si eccettua quello bancario. Non dispone di strutture sociali, sportive o ricreative di un certo rilievo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Il quadro economico risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uve, olivo e frutta e integrata dall’allevamento di bovini e ovini. Le attività industriali sono limitate a qualche azienda edile e dell’abbigliamento. Modesto è anche il ruolo del terziario: la rete distributiva, di cui si compone, è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione; non sono forniti servizi qualificati, se si eccettua quello bancario. Non dispone di strutture sociali, sportive o ricreative di un certo rilievo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere del singolare paesaggio murgiano e gustare i semplici ma genuini prodotti locali. I rapporti con i comuni vicini non sono particolarmente intensi; a essi gli abitanti si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto, oltre che per lavoro. Tra le manifestazioni tradizionali, che animano la comunità, richiamando visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: la festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio; quella di San Biagio, con la benedizione della gola dei partecipanti al rito religioso, il 3 febbraio; la processione dei misteri, il venerdì Santo; la festa di San Giuseppe, con l’accensione di falò per le vie del borgo, il 19 marzo; la festa di Sant’Antonio da Padova, con benedizione e distribuzione di pani, il 13 giugno, e la sagra degli involtini, ad agosto. Il mercato quindicinale ha luogo il venerdì. La festa della Patrona, la Madonna Addolorata, viene celebrata il 10 e l’11 agosto: prima della processione il sindaco affida simbolicamente le chiavi cittadine alla Vergine.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere del singolare paesaggio murgiano e gustare i semplici ma genuini prodotti locali. I rapporti con i comuni vicini non sono particolarmente intensi; a essi gli abitanti si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto, oltre che per lavoro. Tra le manifestazioni tradizionali, che animano la comunità, richiamando visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: la festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio; quella di San Biagio, con la benedizione della gola dei partecipanti al rito religioso, il 3 febbraio; la processione dei misteri, il venerdì Santo; la festa di San Giuseppe, con l’accensione di falò per le vie del borgo, il 19 marzo; la festa di Sant’Antonio da Padova, con benedizione e distribuzione di pani, il 13 giugno, e la sagra degli involtini, ad agosto. Il mercato quindicinale ha luogo il venerdì. La festa della Patrona, la Madonna Addolorata, viene celebrata il 10 e l’11 agosto: prima della processione il sindaco affida simbolicamente le chiavi cittadine alla Vergine.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Poggiorsini rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.