Descrizione

Centro di pianura, di origini medievali, la cui economia si basa soprattutto sulle tradizionali attività agricole, affiancate da alcune iniziative industriali. I montemesolini, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati nel capoluogo comunale, tranne una piccola parte, che vive in case sparse. Il territorio, in cui si trova la parte iniziale dell’omonima gravina, presenta un profilo geometrico ondulato, con differenze di altitudine non accentuate, che degradano in direzione della piana tarantina. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, conserva un suggestivo nucleo storico, compreso tra mura con sviluppo ellittico, in cui si aprono delle porte monumentali; circondato da varie masserie (nuclei vitali dell’antica civiltà contadina), ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia l’immagine di tre colli su sfondo azzurro.

Centro di pianura, di origini medievali, la cui economia si basa soprattutto sulle tradizionali attività agricole, affiancate da alcune iniziative industriali. I montemesolini, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati nel capoluogo comunale, tranne una piccola parte, che vive in case sparse. Il territorio, in cui si trova la parte iniziale dell’omonima gravina, presenta un profilo geometrico ondulato, con differenze di altitudine non accentuate, che degradano in direzione della piana tarantina. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, conserva un suggestivo nucleo storico, compreso tra mura con sviluppo ellittico, in cui si aprono delle porte monumentali; circondato da varie masserie (nuclei vitali dell’antica civiltà contadina), ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia l’immagine di tre colli su sfondo azzurro.

Storia

Le prime tracce della presenza umana nella zona risalgono a tempi preistorici, come testimoniano alcuni reperti neolitici rinvenuti nei pressi della gravina, sui cui spalti è ben visibile un insediamento rupestre. Il toponimo è composto di “monte” e di un derivato del latino MENSULA, usato nel senso di ‘mucchio di sassi su cui nasce la macchia’. Le notizie più antiche sul casale, sorto probabilmente all’inizio del 1100, datano al XIV secolo. A quell’epoca ne ottennero l’investitura i nobili de Mandorino, sotto i quali il feudo venne diviso in due parti, entrambe acquistate, nella seconda metà del Quattrocento, dai de Noya, i cui eredi suddivisero nuovamente il territorio, vendendolo ai Carducci e ai Galeota. Popolata da albanesi, nella prima metà del XVIII secolo fu riunificata nelle mani dei Saraceno, che più tardi ottennero il titolo di marchesi. Dopo l’abolizione del feudalesimo, sancita dalle riforme napoleoniche, all’inizio dell’Ottocento, le ex proprietà feudali dei signori montemesolini passarono ai Chyurlia, marchesi di Lizzano. Tra le testimonianze storico-architettoniche spicca il palazzo marchesale; di recente dichiarato monumento nazionale, fu realizzato, sul finire del Settecento, da Andrea Saraceno, che provvide ad ampliare e ristrutturare una preesistente residenza fortificata, del XV-XVI secolo. Al marchese Andrea Saraceno si deve anche la costruzione del cosiddetto “Quartiere dei Palazzotti”, un intero ed elegante rione, che si conserva quasi del tutto intatto, con i suoi edifici signorili, in vago stile rococò. Tra gli altri monumenti, interessanti sono: la settecentesca chiesa di Santa Maria della Croce, oggetto di ripetuti rimaneggiamenti; la coeva torre dell’orologio e i resti dell’antica cinta muraria.

Le prime tracce della presenza umana nella zona risalgono a tempi preistorici, come testimoniano alcuni reperti neolitici rinvenuti nei pressi della gravina, sui cui spalti è ben visibile un insediamento rupestre. Il toponimo è composto di “monte” e di un derivato del latino MENSULA, usato nel senso di ‘mucchio di sassi su cui nasce la macchia’. Le notizie più antiche sul casale, sorto probabilmente all’inizio del 1100, datano al XIV secolo. A quell’epoca ne ottennero l’investitura i nobili de Mandorino, sotto i quali il feudo venne diviso in due parti, entrambe acquistate, nella seconda metà del Quattrocento, dai de Noya, i cui eredi suddivisero nuovamente il territorio, vendendolo ai Carducci e ai Galeota. Popolata da albanesi, nella prima metà del XVIII secolo fu riunificata nelle mani dei Saraceno, che più tardi ottennero il titolo di marchesi. Dopo l’abolizione del feudalesimo, sancita dalle riforme napoleoniche, all’inizio dell’Ottocento, le ex proprietà feudali dei signori montemesolini passarono ai Chyurlia, marchesi di Lizzano. Tra le testimonianze storico-architettoniche spicca il palazzo marchesale; di recente dichiarato monumento nazionale, fu realizzato, sul finire del Settecento, da Andrea Saraceno, che provvide ad ampliare e ristrutturare una preesistente residenza fortificata, del XV-XVI secolo. Al marchese Andrea Saraceno si deve anche la costruzione del cosiddetto “Quartiere dei Palazzotti”, un intero ed elegante rione, che si conserva quasi del tutto intatto, con i suoi edifici signorili, in vago stile rococò. Tra gli altri monumenti, interessanti sono: la settecentesca chiesa di Santa Maria della Croce, oggetto di ripetuti rimaneggiamenti; la coeva torre dell’orologio e i resti dell’antica cinta muraria.

Economia

L’agricoltura è favorita dalla fertilità del terreno; è praticato anche l’allevamento di bovini, ovini e caprini. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare, edile, della fabbricazione di articoli in plastica e della produzione di gas. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non si registra la presenza di strutture sociali di particolare rilievo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; si può usufruire della biblioteca comunale per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; c’è la Pro Loco. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico. A completamento del quadro delle strutture si aggiungono gli impianti sportivi, che annoverano un campo di calcio, un palazzetto dello sport e una piscina.

L’agricoltura è favorita dalla fertilità del terreno; è praticato anche l’allevamento di bovini, ovini e caprini. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare, edile, della fabbricazione di articoli in plastica e della produzione di gas. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non si registra la presenza di strutture sociali di particolare rilievo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; si può usufruire della biblioteca comunale per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; c’è la Pro Loco. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico. A completamento del quadro delle strutture si aggiungono gli impianti sportivi, che annoverano un campo di calcio, un palazzetto dello sport e una piscina.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità gustare le specialità gastronomiche locali, quali: le orecchiette, la pecora a bagnomaria e il “marro” (interiora di agnello al forno). I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi; a essi la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto, oltre che per lavoro. Tra gli appuntamenti consueti vanno citati: la fiera della Madonna Immacolata, l’ultima domenica di maggio; la festa di San Michele Arcangelo, il 29 settembre; il festival nazionale dei baffi, a fine settembre, e il concorso tra rioni di presepi in carta pesta, a grandezza d’uomo, nel periodo natalizio. Il mercato settimanale si svolge il venerdì. La festa della Patrona, la Madonna del Rosario, viene celebrata il 7 ottobre.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità gustare le specialità gastronomiche locali, quali: le orecchiette, la pecora a bagnomaria e il “marro” (interiora di agnello al forno). I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi; a essi la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto, oltre che per lavoro. Tra gli appuntamenti consueti vanno citati: la fiera della Madonna Immacolata, l’ultima domenica di maggio; la festa di San Michele Arcangelo, il 29 settembre; il festival nazionale dei baffi, a fine settembre, e il concorso tra rioni di presepi in carta pesta, a grandezza d’uomo, nel periodo natalizio. Il mercato settimanale si svolge il venerdì. La festa della Patrona, la Madonna del Rosario, viene celebrata il 7 ottobre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montemesola rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.