Descrizione

Centro collinare di origine medievale, la cui popolazione trae sostentamento dalle attività rurali nonché dal promettente avvio del terziario. La stragrande maggioranza dei pietravairanesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, vive concentrata nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce in numerose case sparse sui fondi e nella località di San Felice. Nell’abitato si possono distinguere il nucleo antico, percorso da viuzze gradonate e scaglionato sulle pendici di un rilievo, e la zona moderna, che si sta estendendo nella piana situata ai piedi dell’altura. Il territorio comunale copre con la sua estensione un’ampia zona pianeggiante, solcata da diversi corsi d’acqua e tappezzata di seminativi e pascoli; comprende anche alcuni rilievi di modesta altitudine, sui quali ornielli, frassini e roverelle si mescolano alle specie vegetali tipiche della macchia mediterranea. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è “partito”: da un lato, in campo azzurro, compare un cane rosso, seduto su un monte “all’italiana” verde; dall’altro lato, su fondo rosso, campeggiano cinque spighe di frumento dorate, legate da un nastro azzurro svolazzante.

Centro collinare di origine medievale, la cui popolazione trae sostentamento dalle attività rurali nonché dal promettente avvio del terziario. La stragrande maggioranza dei pietravairanesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, vive concentrata nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce in numerose case sparse sui fondi e nella località di San Felice. Nell’abitato si possono distinguere il nucleo antico, percorso da viuzze gradonate e scaglionato sulle pendici di un rilievo, e la zona moderna, che si sta estendendo nella piana situata ai piedi dell’altura. Il territorio comunale copre con la sua estensione un’ampia zona pianeggiante, solcata da diversi corsi d’acqua e tappezzata di seminativi e pascoli; comprende anche alcuni rilievi di modesta altitudine, sui quali ornielli, frassini e roverelle si mescolano alle specie vegetali tipiche della macchia mediterranea. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è “partito”: da un lato, in campo azzurro, compare un cane rosso, seduto su un monte “all’italiana” verde; dall’altro lato, su fondo rosso, campeggiano cinque spighe di frumento dorate, legate da un nastro azzurro svolazzante.

Storia

È menzionata per la prima volta in un documento pontificio del 1193 d.C. con il nome di CASTRUM PETRAE. A lungo feudo dei Marzano, duchi di Sessa, fu in seguito soggetta a diversi altri illustri signori, tra i quali il capitano spagnolo Consalvo di Cordova e la famiglia Mormile. Nel Settecento pervenne alla famiglia genovese Grimaldi, che ne mantenne il possesso fino al 1806, anno dell’abolizione dei diritti feudali nell’Italia meridionale. Il toponimo, citato in Catalogus Baronum (1150-1168), è un composto di “pietra”; la specificazione fa riferimento al vicino comune di Vairano Patenora e rappresenta una formazione prediale dal personale latino VARIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS. Nel capoluogo comunale si trovano i resti del castello medievale, comprendenti un torrione cilindrico, e la chiesa di Sant’Eraclio; quest’ultima, risalente probabilmente al XII secolo e successivamente rimaneggiata, custodisce alcune interessanti opere d’arte, come la bella statua settecentesca in legno policromo raffigurante San Rocco. Poco distante dall’abitato sorge il santuario di Santa Maria la Vigna, eretto nel Seicento al posto di una precedente cappella quattrocentesca, devastata da un incendio: quest’ultima era stata costruita nel punto in cui, nel 1384, venne rinvenuto, sepolto sotto un albero di ciliegio, un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino; tale dipinto, la cui esistenza, stando a quel che narra la leggenda, fu rivelata da un sogno, si può ancora oggi ammirare nella cripta dell’attuale edificio.

