Descrizione

Centro collinare di origini molto antiche, culla dell’artigianato del merletto al tombolo; la sua economia si giova del contributo di tutti i settori produttivi. La maggior parte degli offidani, con un elevato indice di vecchiaia, risiede nel capoluogo comunale e in case sparse sui fondi mentre solo una piccola fetta della comunità si distribuisce in alcuni minuscoli aggregati urbani. L’abitato, disposto con pianta compatta e irregolare su uno sperone collinare, racchiude un nucleo antico, cinto da mura merlate. Immerso nel verde di una fitta boscaglia, gode di una splendida veduta sulle cime dei monti Sibillini; si affaccia inoltre su dolci rilievi e fertili avvallamenti, punteggiati di piccoli nuclei abitati e rivestiti di vigneti e coltivi. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, sono raffigurati una banda rossa e un castello quadrato, munito di merli e sormontato da una croce; fuori dello scudo compare il motto OPHIDAE SUM LEO GUELFUS QUI NOMINE VICI.

Centro collinare di origini molto antiche, culla dell’artigianato del merletto al tombolo; la sua economia si giova del contributo di tutti i settori produttivi. La maggior parte degli offidani, con un elevato indice di vecchiaia, risiede nel capoluogo comunale e in case sparse sui fondi mentre solo una piccola fetta della comunità si distribuisce in alcuni minuscoli aggregati urbani. L’abitato, disposto con pianta compatta e irregolare su uno sperone collinare, racchiude un nucleo antico, cinto da mura merlate. Immerso nel verde di una fitta boscaglia, gode di una splendida veduta sulle cime dei monti Sibillini; si affaccia inoltre su dolci rilievi e fertili avvallamenti, punteggiati di piccoli nuclei abitati e rivestiti di vigneti e coltivi. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, sono raffigurati una banda rossa e un castello quadrato, munito di merli e sormontato da una croce; fuori dello scudo compare il motto OPHIDAE SUM LEO GUELFUS QUI NOMINE VICI.

Storia

Il territorio comunale, popolato già in epoca preistorica, ospitò in seguito insediamenti piceni e romani. Durante l’alto Medioevo il borgo raggiunse grande splendore, diventando sede di un castaldo (amministratore longobardo dei beni della corona con poteri giudiziari, civili e militari), e nel 1039 fu donato all’abbazia di Farfa dal longobardo Longino di Azzone. Tra il XIII e il XIV secolo divenne libero comune, alleato di Fermo contro Ascoli; più tardi, lotte interne tra la famiglia guelfa dei Baroncelli e quella ghibellina dei Boldrini ne segnarono il decadimento economico e sociale e il conseguente passaggio alla Chiesa. Nel 1799 fu teatro di una rivolta tesa a contrastare l’occupazione francese; nel 1860 fu invece uno dei primi comuni della regione a sollevarsi contro lo Stato Pontificio. Il toponimo, attestato in epoca medievale come Ofida, Offida, Ophida e Aufida, secondo alcuni deriverebbe dall’etrusco OPHYTE. Sulla sommità di un’antica scalinata si erge la chiesa romanico-gotica di Santa Maria della Rocca, con tre absidi a struttura poligonale; al suo interno sono custoditi un sarcofago romano decorato a rilievo, trasformato in altare centrale, e pregevoli affreschi tre-quattrocenteschi. Dipinti, croci e reliquiari di pregio sono conservati nella chiesa di Sant’Agostino, in quella dei Santi Benedetto e Marco e nella collegiata nuova. La chiesa dell’Addolorata presenta un portico rinascimentale e un cornicione in terracotta, decorato con fregi del XV secolo, mentre la chiesa del Suffragio ingloba nella sua struttura la cortina muraria più antica dell’abitato, con piccole porte trecentesche in travertino. Tra i monumenti civili spicca il palazzo comunale (XIII-XIV secolo), con portico quattrocentesco e dipinti di Pietro Alemanno (1490) e Simone de Magistris (1590).

