Descrizione

Comune montano di origine medievale, la cui popolazione si dedica con meno slancio di un tempo alle attività rurali, mentre con grande abilità continua a fabbricare boccali, vasi in terracotta e pentole da cucina di fattura artigianale, senza trascurare le opportunità offerte dal commercio e dal turismo. La comunità dei palenesi, che presenta un indice di vecchiaia molto elevato, risiede quasi per intero nel capoluogo comunale, ricostruito in parte, in seguito ai bombardamenti dell'ultima guerra, secondo modalità poco conservative che ne hanno compromesso la fisionomia originaria. Nell'asprezza che caratterizza uniformemente il suo profilo, il territorio comunale racchiude una grande varietà paesaggistica: affioranti nella loro scabra nudità a settentrione, i rilievi del massiccio della Maiella si nascondono a sud sotto una spessa coltre di boschi cedui e occhieggiano dal manto vellutato dei pascoli nella parte centrale del comprensorio palenese. L'abitato, stretto nella morsa dei monti ed esposto ai rigori di un clima d'alta quota, domina il travagliato deflusso del fiume Aventino verso il fiume Sangro. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è occupato da due pale disposte a croce di Sant'Andrea; fra le due campeggia una croce latina.

Comune montano di origine medievale, la cui popolazione si dedica con meno slancio di un tempo alle attività rurali, mentre con grande abilità continua a fabbricare boccali, vasi in terracotta e pentole da cucina di fattura artigianale, senza trascurare le opportunità offerte dal commercio e dal turismo. La comunità dei palenesi, che presenta un indice di vecchiaia molto elevato, risiede quasi per intero nel capoluogo comunale, ricostruito in parte, in seguito ai bombardamenti dell'ultima guerra, secondo modalità poco conservative che ne hanno compromesso la fisionomia originaria. Nell'asprezza che caratterizza uniformemente il suo profilo, il territorio comunale racchiude una grande varietà paesaggistica: affioranti nella loro scabra nudità a settentrione, i rilievi del massiccio della Maiella si nascondono a sud sotto una spessa coltre di boschi cedui e occhieggiano dal manto vellutato dei pascoli nella parte centrale del comprensorio palenese. L'abitato, stretto nella morsa dei monti ed esposto ai rigori di un clima d'alta quota, domina il travagliato deflusso del fiume Aventino verso il fiume Sangro. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è occupato da due pale disposte a croce di Sant'Andrea; fra le due campeggia una croce latina.

Storia

Il territorio comunale ha restituito tracce consistenti di insediamenti di epoca preistorica, romana ed alto-medievale. L'abitato, che conserva il nome dei suoi antichi abitatori, i tirreni paleni, sorse come baluardo difensivo dei ricchi pascoli della Maiella ed è noto a partire dal XII secolo. Dalla scarsa documentazione superstite si ricava che il feudo passò dai Gualtieri agli Orsini, da Antonio Caldora a Matteo di Capua; da ultimo appartenne ai D'Aquino, che lo tennero saldamente fino all'abolizione dei diritti feudali. I bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno reso necessari massicci interventi di restauro del castello, edificato nell'XI secolo, e della parrocchiale intitolata a Sant'Antonio, che conserva l'originario campanile settecentesco. Nella chiesa del Rosario fanno bella mostra di sé un rosone cinquecentesco che abbellisce la facciata e una statua lignea coeva della Madonna col Bambino che impreziosisce l'interno. Gli artigiani del posto erano specializzati nelle operazioni di filatura della lana fino al secolo scorso.

Il territorio comunale ha restituito tracce consistenti di insediamenti di epoca preistorica, romana ed alto-medievale. L'abitato, che conserva il nome dei suoi antichi abitatori, i tirreni paleni, sorse come baluardo difensivo dei ricchi pascoli della Maiella ed è noto a partire dal XII secolo. Dalla scarsa documentazione superstite si ricava che il feudo passò dai Gualtieri agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=ORSINI'>Orsini</a>, da Antonio <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CALDORA'>Caldora</a> a Matteo di Capua; da ultimo appartenne ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a>, che lo tennero saldamente fino all'abolizione dei diritti feudali. I bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno reso necessari massicci interventi di restauro del castello, edificato nell'XI secolo, e della parrocchiale intitolata a Sant'Antonio, che conserva l'originario campanile settecentesco. Nella chiesa del Rosario fanno bella mostra di sé un rosone cinquecentesco che abbellisce la facciata e una statua lignea coeva della Madonna col Bambino che impreziosisce l'interno. Gli artigiani del posto erano specializzati nelle operazioni di filatura della lana fino al secolo scorso.

