itala

Descrizione

Comune collinare d’impronta medievale; sede di un fiorente artigianato specializzato nella produzione di oggetti in paglia, è sorretto da alcune imprese industriali, dal commercio e, in misura minore, dalle tradizionali attività rurali. Circa la metà dei montevidonesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si concentra nel capoluogo comunale; il resto della comunità risiede invece in una serie di case sparse sui fondi e in alcuni minuscoli aggregati urbani. L’abitato è raccolto in posizione panoramica sulla sommità di un contrafforte collinare. Nel territorio comunale il verde cupo dei boschi cedui di roverella, cerro, acero e pino, residuo della vegetazione spontanea originaria, sfuma, soprattutto in direzione della valle del fiume Tenna, nei toni luminosi dei vigneti, dei pascoli e dei campi di frumento. Sullo sfondo d’argento dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un uomo vestito di marrone, che impugna con la mano destra un ramoscello d’olivo verde e sostiene con la sinistra un fortilizio rosso; la figura è accompagnata da tre monti all’italiana rossi: sulle due vette laterali sono posti un agnello seduto, affiancato da un ramoscello d’olivo, e un ramo della stessa pianta.

Storia

Il recente ritrovamento di manufatti risalenti al IV-II secolo a.C. e la scoperta di un piccolo tempio pagano, su cui sorge ora una chiesa, hanno fornito prove incontrovertibili dell’esistenza di un insediamento di epoca preromana; le prime notizie certe sull’attuale abitato compaiono invece in un documento del 1229, che attesta la sua sottomissione a Fermo. Nella prima metà del Quattrocento, dopo essere stata devastata dal conte di Carrara, subì l’occupazione da parte di Carlo Malatesta prima e di Francesco Sforza poi, entrambi interessati a conquistarsi un baluardo sulla valle del Tenna. Entrò poi a far parte dello Stato Pontificio (seconda metà del XV secolo), subendo tra Sette e Ottocento l’invasione francese. Il toponimo è composto dal termine “monte” e dal personale Guidone, derivato dal nome germanico WIDO; la specificazione è un chiaro antroponimo. Sono ancora visibili i resti degli antichi bastioni, eretti tra il XIV e il XV secolo. Il centro storico presenta una singolare struttura: addossati alle mura, sul lato nord, sorgono infatti gli edifici religiosi, tra cui spicca la chiesa di San Vito Martire, che conserva il reliquiario del Santo (1732) nonché tele settecentesche attribuite ad Alessandro Ricci e al Foschi; sul lato opposto si ergono invece le costruzioni civili, tra le quali figurano alcuni palazzi gentilizi e una casa eretta nel Quattrocento.

Economia

Alle attività economiche tradizionali (allevamento di bestiame e coltivazione di cereali, uva da vino e foraggi) si è affiancato un apparato industriale di discreto livello, composto da alcune piccole e medie imprese attive nei comparti alimentare, tessile, delle confezioni, della pelletteria, delle calzature, della carta e della lavorazione dei metalli. Per quanto riguarda il terziario, si registra la presenza di una rete distributiva commisurata alle esigenze della comunità e di un ventaglio di servizi privati ancora poco sviluppato. L’insieme di strutture e servizi di utilità sociale mostra alcune lacune: il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, dispone soltanto di scuole elementari e della farmacia; non possiede strutture culturali di rilievo e il suo apparato ricettivo non annovera strutture per il soggiorno.

Relazioni

Soprattutto nel periodo estivo è meta di un discreto numero di visitatori: tra la fine di luglio e la metà di agosto, infatti, la piazza principale dell’abitato si anima di spettacoli vari, feste, giochi ed eventi culturali, tutti compresi nell’ambito delle manifestazioni “La piazza fa spettacolo” e “Giochi tra contrade”; sono molto seguite, inoltre, la festa della Madonna del Carmine (luglio) e la gustosa castagnata in piazza che si svolge nel mese di ottobre. La festa del Patrono San Vito si celebra il 15 giugno. Ha dato i natali al pittore Osvaldo Licini (1894-1958), maestro dell’astrattismo europeo.

Località

Cataluccia, Conci, Corradino, Larciano, Marinaro

INFO
  • Popolazione 731
  • Lat 43° 7' 16,61'' 43.12128056
  • Long 13° 29' 8,21'' 13.48561389
  • CAP 63020
  • Prefisso 0734
  • Codice ISTAT 109026
  • Codice Catasto F665
  • Altitudine slm 429 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno
    E/2142
  • Superficie 5.99 Km2
  • Densità 122,04 ab/Km2
  • Sismicità Zona 2
  • Alba 07:19
  • Tramonto 16:29
Contatti
ODV
NomeIndirizzo
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO COMITATO MONTINARI MARCHECORSO GARIBALDI 10
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