Descrizione

Comune montano di impronta medievale, dominato da un suggestivo castello incorporato nella roccia; in quanto località di villeggiatura dovrebbe provvedere al potenziamento dell'apparato commerciale e dei servizi ma attualmente la sua economia continua ad accusare un po' di ritardo. La comunità dei montazzolesi, che presenta un indice di vecchiaia piuttosto elevato, è distribuita in modo diseguale nel capoluogo comunale e nel piccolissimo abitato di San Giovanni. Il territorio comunale ha un ampio sviluppo, che gli consente di abbracciare realtà geografiche e antropiche difformi: il torrente Altosa e il fiume Sinello precipitano a valle dalle pendici boscose del monte Fischietto, ove giace, nascosto fra le faggete, il piccolo Lago Negro; i due corsi d'acqua proseguono quindi il loro cammino fra rilievi collinari piuttosto pronunciati, su cui l'intrico della vegetazione selvaggia è spodestato man mano dalle divisioni dei coltivi. Il profilo geometrico del comprensorio montazzolese ed il clima registrano l'andamento decrescente dei valori altimetrici e si presentano vari, non privi di asprezza. Lo stemma, concesso con Decreto del Capo del Governo, è "spaccato": nella parte superiore, attraversata da un filetto, è raffigurato un leone che sorregge con la zampa destra una croce, sormontata da un sole; nella parte inferiore campeggia un monte a tre cime sormontato da una coppa. Nel "capo" dello scudo erano rappresentati i simboli del Littorio, sostituiti da una stella nello stemma usato dal Comune e riprodotto in alto.

Comune montano di impronta medievale, dominato da un suggestivo castello incorporato nella roccia; in quanto località di villeggiatura dovrebbe provvedere al potenziamento dell'apparato commerciale e dei servizi ma attualmente la sua economia continua ad accusare un po' di ritardo. La comunità dei montazzolesi, che presenta un indice di vecchiaia piuttosto elevato, è distribuita in modo diseguale nel capoluogo comunale e nel piccolissimo abitato di San Giovanni. Il territorio comunale ha un ampio sviluppo, che gli consente di abbracciare realtà geografiche e antropiche difformi: il torrente Altosa e il fiume Sinello precipitano a valle dalle pendici boscose del monte Fischietto, ove giace, nascosto fra le faggete, il piccolo Lago Negro; i due corsi d'acqua proseguono quindi il loro cammino fra rilievi collinari piuttosto pronunciati, su cui l'intrico della vegetazione selvaggia è spodestato man mano dalle divisioni dei coltivi. Il profilo geometrico del comprensorio montazzolese ed il clima registrano l'andamento decrescente dei valori altimetrici e si presentano vari, non privi di asprezza. Lo stemma, concesso con Decreto del Capo del Governo, è "spaccato": nella parte superiore, attraversata da un filetto, è raffigurato un leone che sorregge con la zampa destra una croce, sormontata da un sole; nella parte inferiore campeggia un monte a tre cime sormontato da una coppa. Nel "capo" dello scudo erano rappresentati i simboli del Littorio, sostituiti da una stella nello stemma usato dal Comune e riprodotto in alto.

Storia

Secondo alcuni l'attuale abitato avrebbe origini piuttosto tarde e sarebbe stato preceduto da un più antico insediamento, ubicato in un diverso sito e denominato CIVITAS COMITIS. Dalle poche fonti superstiti si apprende che il borgo fu possedimento degli Acclozamora nella prima metà del Quattrocento e che era stato in precedenza feudo dei Di Sangro; che nel 1460 Matteo di Capua lo donò a Pietro de Giptiis, da cui passò in seguito nuovamente ai Di Sangro. Da ultimo lo tennero i Franceschelli e al principio del XIX secolo entrò a far parte della provincia chietina -prima apparteneva al Molise-. L'immagine del centro storico è inscindibile da quella del suo castello, che si conserva quasi integro; la costruzione fu realizzata nel XV secolo ed è attualmente di proprietà privata. Si impone, inoltre, una visita alla chiesa barocca di Sant'Antonio e al santuario della Madonna della Spogna fuori dell'abitato. La comunità è uscita duramente provata dalla seconda guerra mondiale; la dinamica demografica ha assunto da allora una tendenza negativa.

