Descrizione

Comune collinare, fondato nel Rinascimento in un territorio popolato fin dalla remota antichità; la sua economia si basa sulle tradizionali attività rurali e sul terziario. Gli oriolesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce in alcuni aggregati urbani minori (Croce Nuova, Ficoncella, Ponte Striglia, Santo Ianni e Terra Fredda) e in numerose case sparse nei fondi. L’abitato, situato su una collina, conserva l’originaria struttura urbana tesa a mettere in risalto il palazzo baronale, affacciato su una grande piazza posta alla convergenza di tre ampie strade principali. I dolci rilievi che si stendono tutt’intorno si prestano alle coltivazioni; l’ambiente naturale originario appare comunque ugualmente ben conservato: tra la folta vegetazione spontanea di macchia mediterranea, querce e cerri spicca la presenza di una faggeta “depressa”, così chiamata perché situata molto al di sotto dell’abituale limite vegetazionale.

Comune collinare, fondato nel Rinascimento in un territorio popolato fin dalla remota antichità; la sua economia si basa sulle tradizionali attività rurali e sul terziario. Gli oriolesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce in alcuni aggregati urbani minori (Croce Nuova, Ficoncella, Ponte Striglia, Santo Ianni e Terra Fredda) e in numerose case sparse nei fondi. L’abitato, situato su una collina, conserva l’originaria struttura urbana tesa a mettere in risalto il palazzo baronale, affacciato su una grande piazza posta alla convergenza di tre ampie strade principali. I dolci rilievi che si stendono tutt’intorno si prestano alle coltivazioni; l’ambiente naturale originario appare comunque ugualmente ben conservato: tra la folta vegetazione spontanea di macchia mediterranea, querce e cerri spicca la presenza di una faggeta “depressa”, così chiamata perché situata molto al di sotto dell’abituale limite vegetazionale.

Storia

Fu abitata fin dalla remota antichità, come dimostra la presenza di sepolture etrusche e dei resti di un insediamento, identificato con la romana FORUM CLODII; l’origine dell’attuale abitato risale invece alla metà del XVI secolo, quando Giorgio di Santacroce, un nobile originario di Viano (l’odierna Vejano), volle edificare un borgo agricolo modello. Nel Seicento il palazzo passò agli Orsini, che lo tennero fino al 1671; in seguito appartenne agli Altieri e nel 1970 divenne possesso dello Stato italiano. Il toponimo, che è stato semplicemente Oriolo fino al 1872, deriva probabilmente dal latino AUREUS, ‘d’oro’, forse in riferimento alla fecondità del terreno, oppure dal nome di persona AUREOLUS; quanto alla specificazione, essa si giustifica con la precedente appartenenza del comune alla provincia di Roma. Il cinquecentesco palazzo baronale costituisce la più illustre testimonianza storico-architettonica del luogo: progettato da Muzio Paparelli o dagli allievi del Vignola, è decorato all’interno da pregevoli affreschi e conserva, nella cosiddetta galleria dei Papi, voluta da papa Clemente X (Emilio Bonaventura Altieri), i ritratti di ben 265 pontefici. Risale al XVI secolo anche la parrocchiale di San Giorgio, in seguito rimaneggiata in stile barocco e contenente una grande tela raffigurante San Giorgio che uccide un drago. Il patrimonio storico-architettonico annovera anche il convento di Sant’Antonio, fatto costruire da papa Clemente X nel 1675, e la seicentesca chiesa di Sant’Anna.

Fu abitata fin dalla remota antichità, come dimostra la presenza di sepolture <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHE'>etrusche</a> e dei resti di un insediamento, identificato con la romana FORUM CLODII; l’origine dell’attuale abitato risale invece alla metà del XVI secolo, quando Giorgio di Santacroce, un nobile originario di Viano (l’odierna Vejano), volle edificare un borgo agricolo modello. Nel Seicento il palazzo passò agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ORSINI'>Orsini</a>, che lo tennero fino al 1671; in seguito appartenne agli Altieri e nel 1970 divenne possesso dello Stato italiano. Il toponimo, che è stato semplicemente Oriolo fino al 1872, deriva probabilmente dal latino AUREUS, ‘d’oro’, forse in riferimento alla fecondità del terreno, oppure dal nome di persona AUREOLUS; quanto alla specificazione, essa si giustifica con la precedente appartenenza del comune alla provincia di Roma. Il cinquecentesco palazzo baronale costituisce la più illustre testimonianza storico-architettonica del luogo: progettato da Muzio Paparelli o dagli allievi del Vignola, è decorato all’interno da pregevoli affreschi e conserva, nella cosiddetta galleria dei Papi, voluta da papa Clemente X (Emilio Bonaventura Altieri), i ritratti di ben 265 pontefici. Risale al XVI secolo anche la parrocchiale di San Giorgio, in seguito rimaneggiata in stile barocco e contenente una grande tela raffigurante San Giorgio che uccide un drago. Il patrimonio storico-architettonico annovera anche il convento di Sant’Antonio, fatto costruire da papa Clemente X nel 1675, e la seicentesca chiesa di Sant’Anna.