È menzionata per la prima volta in un documento pontificio del 1193 d.C. con il nome di CASTRUM PETRAE. A lungo feudo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=MARZANO'>Marzano</a>, duchi di Sessa, fu in seguito soggetta a diversi altri illustri signori, tra i quali il capitano spagnolo Consalvo di Cordova e la famiglia Mormile. Nel Settecento pervenne alla famiglia genovese <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=GRIMALDI'>Grimaldi</a>, che ne mantenne il possesso fino al 1806, anno dell’abolizione dei diritti feudali nell’Italia meridionale. Il toponimo, citato in <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CATALOGUSBARONUM'>Catalogus Baronum</a> (1150-1168), è un composto di “pietra”; la specificazione fa riferimento al vicino comune di Vairano Patenora e rappresenta una formazione prediale dal personale latino VARIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS. Nel capoluogo comunale si trovano i resti del castello medievale, comprendenti un torrione cilindrico, e la chiesa di Sant’Eraclio; quest’ultima, risalente probabilmente al XII secolo e successivamente rimaneggiata, custodisce alcune interessanti opere d’arte, come la bella statua settecentesca in legno policromo raffigurante San Rocco. Poco distante dall’abitato sorge il santuario di Santa Maria la Vigna, eretto nel Seicento al posto di una precedente cappella quattrocentesca, devastata da un incendio: quest’ultima era stata costruita nel punto in cui, nel 1384, venne rinvenuto, sepolto sotto un albero di ciliegio, un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino; tale dipinto, la cui esistenza, stando a quel che narra la leggenda, fu rivelata da un sogno, si può ancora oggi ammirare nella cripta dell’attuale edificio.

Economia

Le principali fonti di reddito sono rappresentate dalla zootecnia e dal terziario: la prima si articola nell’allevamento di bovini e suini e alimenta l’attività di alcune imprese lattiero-casearie e della lavorazione delle carni –il settore secondario non include altre realtà di rilievo–; il secondo comprende una rete commerciale commisurata alle esigenze della comunità e servizi più qualificati, come quello bancario. Dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma difetta di strutture di rilievo preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale; per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, inoltre, può contare solo sulla farmacia; l’apparato ricettivo, nel complesso assai modesto, non include strutture per il soggiorno.

Le principali fonti di reddito sono rappresentate dalla zootecnia e dal terziario: la prima si articola nell’allevamento di bovini e suini e alimenta l’attività di alcune imprese lattiero-casearie e della lavorazione delle carni –il settore secondario non include altre realtà di rilievo–; il secondo comprende una rete commerciale commisurata alle esigenze della comunità e servizi più qualificati, come quello bancario. Dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma difetta di strutture di rilievo preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale; per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, inoltre, può contare solo sulla farmacia; l’apparato ricettivo, nel complesso assai modesto, non include strutture per il soggiorno.

Relazioni

Al momento non rappresenta una meta turistica particolarmente ricercata ma non manca di attrattive: nel territorio comunale, infatti, è possibile praticare la caccia al cinghiale nei periodi stabiliti dal calendario faunistico-venatorio regionale; inoltre, la cordialità degli abitanti, la tranquillità dei luoghi e l’amenità del paesaggio compensano ampiamente la penuria di svaghi mondani e offrono al visitatore desideroso di sottrarsi ai ritmi caotici della vita moderna un contatto rigenerante con la natura. La festa del Patrono, Sant’Eraclio, si celebra il primo settembre.

Al momento non rappresenta una meta turistica particolarmente ricercata ma non manca di attrattive: nel territorio comunale, infatti, è possibile praticare la caccia al cinghiale nei periodi stabiliti dal calendario faunistico-venatorio regionale; inoltre, la cordialità degli abitanti, la tranquillità dei luoghi e l’amenità del paesaggio compensano ampiamente la penuria di svaghi mondani e offrono al visitatore desideroso di sottrarsi ai ritmi caotici della vita moderna un contatto rigenerante con la natura. La festa del Patrono, Sant’Eraclio, si celebra il primo settembre.

Località

San Felice

San Felice

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pietravairano rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.