Il territorio comunale, popolato già in epoca preistorica, ospitò in seguito insediamenti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=PICENI'>piceni</a> e romani. Durante l’alto Medioevo il borgo raggiunse grande splendore, diventando sede di un castaldo (amministratore <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=LONGOBARDO'>longobardo</a> dei beni della corona con poteri giudiziari, civili e militari), e nel 1039 fu donato all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a> dal <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=LONGOBARDO'>longobardo</a> Longino di Azzone. Tra il XIII e il XIV secolo divenne libero comune, alleato di Fermo contro Ascoli; più tardi, lotte interne tra la famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GUELFA'>guelfa</a> dei Baroncelli e quella <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a> dei Boldrini ne segnarono il decadimento economico e sociale e il conseguente passaggio alla Chiesa. Nel 1799 fu teatro di una rivolta tesa a contrastare l’occupazione francese; nel 1860 fu invece uno dei primi comuni della regione a sollevarsi contro lo Stato Pontificio. Il toponimo, attestato in epoca medievale come Ofida, Offida, Ophida e Aufida, secondo alcuni deriverebbe dall’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=ETRUSCO'>etrusco</a> OPHYTE. Sulla sommità di un’antica scalinata si erge la chiesa romanico-gotica di Santa Maria della Rocca, con tre absidi a struttura poligonale; al suo interno sono custoditi un sarcofago romano decorato a rilievo, trasformato in altare centrale, e pregevoli affreschi tre-quattrocenteschi. Dipinti, croci e reliquiari di pregio sono conservati nella chiesa di Sant’Agostino, in quella dei Santi Benedetto e Marco e nella collegiata nuova. La chiesa dell’Addolorata presenta un portico rinascimentale e un cornicione in terracotta, decorato con fregi del XV secolo, mentre la chiesa del Suffragio ingloba nella sua struttura la cortina muraria più antica dell’abitato, con piccole porte trecentesche in travertino. Tra i monumenti civili spicca il palazzo comunale (XIII-XIV secolo), con portico quattrocentesco e dipinti di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=PIETROALEMANNO'>Pietro Alemanno</a> (1490) e Simone de Magistris (1590).

Economia

L’agricoltura, specializzata nella produzione di cereali, conserva una certa importanza nell’ambito dell’economia offidana, nonostante la recente contrazione; assai sviluppati sono il settore secondario, particolarmente dinamico nei comparti alimentare, tessile, delle confezioni, della pelletteria e delle calzature, e il terziario –quest’ultimo annovera un’articolata rete commerciale, una ricca dotazione di servizi qualificati e un valido apparato ricettivo–. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune dispone delle scuole dell’obbligo e di due biblioteche; vanta inoltre un museo archeologico e un museo delle tradizioni popolari; l’assistenza sanitaria è garantita da un presidio sanitario distrettuale, un consultorio familiare, un poliambulatorio e una residenza assistita per anziani.

L’agricoltura, specializzata nella produzione di cereali, conserva una certa importanza nell’ambito dell’economia offidana, nonostante la recente contrazione; assai sviluppati sono il settore secondario, particolarmente dinamico nei comparti alimentare, tessile, delle confezioni, della pelletteria e delle <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CALZATURE'>calzature</a>, e il terziario –quest’ultimo annovera un’articolata rete commerciale, una ricca dotazione di servizi qualificati e un valido apparato ricettivo–. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune dispone delle scuole dell’obbligo e di due biblioteche; vanta inoltre un museo archeologico e un museo delle tradizioni popolari; l’assistenza sanitaria è garantita da un presidio sanitario distrettuale, un consultorio familiare, un poliambulatorio e una residenza assistita per anziani.

Relazioni

È un noto centro d’arte medievale, ricchissimo di testimonianze storiche e immerso in un ambiente naturale assai suggestivo; ospita inoltre numerose manifestazioni di buon richiamo, come il celebre “Carnevale offidano”, rallegrato dalla pittoresca “corrida del bo’ (bue) finto”, la festa del Beato Bernardo (23 agosto), il “Mercatino del serpente aureo” (tutti i venerdì di luglio e agosto) e le sagre dedicate al “funghetto”, tipico dolce croccante all’anice (agosto), al “chichì ripieno”, pizza imbottita (agosto), e ai vini piceni Doc (settembre); una grande mostra-mercato promuove inoltre i prodotti dell’artigianato locale (luglio e agosto). I festeggiamenti patronali in onore della Santa Croce hanno luogo il 3 maggio.

È un noto centro d’arte medievale, ricchissimo di testimonianze storiche e immerso in un ambiente naturale assai suggestivo; ospita inoltre numerose manifestazioni di buon richiamo, come il celebre “Carnevale offidano”, rallegrato dalla pittoresca “corrida del bo’ (bue) finto”, la festa del Beato Bernardo (23 agosto), il “Mercatino del serpente aureo” (tutti i venerdì di luglio e agosto) e le sagre dedicate al “funghetto”, tipico dolce croccante all’anice (agosto), al “chichì ripieno”, pizza imbottita (agosto), e ai vini piceni Doc (settembre); una grande mostra-mercato promuove inoltre i prodotti dell’artigianato locale (luglio e agosto). I festeggiamenti patronali in onore della Santa Croce hanno luogo il 3 maggio.

Località

Bivio Castorano, Lava, San Barnaba, San Lazzaro, Santa Maria Goretti, Tesino

Bivio Castorano, Lava, San Barnaba, San Lazzaro, Santa Maria Goretti, Tesino