Secondo alcuni l'attuale abitato avrebbe origini piuttosto tarde e sarebbe stato preceduto da un più antico insediamento, ubicato in un diverso sito e denominato CIVITAS COMITIS. Dalle poche fonti superstiti si apprende che il borgo fu possedimento degli Acclozamora nella prima metà del Quattrocento e che era stato in precedenza feudo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DISANGRO'>Di Sangro</a>; che nel 1460 Matteo di Capua lo donò a Pietro de Giptiis, da cui passò in seguito nuovamente ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DISANGRO'>Di Sangro</a>. Da ultimo lo tennero i Franceschelli e al principio del XIX secolo entrò a far parte della provincia chietina -prima apparteneva al Molise-. L'immagine del centro storico è inscindibile da quella del suo castello, che si conserva quasi integro; la costruzione fu realizzata nel XV secolo ed è attualmente di proprietà privata. Si impone, inoltre, una visita alla chiesa barocca di Sant'Antonio e al santuario della Madonna della Spogna fuori dell'abitato. La comunità è uscita duramente provata dalla seconda guerra mondiale; la dinamica demografica ha assunto da allora una tendenza negativa.

Economia

Una sorta di circolo vizioso tiene in bilico le sorti della comunità: il tenace attaccamento alla tradizione è motivo di scontento fra le nuove generazioni, avide di stimoli e di novità; i giovani preferiscono quindi allontanarsi da questi luoghi e la loro fuga determina il processo di invecchiamento della popolazione. La coltivazione di cereali, vite e olivo prospera sul dorso dei rilievi collinari meno accentuati, i boschi forniscono abbondante legname e nelle praterie pascolano gli armenti. Le iniziative imprenditoriali sono invece poco numerose, tanto nel settore dell'industria quanto nel terziario -i servizi non comprendono l'intermediazione finanziaria-. Oltretutto la qualità della vita risente della carenza di infrastrutture, che costringe la popolazione locale a dipendere in parte dai centri limitrofi. Il comune è dotato degli ordinari uffici municipali e postali; difetta di strutture culturali; conta scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado, un albergo e un ristorante, un bocciodromo e un campo di calcio; in ambito sanitario si segnala la presenza di un laboratorio analisi.

Una sorta di circolo vizioso tiene in bilico le sorti della comunità: il tenace attaccamento alla tradizione è motivo di scontento fra le nuove generazioni, avide di stimoli e di novità; i giovani preferiscono quindi allontanarsi da questi luoghi e la loro fuga determina il processo di invecchiamento della popolazione. La coltivazione di cereali, vite e olivo prospera sul dorso dei rilievi collinari meno accentuati, i boschi forniscono abbondante legname e nelle praterie pascolano gli armenti. Le iniziative imprenditoriali sono invece poco numerose, tanto nel settore dell'industria quanto nel terziario -i servizi non comprendono l'intermediazione finanziaria-. Oltretutto la qualità della vita risente della carenza di infrastrutture, che costringe la popolazione locale a dipendere in parte dai centri limitrofi. Il comune è dotato degli ordinari uffici municipali e postali; difetta di strutture culturali; conta scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado, un albergo e un ristorante, un bocciodromo e un campo di calcio; in ambito sanitario si segnala la presenza di un laboratorio analisi.

Relazioni

Il flusso di pendolari che quotidianamente cerca al di fuori del comprensorio la risposta alle proprie esigenze di consumo, di studio e di lavoro non è ancora bilanciato dall'afflusso di visitatori e di turisti. Ai più le attrattive del comune sono sconosciute: pochi hanno avuto, per esempio, l'occasione di udire l'eco singolare che rimbalza su una delle sponde del piccolo Lago Negro o di attingere acqua alla fonte sulfurea che sgorga nei pressi dell'abitato. La festa del Patrono S. Nicola si celebra il 4 giugno.

Il flusso di pendolari che quotidianamente cerca al di fuori del comprensorio la risposta alle proprie esigenze di consumo, di studio e di lavoro non è ancora bilanciato dall'afflusso di visitatori e di turisti. Ai più le attrattive del comune sono sconosciute: pochi hanno avuto, per esempio, l'occasione di udire l'eco singolare che rimbalza su una delle sponde del piccolo Lago Negro o di attingere acqua alla fonte sulfurea che sgorga nei pressi dell'abitato. La festa del Patrono S. Nicola si celebra il 4 giugno.

Località

San Giovanni

San Giovanni

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montazzoli rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.