Economia

Buona parte del comprensorio comunale è utilizzata per l’agricoltura, che comunque costituisce fonte di reddito e occupazione solo per una piccola percentuale della popolazione attiva; piuttosto significativa è l’incidenza del terziario, che annovera una rete commerciale abbastanza articolata e include servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni; il settore secondario, invece, è ancora lontano dal ricoprire un ruolo di rilievo: le imprese presenti, attive nei comparti alimentare, del legno e metallurgico, sono tutte di dimensioni artigianali e non sono in grado di assorbire tutta la manodopera disponibile sul posto. Il complesso delle strutture e dei servizi di pubblica utilità appare abbastanza soddisfacente: il comune, provvisto degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e di una biblioteca comunale e si avvale dell’assistenza sanitaria minima, fornita dalla farmacia; l’apparato ricettivo, che non include strutture per il soggiorno, attende invece di essere potenziato.

Buona parte del comprensorio comunale è utilizzata per l’agricoltura, che comunque costituisce fonte di reddito e occupazione solo per una piccola percentuale della popolazione attiva; piuttosto significativa è l’incidenza del terziario, che annovera una rete commerciale abbastanza articolata e include servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni; il settore secondario, invece, è ancora lontano dal ricoprire un ruolo di rilievo: le imprese presenti, attive nei comparti alimentare, del legno e metallurgico, sono tutte di dimensioni artigianali e non sono in grado di assorbire tutta la manodopera disponibile sul posto. Il complesso delle strutture e dei servizi di pubblica utilità appare abbastanza soddisfacente: il comune, provvisto degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e di una biblioteca comunale e si avvale dell’assistenza sanitaria minima, fornita dalla farmacia; l’apparato ricettivo, che non include strutture per il soggiorno, attende invece di essere potenziato.

Relazioni

Gli abitanti del luogo e molti visitatori amano trascorrere, soprattutto nel periodo estivo, ore tranquille all’ombra della “faggeta”, il vasto e secolare bosco di cerri e faggi che si trova nei pressi dell’abitato; in alternativa si può raggiungere il lago di Bracciano oppure la cima del monte Calvario e ammirare gli affreschi e i dipinti che si trovano nella cappella ivi situata. Accanto alle attrattive naturalistiche e storico-architettoniche costituiscono elementi di richiamo alcune manifestazioni legate soprattutto alle tradizioni religiose: si ricordano la processione del Cristo morto, nel periodo di Pasqua, con uomini incappucciati che trasportano pesanti croci e catene, e la festa della Madonna della Stella (15 agosto), accompagnata da mostre artigianali e spettacoli pirotecnici. La festa del Patrono San Giorgio si celebra il 23 aprile.

Gli abitanti del luogo e molti visitatori amano trascorrere, soprattutto nel periodo estivo, ore tranquille all’ombra della “faggeta”, il vasto e secolare bosco di cerri e faggi che si trova nei pressi dell’abitato; in alternativa si può raggiungere il lago di Bracciano oppure la cima del monte Calvario e ammirare gli affreschi e i dipinti che si trovano nella cappella ivi situata. Accanto alle attrattive naturalistiche e storico-architettoniche costituiscono elementi di richiamo alcune manifestazioni legate soprattutto alle tradizioni religiose: si ricordano la processione del Cristo morto, nel periodo di Pasqua, con uomini incappucciati che trasportano pesanti croci e catene, e la festa della Madonna della Stella (15 agosto), accompagnata da mostre artigianali e spettacoli pirotecnici. La festa del Patrono San Giorgio si celebra il 23 aprile.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Oriolo Romano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.