Descrizione

Comune di collina, di origine antichissima, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato un modesto tessuto industriale. I pocapagliesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, con il maggior numero di residenti, e le località di Borgo San Martino, Butti, Macellai, Maina, Saliceto e Sperone; il resto della popolazione si distribuisce tra aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico vario, con altitudini che raggiungono i 440 metri di quota. L’abitato, interessato da un fenomeno di forte espansione edilizia, sorge sulla cresta di uno sperone digradante a sud-est verso il fondovalle del fiume; è immerso in un paesaggio da favola: rocche selvagge, case addossate in irte salite che portano al castello, boschi fitti e preziosi vigneti.

Comune di collina, di origine antichissima, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato un modesto tessuto industriale. I pocapagliesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, con il maggior numero di residenti, e le località di Borgo San Martino, Butti, Macellai, Maina, Saliceto e Sperone; il resto della popolazione si distribuisce tra aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico vario, con altitudini che raggiungono i 440 metri di quota. L’abitato, interessato da un fenomeno di forte espansione edilizia, sorge sulla cresta di uno sperone digradante a sud-est verso il fondovalle del fiume; è immerso in un paesaggio da favola: rocche selvagge, case addossate in irte salite che portano al castello, boschi fitti e preziosi vigneti.

Storia

L’etimo del toponimo è di facile individuazione ed è confermato dalle attestazioni medievali che compaiono nel 1197 con “Paucapalea”, allusiva a una scarsa produttività del terreno o a una scarsa crescita in altezza del frumento, dovuta alla qualità del sito, argilloso, e alla posizione in ripido pendio. Tuttavia, la collocazione dell’insediamento su di un cocuzzolo e un’illustrazione presente nel “Codex Astensis”, dove il luogo appare circondato da una fortificazione consistente in una palizzata, suggeriscono a qualche studioso che “palea” potesse essere connessa a PALUS, cioè ‘palo’e che la prima parte della composizione fosse corruzione di un più antico “rocca”, “roca”, di cui tuttavia non resta traccia alcuna nella documentazione medievale. Nel cuore delle terre del Roero e sul margine della pianura del Tanaro, le suggestive colline del borgo sono state luogo ideale per insediamenti umani già dalla preistoria, come documentano le sepolture a incinerazione rinvenute in località Saliceto. In età romana, lo sviluppo dell’abitato, sorto fra le rocche roerine (che, proprio qui, raggiungono la loro più impressionante, maestosa e straordinaria bellezza), venne favorito dalla vicinanza di Pollenzo. Nell’alto Medioevo, e per lungo tempo, fu possesso delle abbazie di Nonantola, nel modenese, e di Breme, in Lomellina, erede diretta dell’abbazia valsusina di Novalesa. Dal XII secolo compare l’infeudazione ai de Paucapalea che poi passerà, dal 1304, ai Falletti di Alba. Sotto il profilo storico-artistico interessanti sono: la parrocchiale dei Santi Giorgio e Donato, costruita tra il 1663 e il 1666, con l’interno ornato da grandi tele, da pitture murali e da un pregevole coro ligneo intarsiato; la chiesa Sant’Agostino, in stile barocco; infine, il castello, che conserva ancora tracce della ricostruzione operata dai Falletti.

L’etimo del toponimo è di facile individuazione ed è confermato dalle attestazioni medievali che compaiono nel 1197 con “Paucapalea”, allusiva a una scarsa produttività del terreno o a una scarsa crescita in altezza del frumento, dovuta alla qualità del sito, argilloso, e alla posizione in ripido pendio. Tuttavia, la collocazione dell’insediamento su di un cocuzzolo e un’illustrazione presente nel “Codex Astensis”, dove il luogo appare circondato da una fortificazione consistente in una palizzata, suggeriscono a qualche studioso che “palea” potesse essere connessa a PALUS, cioè ‘palo’e che la prima parte della composizione fosse corruzione di un più antico “rocca”, “roca”, di cui tuttavia non resta traccia alcuna nella documentazione medievale. Nel cuore delle terre del Roero e sul margine della pianura del Tanaro, le suggestive colline del borgo sono state luogo ideale per insediamenti umani già dalla preistoria, come documentano le sepolture a incinerazione rinvenute in località Saliceto. In età romana, lo sviluppo dell’abitato, sorto fra le rocche roerine (che, proprio qui, raggiungono la loro più impressionante, maestosa e straordinaria bellezza), venne favorito dalla vicinanza di Pollenzo. Nell’alto Medioevo, e per lungo tempo, fu possesso delle abbazie di Nonantola, nel modenese, e di Breme, in Lomellina, erede diretta dell’abbazia valsusina di Novalesa. Dal XII secolo compare l’infeudazione ai de Paucapalea che poi passerà, dal 1304, ai Falletti di Alba. Sotto il profilo storico-artistico interessanti sono: la parrocchiale dei Santi Giorgio e Donato, costruita tra il 1663 e il 1666, con l’interno ornato da grandi tele, da pitture murali e da un pregevole coro ligneo intarsiato; la chiesa Sant’Agostino, in stile barocco; infine, il castello, che conserva ancora tracce della ricostruzione operata dai Falletti.

