Descrizione

Piccola comunità di montagna, sorta nel Medioevo in un sito popolato fin dall’antichità; trae sostentamento quasi esclusivamente dalle attività rurali. I percilesi, che presentano un indice di vecchiaia da primato, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale, situato su uno sperone che si erge al centro di una stretta conca; ad esso si aggiungono solo le poche abitazioni che costituiscono il minuscolo aggregato urbano di Via Piana. L’abitato è immerso nel verde di una natura ancora intatta ed è dominato da due delle vette più selvagge e caratteristiche della catena dei monti Lucretili, il monte Cimata delle Serre, che sfiora i 1.010 metri, e il monte Pellecchia, che con i suoi 1.368 metri di altezza rappresenta la cima più elevata del gruppo. La catena montuosa dei Lucretili desta l’interesse di botanici e naturalisti per la presenza di specie vegetali rare, come lo storace comune, utilizzato sin dall’antichità per la preparazione dell’incenso, e per la caratteristica alternanza di macchia mediterranea e di piante tipicamente appenniniche, quali il faggio, diffusissimo al di sopra degli 800 metri di quota. Notevole è anche la fauna, che annovera specie rare altrove o estinte, come la volpe, il gatto selvatico, lo scoiattolo appenninico e, tra i rapaci, il falco pellegrino e l’aquila reale.

Piccola comunità di montagna, sorta nel Medioevo in un sito popolato fin dall’antichità; trae sostentamento quasi esclusivamente dalle attività rurali. I percilesi, che presentano un indice di vecchiaia da primato, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale, situato su uno sperone che si erge al centro di una stretta conca; ad esso si aggiungono solo le poche abitazioni che costituiscono il minuscolo aggregato urbano di Via Piana. L’abitato è immerso nel verde di una natura ancora intatta ed è dominato da due delle vette più selvagge e caratteristiche della catena dei monti Lucretili, il monte Cimata delle Serre, che sfiora i 1.010 metri, e il monte Pellecchia, che con i suoi 1.368 metri di altezza rappresenta la cima più elevata del gruppo. La catena montuosa dei Lucretili desta l’interesse di botanici e naturalisti per la presenza di specie vegetali rare, come lo storace comune, utilizzato sin dall’antichità per la preparazione dell’incenso, e per la caratteristica alternanza di macchia mediterranea e di piante tipicamente appenniniche, quali il faggio, diffusissimo al di sopra degli 800 metri di quota. Notevole è anche la fauna, che annovera specie rare altrove o estinte, come la volpe, il gatto selvatico, lo scoiattolo appenninico e, tra i rapaci, il falco pellegrino e l’aquila reale.

Storia

Il ritrovamento di alcuni reperti archeologici attesta che era abitata già in epoca romana. La prima citazione riguardante un insediamento nell’agro percilese è contenuta in un atto del 314 d.C. ma la nascita dell’attuale abitato è probabilmente avvenuta tra il IX e il X secolo, ad opera di un gruppo di capitani di ventura vittoriosi sui saraceni nella battaglia di San Cosimato (856). Dopo essere stata possedimento dell’abbazia di Farfa intorno all’anno mille, appartenne dal XIII secolo agli Orsini e dal Seicento, dopo una parentesi di dominio della famiglia Degli Atti, ai Borghese. Durante il secondo conflitto mondiale fu ripetutamente bombardata e riportò ingenti danni. Il toponimo potrebbe derivare da “porcile”, nel senso comune di ‘rustico per il ricovero dei suini’, in seguito modificato per renderlo più gradevole. L’abitato è dominato dalla parrocchiale di Santa Lucia, eretta nel Seicento ma ampiamente rimaneggiata in seguito, mentre nella piazza principale sorge la chiesa di Santa Anatolia, edificata nel 1642. La chiesa di Santa Maria della Vittoria, con annesso un eremo, ricostruita in epoca romanica su un originario tempio pagano, rappresenta l’edificio sacro più antico.

