Descrizione

Centro collinare, di origine preistorica, la cui economia si fonda sull'attività agricola e zootecnica e su una discreta produzione industriale. La maggior parte dei ploaghesi, che hanno un indice di vecchiaia inferiore alla media, vive nel capoluogo comunale; solo pochi si distribuiscono in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 240 a un massimo di 719 metri sul livello del mare. L'abitato, interessato da forte espansione edilizia, si estende lungo i fianchi di un vulcano spento.

Centro collinare, di origine preistorica, la cui economia si fonda sull'attività agricola e zootecnica e su una discreta produzione industriale. La maggior parte dei ploaghesi, che hanno un indice di vecchiaia inferiore alla media, vive nel capoluogo comunale; solo pochi si distribuiscono in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 240 a un massimo di 719 metri sul livello del mare. L'abitato, interessato da forte espansione edilizia, si estende lungo i fianchi di un vulcano spento.

Storia

Il toponimo, attestato con le forme “Plavaki”, “Plovaki” e “Plovake”, è ritenuto di origine bizantina, dalla voce “Paulákes”. Secondo una spiegazione piuttosto fantasiosa la denominazione deriverebbe dall'antica forma PUBLIUM, dal fondatore PLUBIO, o dal termine fenicio “Palegh”, ‘divisione, squarcio nel terreno, di lava, perché occupa il cratere vulcanico recente'. Sorta in epoca precartaginese, subì la dominazione romana, durante la quale venne denominata Plubium. Quasi completamente distrutta dalle invasioni barbariche del V secolo, il suo insediamento si sviluppò notevolmente nel periodo altomedievale. Entrata a far parte della curatoria di Florinas, venne eretta a diocesi e, nel XII secolo, fu ceduta all'abbazia vallombrosana di San Michele di Salvenero. Nella seconda metà del XIII secolo passò ai Doria e, successivamente, ai Malaspina e ai Giudici d'Arborea. Dopo il dominio aragonese, avutosi nel XIV secolo, iniziò un periodo di forte decadenza che la portò a diventare un semplice villaggio. Tra le vestigia del passato di maggior pregio figurano: la parrocchiale di San Pietro, al cui interno si possono ammirare un coro ligneo del Seicento e una tavola del XIV secolo; le chiesette di Santa Croce e del Rosario, erette nel XV secolo; la chiesa di Sant'Antonio di Salvenero, costruita nel 1100, caratterizzata da una facciata in stile romanico con influssi pisani, ricca di archetti pensili, e, al suo interno, da una pregevole statua di San Michele.

Il toponimo, attestato con le forme “Plavaki”, “Plovaki” e “Plovake”, è ritenuto di origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=BIZANTINA'>bizantina</a>, dalla voce “Paulákes”. Secondo una spiegazione piuttosto fantasiosa la denominazione deriverebbe dall'antica forma PUBLIUM, dal fondatore PLUBIO, o dal termine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=FENICIO'>fenicio</a> “Palegh”, ‘divisione, squarcio nel terreno, di lava, perché occupa il cratere vulcanico recente'. Sorta in epoca precartaginese, subì la dominazione romana, durante la quale venne denominata Plubium. Quasi completamente distrutta dalle invasioni barbariche del V secolo, il suo insediamento si sviluppò notevolmente nel periodo altomedievale. Entrata a far parte della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=CURATORIA'>curatoria</a> di Florinas, venne eretta a diocesi e, nel XII secolo, fu ceduta all'abbazia vallombrosana di San Michele di Salvenero. Nella seconda metà del XIII secolo passò ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DORIA'>Doria</a> e, successivamente, ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=MALASPINA'>Malaspina</a> e ai Giudici <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DARBOREA'>d'Arborea</a>. Dopo il dominio <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ARAGONESE'>aragonese</a>, avutosi nel XIV secolo, iniziò un periodo di forte decadenza che la portò a diventare un semplice villaggio. Tra le vestigia del passato di maggior pregio figurano: la parrocchiale di San Pietro, al cui interno si possono ammirare un coro ligneo del Seicento e una tavola del XIV secolo; le chiesette di Santa Croce e del Rosario, erette nel XV secolo; la chiesa di Sant'Antonio di Salvenero, costruita nel 1100, caratterizzata da una facciata in stile romanico con influssi pisani, ricca di archetti pensili, e, al suo interno, da una pregevole statua di San Michele.

Economia

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. L'agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta; si pratica, inoltre, l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. La discreta realtà industriale si fonda sui comparti alimentare, della lavorazione del legno, del sughero, del vetro, dei materiali da costruzione, metallurgico, degli strumenti ottici e fotografici, dei mobili, della gioielleria e oreficeria, edile e della produzione di energia elettrica. A livello artigianale molto sviluppata è la produzione di tappeti. Il terziario è dotato di una rete commerciale che riesce a soddisfare sufficientemente le esigenze primarie della popolazione; i servizi comprendono quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche garantiscono gli insegnamenti delle classi materne, elementari e medie. Manca una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. L'agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta; si pratica, inoltre, l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. La discreta realtà industriale si fonda sui comparti alimentare, della lavorazione del legno, del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=SUGHERO'>sughero</a>, del vetro, dei materiali da costruzione, metallurgico, degli strumenti ottici e fotografici, dei mobili, della gioielleria e oreficeria, edile e della produzione di energia elettrica. A livello artigianale molto sviluppata è la produzione di tappeti. Il terziario è dotato di una rete commerciale che riesce a soddisfare sufficientemente le esigenze primarie della popolazione; i servizi comprendono quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche garantiscono gli insegnamenti delle classi materne, elementari e medie. Manca una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

La sua appartenenza alla Comunità montana e le affascinanti attrazioni naturali circostanti, quali il lago del Coghinas e il monte Santa Giulia, nonché i vicini siti nuragici di Nieddu e Martine, la rendono meta di un discreto afflusso turistico. È poco frequentata per lavoro essendo le sue attività insufficienti ad assorbire anche la sola manodopera locale. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. Tra gli appuntamenti consueti si segnalano le celebrazioni religiose in onore di Sant'Antonio da Padova, il 13 giugno; Sant'Antonio Abate, la seconda domenica di luglio; la Madonna degli Angeli, la prima domenica di agosto; San Matteo, il 21 settembre. La festa del Patrono, San Pietro, si celebra il 29 giugno. Ha dato i natali allo storico e archeologo Giovanni Spano.

La sua appartenenza alla Comunità montana e le affascinanti attrazioni naturali circostanti, quali il lago del Coghinas e il monte Santa Giulia, nonché i vicini siti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=NURAGICI'>nuragici</a> di Nieddu e Martine, la rendono meta di un discreto afflusso turistico. È poco frequentata per lavoro essendo le sue attività insufficienti ad assorbire anche la sola manodopera locale. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. Tra gli appuntamenti consueti si segnalano le celebrazioni religiose in onore di Sant'Antonio da Padova, il 13 giugno; Sant'Antonio Abate, la seconda domenica di luglio; la Madonna degli Angeli, la prima domenica di agosto; San Matteo, il 21 settembre. La festa del Patrono, San Pietro, si celebra il 29 giugno. Ha dato i natali allo storico e archeologo Giovanni Spano.

Località

Scalo Ferroviario

Scalo Ferroviario

Fondi europei 2021-2027

Comune di Ploaghe in "phasing-in", appartenente, cioè, a quelle aree che -già comprese nell'Obiettivo 1 nel periodo di programmazione comunitaria 2000-2006- nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013, grazie ai progressi economici compiuti, passano nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione" e sono oggetto di finanziamenti speciali in virtù del loro precedente status di territori Obiettivo 1. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.