Descrizione

Piccola comunità di collina, protetta da una muraglia rocciosa sulla cui sommità si ergono i resti di uno storico castello, presenta un'economia debole, imperniata sulle tradizionali produzioni agricole. La comunità dei pietraferrazzanesi, che presenta un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, risiede per intero nel piccolo capoluogo comunale, formato da caratteristiche costruzioni in pietra che si fondono con i colori e con le forme della roccia -la rupe a cui sono addossate, isolata e con le pareti a picco, le cinge di una stretta protettiva-. L'estensione del territorio comunale è molto ridotta e relativamente uniforme è il suo profilo geometrico: nelle acque del lago del Sangro si specchiano medie e alte colline coperte di boscaglia, di verdi pascoli e di piccole oasi coltivate. Il clima è reso mite dall'influsso termoregolatore del lago e dalle quote modeste.

Piccola comunità di collina, protetta da una muraglia rocciosa sulla cui sommità si ergono i resti di uno storico castello, presenta un'economia debole, imperniata sulle tradizionali produzioni agricole. La comunità dei pietraferrazzanesi, che presenta un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, risiede per intero nel piccolo capoluogo comunale, formato da caratteristiche costruzioni in pietra che si fondono con i colori e con le forme della roccia -la rupe a cui sono addossate, isolata e con le pareti a picco, le cinge di una stretta protettiva-. L'estensione del territorio comunale è molto ridotta e relativamente uniforme è il suo profilo geometrico: nelle acque del lago del Sangro si specchiano medie e alte colline coperte di boscaglia, di verdi pascoli e di piccole oasi coltivate. Il clima è reso mite dall'influsso termoregolatore del lago e dalle quote modeste.

Storia

Nel Catalogus Baronum, documento del XII secolo che ne contiene la più antica citazione, il borgo è compreso fra i possedimenti feudali di Simone di Sangro ed è ricordato come PETRAM GARANZANAM. Munito di importanti opere di fortificazione, intorno alla metà del Quattrocento conobbe la signoria dei Ricci, poi quella di Marino Caracciolo, che lo vendette a Marco Tullio de Tino di Ortona nel 1603 per 3.800 ducati; il suo nome ricorre inoltre nella documentazione superstite accanto a quello delle famiglie Niccolò e Ariani, che vi esercitarono la propria giurisdizione rispettivamente nei primi decenni del XVII secolo e sul finire del XVIII. Il comune ha raggiunto l'attuale assetto territoriale nel 1963, quando ha riacquistato l'autonomia amministrativa da Colledimezzo, a cui era stato aggregato nel 1923. I ruderi di un castello feudale incombono dall'alto della rupe che circonda l'abitato mentre nel tessuto urbano del centro storico si impone all'attenzione la parrocchiale barocca, che conserva pregevoli altari e si presenta con una veste architettonica molto rimaneggiata.

Nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CATALOGUSBARONUM'>Catalogus Baronum</a>, documento del XII secolo che ne contiene la più antica citazione, il borgo è compreso fra i possedimenti feudali di Simone <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DISANGRO'>di Sangro</a> ed è ricordato come PETRAM GARANZANAM. Munito di importanti opere di fortificazione, intorno alla metà del Quattrocento conobbe la signoria dei Ricci, poi quella di Marino <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a>, che lo vendette a Marco Tullio de Tino di Ortona nel 1603 per 3.800 ducati; il suo nome ricorre inoltre nella documentazione superstite accanto a quello delle famiglie Niccolò e Ariani, che vi esercitarono la propria giurisdizione rispettivamente nei primi decenni del XVII secolo e sul finire del XVIII. Il comune ha raggiunto l'attuale assetto territoriale nel 1963, quando ha riacquistato l'autonomia amministrativa da Colledimezzo, a cui era stato aggregato nel 1923. I ruderi di un castello feudale incombono dall'alto della rupe che circonda l'abitato mentre nel tessuto urbano del centro storico si impone all'attenzione la parrocchiale barocca, che conserva pregevoli altari e si presenta con una veste architettonica molto rimaneggiata.

Economia

Davanti allo spettacolo rude e un po' ostile offerto da questo angolo dell'entroterra abruzzese si colgono in un lampo le motivazioni dell'isolamento e le cause dell'immobilismo economico di questo piccolo comune. La linea di tendenza negativa invalsa negli ultimi decenni ha messo in crisi l'agricoltura, tradizionalmente rivolta alla coltivazione di cereali, vite e olivo; ha inibito le iniziative imprenditoriali nel settore dell'industria -poche imprese artigiane di trasformazione dei prodotti agricoli si sforzano di sopravvivere alla bassa congiuntura-, frenato lo sviluppo del commercio e dei servizi e determinato una crisi demografica di proporzioni davvero inquietanti. Del resto, va segnalata anche l'estrema penuria di infrastrutture di servizio, che induce molti ad abbandonare i luoghi di origine e costringe la comunità a dipendere in larga misura dai centri limitrofi. In questo comune, sede della Comunità montana Valsangro, non sono presenti importanti sedi burocratico-amministrative né strutture scolastiche, sanitarie e culturali, strumenti indispensabili alla formazione delle nuove generazioni e alla pura sussistenza; la mancanza di un pur minimo apparato ricettivo si somma inoltre alla scarsità di impianti sportivi, che includono tuttavia un campo da tennis e uno di bocce.

Davanti allo spettacolo rude e un po' ostile offerto da questo angolo dell'entroterra abruzzese si colgono in un lampo le motivazioni dell'isolamento e le cause dell'immobilismo economico di questo piccolo comune. La linea di tendenza negativa invalsa negli ultimi decenni ha messo in crisi l'agricoltura, tradizionalmente rivolta alla coltivazione di cereali, vite e olivo; ha inibito le iniziative imprenditoriali nel settore dell'industria -poche imprese artigiane di trasformazione dei prodotti agricoli si sforzano di sopravvivere alla bassa congiuntura-, frenato lo sviluppo del commercio e dei servizi e determinato una crisi demografica di proporzioni davvero inquietanti. Del resto, va segnalata anche l'estrema penuria di infrastrutture di servizio, che induce molti ad abbandonare i luoghi di origine e costringe la comunità a dipendere in larga misura dai centri limitrofi. In questo comune, sede della Comunità montana Valsangro, non sono presenti importanti sedi burocratico-amministrative né strutture scolastiche, sanitarie e culturali, strumenti indispensabili alla formazione delle nuove generazioni e alla pura sussistenza; la mancanza di un pur minimo apparato ricettivo si somma inoltre alla scarsità di impianti sportivi, che includono tuttavia un campo da tennis e uno di bocce.

Relazioni

Nonostante l'abbondanza di risorse naturalistiche, gli operatori economici stentano a pianificare la valorizzazione turistica del comprensorio. La montagna pietraferrazzanese, le attrattive del vicino lago del Sangro, il folclore intatto di questa gente e il variopinto mosaico dei rituali e delle abitudini contadine sono quindi apprezzati da pochi affezionati villeggianti. La festa della Patrona Santa Vittoria si celebra il 23 dicembre.

Nonostante l'abbondanza di risorse naturalistiche, gli operatori economici stentano a pianificare la valorizzazione turistica del comprensorio. La montagna pietraferrazzanese, le attrattive del vicino lago del Sangro, il folclore intatto di questa gente e il variopinto mosaico dei rituali e delle abitudini contadine sono quindi apprezzati da pochi affezionati villeggianti. La festa della Patrona Santa Vittoria si celebra il 23 dicembre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pietraferrazzana rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.