Economia

Grazie all'assidua frequentazione dei turisti questa comunità dalle salde radici rurali ha scongiurato il pericolo di ripiegarsi sterilmente su se stessa e sulle proprie tradizioni. Dal momento che la natura elargisce in abbondanza frutti spontanei ma si oppone alle pratiche agricole, ci si è sforzati con tutti i mezzi di valorizzare le risorse ambientali disponibili esaltandone la caratteristica incontaminatezza. Nel quadro economico locale vanno prendendo quindi il sopravvento le attività turistiche e il commercio, sia pure a fatica, poiché scarseggiano i servizi e il sistema delle infrastrutture presenta ancora qualche lacuna. Il comune non ospita importanti sedi burocratico-amministrative, pur essendo sede della Comunità montana; è dotato di scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado ma difetta di qualificanti strutture culturali; possiede invece un ricco apparato sportivo-ricreativo: una piscina coperta, una piattaforma polivalente, campi da tennis e di calcio -la squadra locale milita nei campionati minori-; le strutture sanitarie comunali prestano inoltre servizi ambulatoriali e di pronto intervento.

Grazie all'assidua frequentazione dei turisti questa comunità dalle salde radici rurali ha scongiurato il pericolo di ripiegarsi sterilmente su se stessa e sulle proprie tradizioni. Dal momento che la natura elargisce in abbondanza frutti spontanei ma si oppone alle pratiche agricole, ci si è sforzati con tutti i mezzi di valorizzare le risorse ambientali disponibili esaltandone la caratteristica incontaminatezza. Nel quadro economico locale vanno prendendo quindi il sopravvento le attività turistiche e il commercio, sia pure a fatica, poiché scarseggiano i servizi e il sistema delle infrastrutture presenta ancora qualche lacuna. Il comune non ospita importanti sedi burocratico-amministrative, pur essendo sede della Comunità montana; è dotato di scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado ma difetta di qualificanti strutture culturali; possiede invece un ricco apparato sportivo-ricreativo: una piscina coperta, una piattaforma polivalente, campi da tennis e di calcio -la squadra locale milita nei campionati minori-; le strutture sanitarie comunali prestano inoltre servizi ambulatoriali e di pronto intervento.

Relazioni

A 1.250 metri di altitudine, il piano di Quarto Santa Chiara, che si distende per circa sette chilometri fino ad una lussureggiante faggeta, rappresenta una delle attrattive paesaggistiche più apprezzate dai turisti che soggiornano nell'abitato. Il flusso di visitatori e villeggianti è pressoché costante per tutto l'arco dell'anno: nel periodo estivo, infatti, si ha modo di apprezzare il refrigerio del clima e la purezza dell'aria mentre nei mesi più freddi ci si può sbizzarrire nella pratica degli sport invernali. La festa del Patrono S. Falco si celebra il 13 gennaio.

A 1.250 metri di altitudine, il piano di Quarto Santa Chiara, che si distende per circa sette chilometri fino ad una lussureggiante faggeta, rappresenta una delle attrattive paesaggistiche più apprezzate dai turisti che soggiornano nell'abitato. Il flusso di visitatori e villeggianti è pressoché costante per tutto l'arco dell'anno: nel periodo estivo, infatti, si ha modo di apprezzare il refrigerio del clima e la purezza dell'aria mentre nei mesi più freddi ci si può sbizzarrire nella pratica degli sport invernali. La festa del Patrono S. Falco si celebra il 13 gennaio.

Località

Coccia, Maiella, Monte Secine, Rione Sant'Antonio, Stazione di Palena

Coccia, Maiella, Monte Secine, Rione Sant'Antonio, Stazione di Palena

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Palena rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.