Descrizione

Comune collinare di origine medievale, con un’economia basata prevalentemente sulle attività rurali. La maggioranza dei poggionativesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, si divide fra il capoluogo comunale, le località di Casali e Monte Santa Maria e un buon numero di case sparse; solo una piccola parte della comunità risiede invece negli aggregati urbani minori di Capolli, Collano, Macaiola e San Benedetto. L’abitato, situato su uno sperone, presenta nella parte antica una struttura a spina di pesce. Le caratteristiche geomorfologiche del territorio comunale, dal profilo geometrico dolcemente ondulato, favoriscono l’insediamento e le colture specializzate: lo scenario naturale è così caratterizzato dal verde brillante delle viti, da quello argenteo degli oliveti e dal giallo dorato delle spighe che in estate coprono i vasti appezzamenti coltivati.

Comune collinare di origine medievale, con un’economia basata prevalentemente sulle attività rurali. La maggioranza dei poggionativesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, si divide fra il capoluogo comunale, le località di Casali e Monte Santa Maria e un buon numero di case sparse; solo una piccola parte della comunità risiede invece negli aggregati urbani minori di Capolli, Collano, Macaiola e San Benedetto. L’abitato, situato su uno sperone, presenta nella parte antica una struttura a spina di pesce. Le caratteristiche geomorfologiche del territorio comunale, dal profilo geometrico dolcemente ondulato, favoriscono l’insediamento e le colture specializzate: lo scenario naturale è così caratterizzato dal verde brillante delle viti, da quello argenteo degli oliveti e dal giallo dorato delle spighe che in estate coprono i vasti appezzamenti coltivati.

Storia

Fondata nel periodo delle invasioni barbariche, si trova menzionata per la prima volta in un documento del 1159, con il quale Rainaldo Senibaldi la donava a papa Adriano IV; interessanti ritrovamenti archeologici attestano comunque un popolamento ben più antico, risalente almeno ad epoca romana. Sul finire del XIV secolo fu occupata da Paolo Savelli, che approfittò del disordine causato dallo scisma di Avignone (1378) per impadronirsi, anche se per breve periodo, delle terre appartenenti alla Santa Sede. Dopo aver subito un brutale saccheggio da parte delle truppe pontificie comandate da Alessandro Sforza (1460), entrò di nuovo in possesso dei Savelli e nel 1625 fu costituita in ducato da papa Urbano VIII. Oberati di debiti, i Savelli nel 1633 la vendettero ai principi Borghese, che la conservarono fino alla soppressione dei diritti feudali. Il toponimo originario era Poggio Donadeo, dal nome del probabile fondatore, mentre quello attuale è una formazione dotta. Nell’ambito del patrimonio storico-architettonico locale spiccano due belle chiese: quella dedicata alla Santissima Annunziata, con una facciata in stile rinascimentale e un interno semplice ma elegante, impreziosito da sontuosi altari barocchi seicenteschi e settecenteschi, e la chiesa di San Paolo, annessa all’omonimo convento –risalente al XIII secolo ma rimaneggiata in seguito, presenta con una facciata settecentesca a portico e un bel portale cosmatesco; all’interno conserva un pregevole coro ligneo e un solenne altare maggiore–. Assai interessanti sono anche i resti di epoca romana affiorati in più punti del territorio comunale.

Fondata nel periodo delle invasioni barbariche, si trova menzionata per la prima volta in un documento del 1159, con il quale Rainaldo Senibaldi la donava a papa Adriano IV; interessanti ritrovamenti archeologici attestano comunque un popolamento ben più antico, risalente almeno ad epoca romana. Sul finire del XIV secolo fu occupata da Paolo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SAVELLI'>Savelli</a>, che approfittò del disordine causato dallo scisma di Avignone (1378) per impadronirsi, anche se per breve periodo, delle terre appartenenti alla Santa Sede. Dopo aver subito un brutale saccheggio da parte delle truppe pontificie comandate da Alessandro <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SFORZA'>Sforza</a> (1460), entrò di nuovo in possesso dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SAVELLI'>Savelli</a> e nel 1625 fu costituita in ducato da papa <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=URBANOVIII'>Urbano VIII</a>. Oberati di debiti, i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SAVELLI'>Savelli</a> nel 1633 la vendettero ai principi <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGHESE'>Borghese</a>, che la conservarono fino alla soppressione dei diritti feudali. Il toponimo originario era Poggio Donadeo, dal nome del probabile fondatore, mentre quello attuale è una formazione dotta. Nell’ambito del patrimonio storico-architettonico locale spiccano due belle chiese: quella dedicata alla Santissima Annunziata, con una facciata in stile rinascimentale e un interno semplice ma elegante, impreziosito da sontuosi altari barocchi seicenteschi e settecenteschi, e la chiesa di San Paolo, annessa all’omonimo convento –risalente al XIII secolo ma rimaneggiata in seguito, presenta con una facciata settecentesca a portico e un bel portale cosmatesco; all’interno conserva un pregevole coro ligneo e un solenne altare maggiore–. Assai interessanti sono anche i resti di epoca romana affiorati in più punti del territorio comunale.

