Descrizione

Piccola comunità collinare, abitata sin dall’età preistorica; formatasi nel Medioevo, ha un’economia di tipo prettamente agricolo. La totalità dei monteleonesi, che hanno un indice di vecchiaia particolarmente elevato, vive nel capoluogo comunale. Il territorio, comprensivo del bacino artificiale diviso tra più comuni del Lago Terno, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: i suoi valori sono compresi tra i 170 e i 421 metri sul livello del mare. L’abitato, che si sviluppa sulla sommità di un colle roccioso da cui si gode della veduta sulla pianura del Temo e le colline circostanti, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta una roccia di pietra, a guisa di tronco di cono, posta su una verde campagna e accostata, da un lato, da un leone rampante, d’oro, e, in capo, da una colomba d’argento in volo.

Piccola comunità collinare, abitata sin dall’età preistorica; formatasi nel Medioevo, ha un’economia di tipo prettamente agricolo. La totalità dei monteleonesi, che hanno un indice di vecchiaia particolarmente elevato, vive nel capoluogo comunale. Il territorio, comprensivo del bacino artificiale diviso tra più comuni del Lago Terno, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: i suoi valori sono compresi tra i 170 e i 421 metri sul livello del mare. L’abitato, che si sviluppa sulla sommità di un colle roccioso da cui si gode della veduta sulla pianura del Temo e le colline circostanti, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta una roccia di pietra, a guisa di tronco di cono, posta su una verde campagna e accostata, da un lato, da un leone rampante, d’oro, e, in capo, da una colomba d’argento in volo.

Storia

Il toponimo, attestato dal 1341 come MONTIS LEONIS, deriva dallo stemma feudale che rappresenta un leone. Nell’anno 1862 vi è l’aggiunta del distintivo ROCCA DORIA, con chiaro riferimento ai signori che la governarono. Abitata sin dalla preistoria, il suo insediamento si formò, durante il Medioevo, intorno al castello fatto costruire dai Doria nel XII secolo. La sua storia è stata caratterizzata, in modo particolare, dalla resistenza che Nicolò Doria oppose, per ben tre anni, all’assedio da parte dei bosani, dei sassaresi e degli algheresi. Successivamente venne saccheggiata e distrutta dal re aragonese Alfonso V, che costrinse i sopravvissuti a trasferirsi a Monteleone. Divenuta possedimento dei Brumergo, conti di Monteleone, rimase a lungo sotto il loro governo. Tra le vestigia del passato merita di essere citata la parrocchiale dedicata a Santo Stefano, in stile tardo romanico, caratterizzata dalla presenza di due navate. La prima venne costruita nel corso del XIII secolo; l’altra, semicircolare, è posta sulla destra e venne eretta in tempi più recenti. La facciata presenta un disegno di due cornici a capanna con archetti pensili. Degni di nota sono anche: i resti di alcuni nuraghi, tra cui il Mannu; il maestoso castello dei Doria, parzialmente in rovina; la chiesa di Sant’Antonio Abate, risalente al Duecento.

Il toponimo, attestato dal 1341 come MONTIS LEONIS, deriva dallo stemma feudale che rappresenta un leone. Nell’anno 1862 vi è l’aggiunta del distintivo ROCCA <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DORIA'>DORIA</a>, con chiaro riferimento ai signori che la governarono. Abitata sin dalla preistoria, il suo insediamento si formò, durante il Medioevo, intorno al castello fatto costruire dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DORIA'>Doria</a> nel XII secolo. La sua storia è stata caratterizzata, in modo particolare, dalla resistenza che Nicolò <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DORIA'>Doria</a> oppose, per ben tre anni, all’assedio da parte dei bosani, dei sassaresi e degli algheresi. Successivamente venne saccheggiata e distrutta dal re <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ARAGONESEALFONSOV'>aragonese Alfonso V</a>, che costrinse i sopravvissuti a trasferirsi a Monteleone. Divenuta possedimento dei Brumergo, conti di Monteleone, rimase a lungo sotto il loro governo. Tra le vestigia del passato merita di essere citata la parrocchiale dedicata a Santo Stefano, in stile tardo romanico, caratterizzata dalla presenza di due navate. La prima venne costruita nel corso del XIII secolo; l’altra, semicircolare, è posta sulla destra e venne eretta in tempi più recenti. La facciata presenta un disegno di due cornici a capanna con archetti pensili. Degni di nota sono anche: i resti di alcuni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=NURAGHI'>nuraghi</a>, tra cui il Mannu; il maestoso castello dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DORIA'>Doria</a>, parzialmente in rovina; la chiesa di Sant’Antonio Abate, risalente al Duecento.

Economia

Viste le dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Il quadro economico non è dei più floridi: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata in prevalenza sulla coltivazione di cereali, foraggi, vite e sull’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria fa registrare solamente piccole realtà che operano nel comparto edile. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole locali assicurano la frequenza delle sole classi elementari; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono unicamente la possibilità di ristorazione. Il servizio sanitario non è assicurato nemmeno al livello di base.

Viste le dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Il quadro economico non è dei più floridi: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata in prevalenza sulla coltivazione di cereali, foraggi, vite e sull’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria fa registrare solamente piccole realtà che operano nel comparto edile. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole locali assicurano la frequenza delle sole classi elementari; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono unicamente la possibilità di ristorazione. Il servizio sanitario non è assicurato nemmeno al livello di base.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ambite della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’incontaminato ambiente naturale che la circonda e di visitare interessanti testimonianze di passate civiltà. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni meritano di essere citate: la festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, e la festa di Nostra Signora di Interrios, molto venerata dalla comunità, la seconda domenica di settembre. La festa del Patrono, Santo Stefano, si celebra il 3 agosto.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ambite della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’incontaminato ambiente naturale che la circonda e di visitare interessanti testimonianze di passate civiltà. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni meritano di essere citate: la festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, e la festa di Nostra Signora di Interrios, molto venerata dalla comunità, la seconda domenica di settembre. La festa del Patrono, Santo Stefano, si celebra il 3 agosto.

Località

Fondi europei 2021-2027

Comune di Monteleone Rocca Doria in "phasing-in", appartenente, cioè, a quelle aree che -già comprese nell'Obiettivo 1 nel periodo di programmazione comunitaria 2000-2006- nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013, grazie ai progressi economici compiuti, passano nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione" e sono oggetto di finanziamenti speciali in virtù del loro precedente status di territori Obiettivo 1. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.