Descrizione

Cittadina collinare, di origine moderna, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da una discreta attività industriale. È nota per la produzione di carciofi. I niscemesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in numerose case sparse. Il territorio, caratterizzato da una folta e lussureggiante vegetazione costituita in prevalenza da boschi, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, che sorge arroccato su un colle, con un impianto urbanistico a scacchiera, è interessato da forte espansione edilizia.

Cittadina collinare, di origine moderna, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da una discreta attività industriale. È nota per la produzione di carciofi. I niscemesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in numerose case sparse. Il territorio, caratterizzato da una folta e lussureggiante vegetazione costituita in prevalenza da boschi, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, che sorge arroccato su un colle, con un impianto urbanistico a scacchiera, è interessato da forte espansione edilizia.

Storia

Il toponimo è di probabile origine araba, ma l’etimo è di difficile individuazione: alcuni suggeriscono una derivazione da “našam”, ‘una specie di albero’, oppure ‘olmo’; altri, incece, vi rintracciano la radice “n-š-m”, ‘essere macchiettato di bianco e nero’. Talora è chiamata Santa Maria di Niscemi in riferimento ad una nota immagine della Madonna. L’attuale centro abitato non vanta un’origine molto remota; al contrario, la sua fondazione risale al XVII secolo e precisamente all’anno 1626, quando il nobile signore Giuseppe Branciforte, principe di Butera, ottenne dall’imperatore Filippo IV la “licentia populandi”, per ripopolare un antico feudo. Nel 1693, l’intero abitato fu raso al suolo da un violentissimo terremoto; subito dopo, sempre sullo stesso sito, iniziarono i lavori di ricostruzione. Tra le testimonianze storico-architettoniche della cultura dei secoli passati, che costituiscono il suo patrimonio artistico, meritano di essere segnalati: la chiesa madre che, eretta tra il 1742 e il 1753, presenta una pianta a tre navate, in stile barocco; la parrocchiale dell’Addolorata, costruita nel XVIII secolo, in stile barocco, con cella campanaria alleggerita da una trifora; la chiesa della Madonna del Bosco, edificata tra il 1749 e il 1758, con pianta ellittica a una sola navata; il palazzo comunale, realizzato nel XIX secolo, in stile neoclassico; le “grotte dei saraceni”, consistenti in un impianto funerario del XIII secolo. Poco fuori dall’abitato è possibile ammirare il sito archeologico di località Castellana.

Il toponimo è di probabile origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARABA'>araba</a>, ma l’etimo è di difficile individuazione: alcuni suggeriscono una derivazione da “našam”, ‘una specie di albero’, oppure ‘olmo’; altri, incece, vi rintracciano la radice “n-š-m”, ‘essere macchiettato di bianco e nero’. Talora è chiamata Santa Maria di Niscemi in riferimento ad una nota immagine della Madonna. L’attuale centro abitato non vanta un’origine molto remota; al contrario, la sua fondazione risale al XVII secolo e precisamente all’anno 1626, quando il nobile signore Giuseppe Branciforte, principe di Butera, ottenne dall’imperatore Filippo IV la “licentia populandi”, per ripopolare un antico feudo. Nel 1693, l’intero abitato fu raso al suolo da un violentissimo terremoto; subito dopo, sempre sullo stesso sito, iniziarono i lavori di ricostruzione. Tra le testimonianze storico-architettoniche della cultura dei secoli passati, che costituiscono il suo patrimonio artistico, meritano di essere segnalati: la chiesa madre che, eretta tra il 1742 e il 1753, presenta una pianta a tre navate, in stile <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=BAROCCO'>barocco</a>; la parrocchiale dell’Addolorata, costruita nel XVIII secolo, in stile <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=BAROCCO'>barocco</a>, con cella campanaria alleggerita da una trifora; la chiesa della Madonna del Bosco, edificata tra il 1749 e il 1758, con pianta ellittica a una sola navata; il palazzo comunale, realizzato nel XIX secolo, in stile neoclassico; le “grotte dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=SARACENI'>saraceni</a>”, consistenti in un impianto funerario del XIII secolo. Poco fuori dall’abitato è possibile ammirare il sito archeologico di località Castellana.

Economia

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi (soprattutto carciofi), uva, olive, agrumi e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni che operano nei comparti: alimentare, dell’abbigliamento, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione, della metallurgia, dell’elettronica, dei mobili, della produzione e distribuzione dell’energia elettrica e dell’edilizia. Interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella lavorazione del legno. Il terziario si compone di una buona rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi, che comprende quelli più qualificati, come il bancario. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche locali garantiscono oltre alla frequenza delle scuole dell’obbligo anche quella di un liceo scientifico. Per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca Mario Gori. Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvede anche un’emittente radiotelevisiva locale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. Per lo sport e il tempo libero sono a disposizione un campo di calcio e uno di atletica leggera. È assicurato il servizio ospedaliero.

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi (soprattutto carciofi), uva, olive, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=AGRUMI'>agrumi</a> e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni che operano nei comparti: alimentare, dell’abbigliamento, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione, della metallurgia, dell’elettronica, dei mobili, della produzione e distribuzione dell’energia elettrica e dell’edilizia. Interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella lavorazione del legno. Il terziario si compone di una buona rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi, che comprende quelli più qualificati, come il bancario. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche locali garantiscono oltre alla frequenza delle scuole dell’obbligo anche quella di un liceo scientifico. Per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca Mario Gori. Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvede anche un’emittente radiotelevisiva locale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. Per lo sport e il tempo libero sono a disposizione un campo di calcio e uno di atletica leggera. È assicurato il servizio ospedaliero.

Relazioni

La mancanza di strutture ricettive non permette una piena valorizzazione delle potenzialità turistiche del comprensorio comunale, che, immerso in un incantevole scenario naturalistico caratterizzato dalla Sugherata di Niscemi –eccezionale sia per le sue dimensioni che per la rarità dei suoi esemplari floro-faunistici– e da alcuni importanti siti archeologici, è meta preferita degli amanti della natura e delle vacanze all’insegna della scoperta di cose nuove e interessanti. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni folcloristiche o religiose ricorrenti si segnalano: la festa di San Giuseppe, a marzo; la sagra del carciofo ad aprile; la fiera generica di maggio; la fiera generale delle mercanzie, ad agosto. La Patrona, Santa Maria del Bosco, si festeggia il giorno 11 agosto.

La mancanza di strutture ricettive non permette una piena valorizzazione delle potenzialità turistiche del comprensorio comunale, che, immerso in un incantevole scenario naturalistico caratterizzato dalla Sugherata di Niscemi –eccezionale sia per le sue dimensioni che per la rarità dei suoi esemplari floro-faunistici– e da alcuni importanti siti archeologici, è meta preferita degli amanti della natura e delle vacanze all’insegna della scoperta di cose nuove e interessanti. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni folcloristiche o religiose ricorrenti si segnalano: la festa di San Giuseppe, a marzo; la sagra del carciofo ad aprile; la fiera generica di maggio; la fiera generale delle mercanzie, ad agosto. La Patrona, Santa Maria del Bosco, si festeggia il giorno 11 agosto.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Niscemi rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.