Economia

Il settore primario continua a rappresentare una significativa fonte di reddito e occupazione per la comunità poggionativese: una vastissima porzione del territorio comunale è utilizzata per la produzione di cereali, legumi, olive e uva; è inoltre largamente praticato anche l’allevamento di ovini, bovini, equini e suini. Ancora poco significativa è invece l’incidenza dell’industria, rappresentata da poche imprese di dimensione artigianale e non in grado di assorbire una parte rilevante della manodopera disponibile; il terziario appare in crescita: la rete commerciale, non molto articolata, è adeguata alle esigenze della comunità e il comparto dei servizi annovera il credito e le assicurazioni. La dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità mostra qualche lacuna: il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, dispone delle scuole dell’obbligo e di una biblioteca comunale ma per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, può contare soltanto sulla farmacia; anche l’apparato ricettivo deve essere potenziato, dal momento che comprende esercizi di ristoro ma non strutture per il soggiorno.

Il settore primario continua a rappresentare una significativa fonte di reddito e occupazione per la comunità poggionativese: una vastissima porzione del territorio comunale è utilizzata per la produzione di cereali, legumi, olive e uva; è inoltre largamente praticato anche l’allevamento di ovini, bovini, equini e suini. Ancora poco significativa è invece l’incidenza dell’industria, rappresentata da poche imprese di dimensione artigianale e non in grado di assorbire una parte rilevante della manodopera disponibile; il terziario appare in crescita: la rete commerciale, non molto articolata, è adeguata alle esigenze della comunità e il comparto dei servizi annovera il credito e le assicurazioni. La dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità mostra qualche lacuna: il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, dispone delle scuole dell’obbligo e di una biblioteca comunale ma per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, può contare soltanto sulla farmacia; anche l’apparato ricettivo deve essere potenziato, dal momento che comprende esercizi di ristoro ma non strutture per il soggiorno.

Relazioni

L’aria salubre e la quiete che vi regna incontrastata la rendono un luogo ideale per ritemprare lo spirito e il corpo, lontano dal frastuono della vita moderna; a breve distanza si trova inoltre il monte Elci, sul quale è possibile compiere interessanti escursioni in un ambiente naturale suggestivo e ancora sconosciuto al turismo di massa; è vicina e facilmente raggiungibile anche la celebre abbazia di Farfa, fulcro della vita religiosa, culturale, politica ed economica dell’Italia centrale nel periodo medievale. Alcune manifestazioni folcloristiche contribuiscono a mantenere vive le tradizioni locali, costituendo nello stesso tempo un ulteriore motivo di richiamo: il 17 gennaio si svolge la festa in onore di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, accompagnata dalla sagra della bruschetta, mentre il palio dei rioni e la sagra della ciambella (15-16 agosto) animano il soggiorno dei visitatori durante la bella stagione. La festa del Patrono San Michele si celebra il 29 settembre.

L’aria salubre e la quiete che vi regna incontrastata la rendono un luogo ideale per ritemprare lo spirito e il corpo, lontano dal frastuono della vita moderna; a breve distanza si trova inoltre il monte Elci, sul quale è possibile compiere interessanti escursioni in un ambiente naturale suggestivo e ancora sconosciuto al turismo di massa; è vicina e facilmente raggiungibile anche la celebre <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a>, fulcro della vita religiosa, culturale, politica ed economica dell’Italia centrale nel periodo medievale. Alcune manifestazioni folcloristiche contribuiscono a mantenere vive le tradizioni locali, costituendo nello stesso tempo un ulteriore motivo di richiamo: il 17 gennaio si svolge la festa in onore di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, accompagnata dalla sagra della bruschetta, mentre il palio dei rioni e la sagra della ciambella (15-16 agosto) animano il soggiorno dei visitatori durante la bella stagione. La festa del Patrono San Michele si celebra il 29 settembre.

Località

Casali, Macaiola, Monte Santa Maria

Casali, Macaiola, Monte Santa Maria

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Poggio Nativo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.