Economia

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva (utilizzata per la produzione di vino Doc) e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, e avicoli; questi prodotti sostengono l’attività di alcune piccole imprese alimentari. Si pratica anche la silvicoltura. Il settore economico secondario è rappresentato da aziende che operano nei comparti edile, della lavorazione del legno, della fabbricazione di articoli in gomma e in plastica, dei mobili, delle calzature nonché industrie meccaniche e dell’elettronica. Il terziario si compone della rete distributiva (di dimensioni non rilevanti, ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario e assicurativo. Tra le strutture sociali si annoverano case di riposo. Le scuole del posto assicurano l’istruzione materna ed elementare; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Il servizio sanitario assicura quello farmaceutico.

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva (utilizzata per la produzione di vino Doc) e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, e avicoli; questi prodotti sostengono l’attività di alcune piccole imprese alimentari. Si pratica anche la silvicoltura. Il settore economico secondario è rappresentato da aziende che operano nei comparti edile, della lavorazione del legno, della fabbricazione di articoli in gomma e in plastica, dei mobili, delle calzature nonché industrie meccaniche e dell’elettronica. Il terziario si compone della rete distributiva (di dimensioni non rilevanti, ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario e assicurativo. Tra le strutture sociali si annoverano case di riposo. Le scuole del posto assicurano l’istruzione materna ed elementare; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Il servizio sanitario assicura quello farmaceutico.

Relazioni

La suggestiva cornice paesaggistica, caratterizzata dalle splendide rocche del Roero che qui si presentano nella loro più completa bellezza, unita alle affascinanti leggende contadine, come quella della Masca Micillina, una delle più famose streghe piemontesi, fa di essa una meta interessante sia per il turismo, sia per gli studi naturalistici e geologici. A richiamare visitatori, inoltre, contribuiscono anche le numerose manifestazioni che vi si svolgono, tra cui, più di tutte, merita di essere citata la sagra delle castagne e dei funghi, dal sano aspetto contadino, che si tiene nel mese di ottobre. La festa patronale, in onore di San Giusto, si celebra la terza domenica di agosto con la particolare sfilata dei carri sui quali si animano scenette teatrali con tema differente per ogni anno. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.

La suggestiva cornice paesaggistica, caratterizzata dalle splendide rocche del Roero che qui si presentano nella loro più completa bellezza, unita alle affascinanti leggende contadine, come quella della Masca Micillina, una delle più famose streghe piemontesi, fa di essa una meta interessante sia per il turismo, sia per gli studi naturalistici e geologici. A richiamare visitatori, inoltre, contribuiscono anche le numerose manifestazioni che vi si svolgono, tra cui, più di tutte, merita di essere citata la sagra delle castagne e dei funghi, dal sano aspetto contadino, che si tiene nel mese di ottobre. La festa patronale, in onore di San Giusto, si celebra la terza domenica di agosto con la particolare sfilata dei carri sui quali si animano scenette teatrali con tema differente per ogni anno. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.

Località

America, Borgo San Martino, Butti, Case Nuove, Cravioli, Laggera, Macellai, Maina, Mormorè, Saliceto, Sperone, Tarable

America, Borgo San Martino, Butti, Case Nuove, Cravioli, Laggera, Macellai, Maina, Mormorè, Saliceto, Sperone, Tarable

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pocapaglia rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.