Il ritrovamento di alcuni reperti archeologici attesta che era abitata già in epoca romana. La prima citazione riguardante un insediamento nell’agro percilese è contenuta in un atto del 314 d.C. ma la nascita dell’attuale abitato è probabilmente avvenuta tra il IX e il X secolo, ad opera di un gruppo di capitani di ventura vittoriosi sui <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a> nella battaglia di San Cosimato (856). Dopo essere stata possedimento dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a> intorno all’anno mille, appartenne dal XIII secolo agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ORSINI'>Orsini</a> e dal Seicento, dopo una parentesi di dominio della famiglia Degli Atti, ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGHESE'>Borghese</a>. Durante il secondo conflitto mondiale fu ripetutamente bombardata e riportò ingenti danni. Il toponimo potrebbe derivare da “porcile”, nel senso comune di ‘rustico per il ricovero dei suini’, in seguito modificato per renderlo più gradevole. L’abitato è dominato dalla parrocchiale di Santa Lucia, eretta nel Seicento ma ampiamente rimaneggiata in seguito, mentre nella piazza principale sorge la chiesa di Santa Anatolia, edificata nel 1642. La chiesa di Santa Maria della Vittoria, con annesso un eremo, ricostruita in epoca romanica su un originario tempio pagano, rappresenta l’edificio sacro più antico.

Economia

Le caratteristiche dell’economia locale, incentrata quasi esclusivamente sulle tradizionali attività rurali, rivolte alla produzione di olive, uva e frutta, costringono una porzione consistente di percilesi a cercare lavoro altrove: non si registra, infatti, l’esistenza di iniziative imprenditoriali di rilievo né nell’ambito del settore industriale né all’interno del terziario. Anche la dotazione di strutture e servizi di utilità sociale fa registrare diverse lacune: il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, dispone di scuole materne ed elementari ma non annovera strutture culturali e sociali di qualche rilievo, costringendo la comunità a rivolgersi ai comuni limitrofi anche per le più elementari esigenze sanitarie –sul posto, infatti, è assente anche la farmacia–. Una speranza di ripresa economica è rappresentata, nell’immediato futuro, dallo sviluppo della vocazione turistica mediante il potenziamento dell’apparato ricettivo, che annovera attualmente poche strutture per il soggiorno e qualche esercizio di ristoro.

Le caratteristiche dell’economia locale, incentrata quasi esclusivamente sulle tradizionali attività rurali, rivolte alla produzione di olive, uva e frutta, costringono una porzione consistente di percilesi a cercare lavoro altrove: non si registra, infatti, l’esistenza di iniziative imprenditoriali di rilievo né nell’ambito del settore industriale né all’interno del terziario. Anche la dotazione di strutture e servizi di utilità sociale fa registrare diverse lacune: il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, dispone di scuole materne ed elementari ma non annovera strutture culturali e sociali di qualche rilievo, costringendo la comunità a rivolgersi ai comuni limitrofi anche per le più elementari esigenze sanitarie –sul posto, infatti, è assente anche la farmacia–. Una speranza di ripresa economica è rappresentata, nell’immediato futuro, dallo sviluppo della vocazione turistica mediante il potenziamento dell’apparato ricettivo, che annovera attualmente poche strutture per il soggiorno e qualche esercizio di ristoro.

Relazioni

La bellezza del paesaggio e la tranquillità dei luoghi si associano all’interesse suscitato da numerose manifestazioni tradizionali, quali l’Infiorata del Corpus Domini e la suggestiva processione dei farisei del Venerdì Santo, durante la quale i figuranti, nei panni dell’antica setta ebraica, procedono per le vie dell’abitato, illuminate solo da lumi a olio e fiaccole, con le caviglie legate e flagellandosi la schiena con catene. Un altro appuntamento di forte richiamo è rappresentato dalla festa dedicata a Santa Lucia (prima domenica dopo il 13 dicembre), accompagnata dalla sagra della “ramiccia”, particolare tipo di pasta condita con gustoso sugo di castrato. I festeggiamenti patronali in onore del Santissimo Nome di Maria hanno luogo la prima domenica di settembre.

La bellezza del paesaggio e la tranquillità dei luoghi si associano all’interesse suscitato da numerose manifestazioni tradizionali, quali l’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=INFIORATA'>Infiorata</a> del Corpus Domini e la suggestiva processione dei farisei del Venerdì Santo, durante la quale i figuranti, nei panni dell’antica setta ebraica, procedono per le vie dell’abitato, illuminate solo da lumi a olio e fiaccole, con le caviglie legate e flagellandosi la schiena con catene. Un altro appuntamento di forte richiamo è rappresentato dalla festa dedicata a Santa Lucia (prima domenica dopo il 13 dicembre), accompagnata dalla sagra della “ramiccia”, particolare tipo di pasta condita con gustoso sugo di castrato. I festeggiamenti patronali in onore del Santissimo Nome di Maria hanno luogo la prima domenica di settembre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Percile rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.