Descrizione

Comune di montagna, di probabile origine medievale, con un'economia basata sulle tradizionali attività agricole e industriali. I pievesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nelle località Megolo di Mezzo e Rumianca, oltre che in aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 2.250 metri sul livello del mare. L'abitato, posto sul fondovalle, sorge sul conoide di deiezione formato dal rio Marmazza e si è espanso con gli stabilimenti industriali verso nord-est.

Comune di montagna, di probabile origine medievale, con un'economia basata sulle tradizionali attività agricole e industriali. I pievesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nelle località Megolo di Mezzo e Rumianca, oltre che in aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 2.250 metri sul livello del mare. L'abitato, posto sul fondovalle, sorge sul conoide di deiezione formato dal rio Marmazza e si è espanso con gli stabilimenti industriali verso nord-est.

Storia

Il toponimo richiama nel determinato la voce latina PLEBS-BIS, che testimonia la funzione svolta in passato, quando la sua importanza era maggiore. Durante il Medioevo venne infatti fortificata e fu capoluogo del Vergonte, subregione da cui prende il nome il determinante. Strettamente legata alla sua storia è la nascita della chiesa. II primo documento che esplicitamente nomina la pieve di Vergonte è la bolla del Papa Innocenzo II, che la considera proprietà del vescovo di Novara. L'istituzione della pieve risale alla fine del Seicento; la chiesa fu intitolata ai Santi Martiri Vincenzo e Anastasio e fu edificata nell'antico borgo. Durante la prima grave inondazione del 1250 fu danneggiata in modo irreparabile e ricostruita in un luogo più sicuro, oltre il torrente Anza. Di questa chiesa, costruita secondo i canoni romanici a una navata rettangolare, resta ancora oggi l'architrave che sormontava la porta principale, orientata a ovest. Sull'architrave è incisa la data 66 ma lo stemma della “Pars Ferraria” e il tipo di scrittura la fa sicuramente risalire al 1266, anno del completamento dell'edificio. La chiesa aveva raggiunto un'ampiezza ragguardevole quando, ancora una volta, si dovette soccombere agli eventi naturali. La Marmazza con l'andare dei secoli mutò il suo corso originario innalzando lentamente il suo letto. La chiesa si trovò quindi due metri sotto il livello del suolo e fu ripetutamente allagata. Si rese necessario costruire una nuova chiesa a tre navate che venne consacrata nel 1630 e sorse sul vecchio luogo di culto. L'elemento di maggior pregio del patrimonio storico-architettonico è rappresentato proprio dalla chiesa dei Santi Martiri Vincenzo e Anastasio. All'interno ospita l'altare maggiore; le pareti sono decorate con tele del 1600 e affreschi rappresentanti scene dell'Antico e Nuovo Testamento.

Il toponimo richiama nel determinato la voce latina PLEBS-BIS, che testimonia la funzione svolta in passato, quando la sua importanza era maggiore. Durante il Medioevo venne infatti fortificata e fu capoluogo del Vergonte, subregione da cui prende il nome il determinante. Strettamente legata alla sua storia è la nascita della chiesa. II primo documento che esplicitamente nomina la pieve di Vergonte è la bolla del Papa Innocenzo II, che la considera proprietà del vescovo di Novara. L'istituzione della pieve risale alla fine del Seicento; la chiesa fu intitolata ai Santi Martiri Vincenzo e Anastasio e fu edificata nell'antico borgo. Durante la prima grave inondazione del 1250 fu danneggiata in modo irreparabile e ricostruita in un luogo più sicuro, oltre il torrente Anza. Di questa chiesa, costruita secondo i canoni romanici a una navata rettangolare, resta ancora oggi l'architrave che sormontava la porta principale, orientata a ovest. Sull'architrave è incisa la data 66 ma lo stemma della “Pars Ferraria” e il tipo di scrittura la fa sicuramente risalire al 1266, anno del completamento dell'edificio. La chiesa aveva raggiunto un'ampiezza ragguardevole quando, ancora una volta, si dovette soccombere agli eventi naturali. La Marmazza con l'andare dei secoli mutò il suo corso originario innalzando lentamente il suo letto. La chiesa si trovò quindi due metri sotto il livello del suolo e fu ripetutamente allagata. Si rese necessario costruire una nuova chiesa a tre navate che venne consacrata nel 1630 e sorse sul vecchio luogo di culto. L'elemento di maggior pregio del patrimonio storico-architettonico è rappresentato proprio dalla chiesa dei Santi Martiri Vincenzo e Anastasio. All'interno ospita l'altare maggiore; le pareti sono decorate con tele del 1600 e affreschi rappresentanti scene dell'Antico e Nuovo Testamento.

Economia

L'agricoltura, basata sulla produzione di cereali e vite, è integrata dall'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è rappresentato da aziende che operano nei comparti alimentare, tessile, edile, metallurgico, elettronico, delle confezioni, della lavorazione del legno, della gomma, della plastica, della pietra, della produzione e distribuzione di energia elettrica. Il terziario si compone di una rete commerciale (appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell'insieme dei servizi, che comprendono anche quello bancario. Le scuole del posto assicurano l'istruzione obbligatoria; per l'arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca comunale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

L'agricoltura, basata sulla produzione di cereali e vite, è integrata dall'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è rappresentato da aziende che operano nei comparti alimentare, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, edile, metallurgico, elettronico, delle confezioni, della lavorazione del legno, della gomma, della plastica, della pietra, della produzione e distribuzione di energia elettrica. Il terziario si compone di una rete commerciale (appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell'insieme dei servizi, che comprendono anche quello bancario. Le scuole del posto assicurano l'istruzione obbligatoria; per l'arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca comunale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

Relazioni

Considerata la scarsa dotazione di strutture, non figura tra le mete turistiche più celebrate della zona; offre, comunque, agli appassionati di escursionismo, la possibilità di raggiungere i rifugi in alta montagna. Tra le manifestazioni tradizionali meritano di essere citate: l'anniversario della battaglia di Megolo, a febbraio; la festa del pane, a maggio; la festa all'Alpe Pian Lago, ad agosto; la sagra della castagna e la festa di Sant'Orsa, ad ottobre. La festa patronale, dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio, viene celebrata il 22 gennaio.

Considerata la scarsa dotazione di strutture, non figura tra le mete turistiche più celebrate della zona; offre, comunque, agli appassionati di escursionismo, la possibilità di raggiungere i rifugi in alta montagna. Tra le manifestazioni tradizionali meritano di essere citate: l'anniversario della battaglia di Megolo, a febbraio; la festa del pane, a maggio; la festa all'Alpe Pian Lago, ad agosto; la sagra della castagna e la festa di Sant'Orsa, ad ottobre. La festa patronale, dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio, viene celebrata il 22 gennaio.

Località

Loro, Megolo di Cima, Megolo di Fondo, Megolo di Mezzo, Rumianca

Loro, Megolo di Cima, Megolo di Fondo, Megolo di Mezzo, Rumianca

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pieve Vergonte rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.