Descrizione

Comune di collina, classificato “comune sparso” con sede in località Isola, di probabile origine medievale, con un’economia di tipo prevalentemente agricolo. I montenaresi, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, risiedono per la maggior parte nelle località Zampariul, oltre che nel capoluogo comunale. Il territorio, comprendente anche i nuclei di Flaipano, Capovilla, Frattins e Lucardi, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche: si raggiungono i 1.372 metri del monte Quarnan. L'abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, è interessato da una forte espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario.

Comune di collina, classificato “comune sparso” con sede in località Isola, di probabile origine medievale, con un’economia di tipo prevalentemente agricolo. I montenaresi, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, risiedono per la maggior parte nelle località Zampariul, oltre che nel capoluogo comunale. Il territorio, comprendente anche i nuclei di Flaipano, Capovilla, Frattins e Lucardi, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche: si raggiungono i 1.372 metri del monte Quarnan. L'abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, è interessato da una forte espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario.

Storia

Citata come Montenario in un documento della seconda metà del XIII secolo, deriva il toponimo dal termine latino MONTANARIUS, che significa ‘colui che abita in montagna’. Durante la dominazione dei longobardi fu sede di una arimannia, venendo dotata, sotto l’imperatore Ottone, di una fortezza, quale il castello di Ravistagno, assoggettato, nel tempo, a continui passaggi di proprietà. Per la sua vicinanza a Gemona e soprattutto per la sua posizione geografica, che le consentiva di controllare i traffici militari e commerciali della vallata sottostante, acquistò una certa rilevanza strategica. Possedimento della nobile famiglia dei Prampero, i quali, nel 1373, le concessero uno statuto, sul finire del XIV secolo fu coinvolta nelle lotte scatenate dalla nomina del patriarca Filippo d’Alencon e che probabilmente portarono alla distruzione della locale fortezza. Seguendo le vicende dei territori circostanti, assoggettati alla Repubblica di Venezia fin dalla prima metà del Quattrocento, nel 1797 passò all’Austria, venendo annessa al regno lombardo-veneto dopo la breve parentesi della dominazione napoleonica. Unita all’Italia nel 1866, nei decenni successi, al pari del resto del Friuli, registrò una massiccia emigrazione, in parte frenata, paradossalmente, dal terremoto del 1976, che ha portato alla creazione di nuovi posti di lavoro legati alla ricostruzione. Il sisma ne ha distrutto il patrimonio architettonico; tra gli edifici gravemente danneggiati figura anche la parrocchiale.

Citata come Montenario in un documento della seconda metà del XIII secolo, deriva il toponimo dal termine latino MONTANARIUS, che significa ‘colui che abita in montagna’. Durante la dominazione dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> fu sede di una arimannia, venendo dotata, sotto l’imperatore Ottone, di una fortezza, quale il castello di Ravistagno, assoggettato, nel tempo, a continui passaggi di proprietà. Per la sua vicinanza a Gemona e soprattutto per la sua posizione geografica, che le consentiva di controllare i traffici militari e commerciali della vallata sottostante, acquistò una certa rilevanza strategica. Possedimento della nobile famiglia dei Prampero, i quali, nel 1373, le concessero uno statuto, sul finire del XIV secolo fu coinvolta nelle lotte scatenate dalla nomina del patriarca Filippo d’Alencon e che probabilmente portarono alla distruzione della locale fortezza. Seguendo le vicende dei territori circostanti, assoggettati alla Repubblica di Venezia fin dalla prima metà del Quattrocento, nel 1797 passò all’Austria, venendo annessa al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=REGNOLOMBARDOVENETO'>regno lombardo-veneto</a> dopo la breve parentesi della dominazione napoleonica. Unita all’Italia nel 1866, nei decenni successi, al pari del resto del Friuli, registrò una massiccia emigrazione, in parte frenata, paradossalmente, dal terremoto del 1976, che ha portato alla creazione di nuovi posti di lavoro legati alla ricostruzione. Il sisma ne ha distrutto il patrimonio architettonico; tra gli edifici gravemente danneggiati figura anche la parrocchiale.

Economia

Viste le piccole dimensioni della comunità, non sono presenti particolari servizi burocratici: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all'occorrenza, rivestite dal sindaco. Il quadro economico non risulta molto fiorente: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata sulla coltivazione di cereali e ortaggi e integrata dall’allevamento di bovini, suini, equini e avicoli. L’industria è pressoché assente, fatta eccezione per qualche piccola impresa edile. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: mancano servizi qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva risulta appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni essenziali della popolazione. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; si può però usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Viste le piccole dimensioni della comunità, non sono presenti particolari servizi burocratici: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all'occorrenza, rivestite dal sindaco. Il quadro economico non risulta molto fiorente: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata sulla coltivazione di cereali e ortaggi e integrata dall’allevamento di bovini, suini, equini e avicoli. L’industria è pressoché assente, fatta eccezione per qualche piccola impresa edile. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: mancano servizi qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva risulta appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni essenziali della popolazione. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; si può però usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Relazioni

Oltre a non figurare tra le mete turistiche più celebrate della zona, pur meritando di essere visitata per le bellezze dell’ambiente naturale, è poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta quotidianamente a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario, ai quali gli abitanti si rivolgono pure per frequentare le altre scuole dell’obbligo e gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non forniti sul posto, sono piuttosto intensi. La festa della Patrona, Santa Elena, si celebra il 18 agosto.

Oltre a non figurare tra le mete turistiche più celebrate della zona, pur meritando di essere visitata per le bellezze dell’ambiente naturale, è poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta quotidianamente a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario, ai quali gli abitanti si rivolgono pure per frequentare le altre scuole dell’obbligo e gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non forniti sul posto, sono piuttosto intensi. La festa della Patrona, Santa Elena, si celebra il 18 agosto.

Località

Capovilla, Cretto di Sotto, Curminie, Flaipano, Isola, Jouf, Sant'Elena, Zampariul

Capovilla, Cretto di Sotto, Curminie, Flaipano, Isola, Jouf, Sant'Elena, Zampariul

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montenars rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.