Descrizione

Comune medievale adagiato sulla sommità di un colle, dominato dalla mole inconfondibile dell'intatto castello; rurale nelle radici culturali è attivo con poco slancio nei settori dell'industria e del commercio. La comunità dei monteodorisiani, che presenta un indice di vecchiaia compreso nei valori medi, tende a distribuirsi con una certa uniformità su tutto il comprensorio: pur concentrandosi soprattutto nel capoluogo comunale, risiede anche in un buon numero di case sparse e nei minuscoli agglomerati urbani di San Berardino e di Santa Lucia. Le dolci ondulazioni che movimentano il territorio comunale ne disegnano il profilo dolce e piuttosto uniforme: sono le morbide colline della bassa valle del fiume Sinello, che si inseguono in direzione del litorale, ormai prossime ad appiattirsi sulla pianura costiera. Dal colle su cui sorge l'abitato lo sguardo spazia senza difficoltà dal massiccio del Gran Sasso a quello della Maiella, dalle colline subappenniniche all'Adriatico, al cui benefico influsso si deve la dolcezza del clima. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano tre colli all'italiana su una distesa azzurra percorsa da piccole onde; su quello centrale svetta un albero di olivo sormontato da una stella a sei raggi.

Comune medievale adagiato sulla sommità di un colle, dominato dalla mole inconfondibile dell'intatto castello; rurale nelle radici culturali è attivo con poco slancio nei settori dell'industria e del commercio. La comunità dei monteodorisiani, che presenta un indice di vecchiaia compreso nei valori medi, tende a distribuirsi con una certa uniformità su tutto il comprensorio: pur concentrandosi soprattutto nel capoluogo comunale, risiede anche in un buon numero di case sparse e nei minuscoli agglomerati urbani di San Berardino e di Santa Lucia. Le dolci ondulazioni che movimentano il territorio comunale ne disegnano il profilo dolce e piuttosto uniforme: sono le morbide colline della bassa valle del fiume Sinello, che si inseguono in direzione del litorale, ormai prossime ad appiattirsi sulla pianura costiera. Dal colle su cui sorge l'abitato lo sguardo spazia senza difficoltà dal massiccio del Gran Sasso a quello della Maiella, dalle colline subappenniniche all'Adriatico, al cui benefico influsso si deve la dolcezza del clima. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano tre colli all'italiana su una distesa azzurra percorsa da piccole onde; su quello centrale svetta un albero di olivo sormontato da una stella a sei raggi.

Storia

La più antica notizia documentaria relativa all'abitato risale al X secolo, quando Odorisio, conte dei Marsi, entrò in possesso del feudo che da lui prese il nome. Il borgo, che ebbe sempre grande importanza strategica, fu assegnato nel 1256 a Corrado d'Antiochia, da cui passò in seguito a Bonifacio di Galipert e ai Camponeschi dell'Aquila. Ma le sue traversie non ebbero fine con quest'ultima consegna: ceduto ai Del Borgo, fu saccheggiato da Braccio da Montone (1423) e quasi completamentedistrutto da Giovanni della Rovere (1458); finì quindi ai Caldora e sullo scorcio del XV secolo ai D'Avalos, marchesi di Vasto. Alla mole del castello, edificato negli ultimi anni del Mille e ampiamente rimaneggiato nel XV secolo dalla famiglia Caldora allora regnante, fanno corona il santuario della Madonna delle Grazie all'entrata del borgo, palazzo Suriani, eretto nel 1840 in stile rinascimentale, e la chiesa madre seicentesca, intitolata a S. Giovanni Battista.

La più antica notizia documentaria relativa all'abitato risale al X secolo, quando Odorisio, conte dei Marsi, entrò in possesso del feudo che da lui prese il nome. Il borgo, che ebbe sempre grande importanza strategica, fu assegnato nel 1256 a Corrado d'Antiochia, da cui passò in seguito a Bonifacio di Galipert e ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CAMPONESCHI'>Camponeschi</a> dell'Aquila. Ma le sue traversie non ebbero fine con quest'ultima consegna: ceduto ai Del Borgo, fu saccheggiato da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=BRACCIODAMONTONE'>Braccio da Montone</a> (1423) e quasi completamentedistrutto da Giovanni della Rovere (1458); finì quindi ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CALDORA'>Caldora</a> e sullo scorcio del XV secolo ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DAVALOS'>D'Avalos</a>, marchesi di Vasto. Alla mole del castello, edificato negli ultimi anni del Mille e ampiamente rimaneggiato nel XV secolo dalla famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CALDORA'>Caldora</a> allora regnante, fanno corona il santuario della Madonna delle Grazie all'entrata del borgo, palazzo Suriani, eretto nel 1840 in stile rinascimentale, e la chiesa madre seicentesca, intitolata a S. Giovanni Battista.

Economia

La popolazione di questo tranquillo comune conduce un'esistenza pacata, contenendo le intrusioni della civiltà moderna e nutrendo un solido attaccamento alle tradizioni. Il timido avvio del processo di industrializzazione, che in un recente passato aveva coinvolto i settori tradizionali dell'abbigliamento e dei materiali da costruzione, ha lasciato il posto ad una fase di stasi: attualmente l'agricoltura, in sensibile flessione, produce cereali, uva, olive e frutta; nella formazione del reddito hanno poi un ruolo non trascurabile le iniziative commerciali, che esprimono quasi tutta la vitalità del terziario, mentre i servizi, vivaci nel settore dei trasporti e privi della qualificante presenza dell'intermediazione finanziaria, faticano ad adeguarsi alle esigenze della comunità. Il sistema delle infrastrutture presenta qualche lacuna. Il comune ospita gli ordinari uffici municipali e postali; dispone di scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado ma difetta di strutture culturali; è privo di strutture per il soggiorno e i suoi impianti sportivi si identificano in una palestra, un campo di bocce e uno di calcio, a disposizione della squadra locale (Monteodorisio Associazione Calcio) che milita nei campionati minori; scarseggiano le strutture sanitarie.

La popolazione di questo tranquillo comune conduce un'esistenza pacata, contenendo le intrusioni della civiltà moderna e nutrendo un solido attaccamento alle tradizioni. Il timido avvio del processo di industrializzazione, che in un recente passato aveva coinvolto i settori tradizionali dell'abbigliamento e dei materiali da costruzione, ha lasciato il posto ad una fase di stasi: attualmente l'agricoltura, in sensibile flessione, produce cereali, uva, olive e frutta; nella formazione del reddito hanno poi un ruolo non trascurabile le iniziative commerciali, che esprimono quasi tutta la vitalità del terziario, mentre i servizi, vivaci nel settore dei trasporti e privi della qualificante presenza dell'intermediazione finanziaria, faticano ad adeguarsi alle esigenze della comunità. Il sistema delle infrastrutture presenta qualche lacuna. Il comune ospita gli ordinari uffici municipali e postali; dispone di scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado ma difetta di strutture culturali; è privo di strutture per il soggiorno e i suoi impianti sportivi si identificano in una palestra, un campo di bocce e uno di calcio, a disposizione della squadra locale (Monteodorisio Associazione Calcio) che milita nei campionati minori; scarseggiano le strutture sanitarie.

Relazioni

L'estrema vicinanza di Vasto funge da deterrente dell'iniziativa dei monteodorisiani. L'interesse dei turisti è scoraggiato in parte dalle lacune dell'apparato ricettivo ma è intenso il flusso di pellegrini diretti al santuario della Madonna delle Grazie, soprattutto in occasione dei festeggiamenti religiosi che hanno luogo il 6 settembre. La festa del Patrono S. Marcellino si celebra la seconda domenica di maggio.

L'estrema vicinanza di Vasto funge da deterrente dell'iniziativa dei monteodorisiani. L'interesse dei turisti è scoraggiato in parte dalle lacune dell'apparato ricettivo ma è intenso il flusso di pellegrini diretti al santuario della Madonna delle Grazie, soprattutto in occasione dei festeggiamenti religiosi che hanno luogo il 6 settembre. La festa del Patrono S. Marcellino si celebra la seconda domenica di maggio.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Monteodorisio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.