Descrizione

Centro collinare di fondazione medievale, la cui economia è incentrata essenzialmente sulle attività industriali. I monsanvitesi o montesanvitesi, con un indice di vecchiaia superiore alla media, fanno registrare un buon grado di dispersione: la comunità è infatti divisa tra il capoluogo comunale, le località di Borghetto, Le Cozze e Santa Lucia, diversi piccoli aggregati urbani e un elevato numero di case sparse sui fondi. L’abitato è raccolto sulla punta di un piccolo sperone collinare, da cui lo sguardo spazia da un lato sui poggi degradanti verso la costa e, dal lato opposto, sui rilievi subappenninici che si estendono fra le catene montuose dell’entroterra e il litorale. Il territorio comunale presenta l’aspetto tipico di gran parte della regione: sui morbidi declivi collinari prosperano i vigneti e gli oliveti mentre nell’ampia pianura che si distende intorno all’alveo del fiume Esino le aree antropizzate si alternano a oasi di natura ancora integra, popolate da anatre, aironi rossi e aironi cinerini. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un monte a sei cime d’oro, posto su un verde prato.

Centro collinare di fondazione medievale, la cui economia è incentrata essenzialmente sulle attività industriali. I monsanvitesi o montesanvitesi, con un indice di vecchiaia superiore alla media, fanno registrare un buon grado di dispersione: la comunità è infatti divisa tra il capoluogo comunale, le località di Borghetto, Le Cozze e Santa Lucia, diversi piccoli aggregati urbani e un elevato numero di case sparse sui fondi. L’abitato è raccolto sulla punta di un piccolo sperone collinare, da cui lo sguardo spazia da un lato sui poggi degradanti verso la costa e, dal lato opposto, sui rilievi subappenninici che si estendono fra le catene montuose dell’entroterra e il litorale. Il territorio comunale presenta l’aspetto tipico di gran parte della regione: sui morbidi declivi collinari prosperano i vigneti e gli oliveti mentre nell’ampia pianura che si distende intorno all’alveo del fiume Esino le aree antropizzate si alternano a oasi di natura ancora integra, popolate da anatre, aironi rossi e aironi cinerini. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un monte a sei cime d’oro, posto su un verde prato.

Storia

Sorta in un territorio anticamente abitato da popolazioni umbre e picene e citata per la prima volta in un documento del 1177, si sviluppò nel Medioevo, acquistando la struttura urbanistica tipica dell’epoca, con le abitazioni strette intorno a un castello arroccato su un’altura. Per tutto il Duecento appartenne alla sfera d’influenza di Jesi, passando nel 1316 tra i domini della marca di Ancona e, con questa, sotto l’egida della famiglia guelfa dei Malatesta; nel secolo successivo venne occupata da Francesco Sforza e pochi anni dopo giurò nuovamente fedeltà al Papa. Passata attraverso le numerose carestie che indebolirono le Marche nel corso del XVIII secolo, subì, all’inizio del Settecento, le angherie delle truppe austriache temporaneamente stanziate sui territori della Chiesa, attraversando poi un periodo di relativa serenità, che si interruppe con l’invasione francese. Il toponimo è un composto del termine “monte” e dell’agionimo San Vito, cui era anticamente intitolata una cappella. Il nucleo più antico dell’abitato conserva ancora la suggestiva struttura urbanistica medievale e rinascimentale: lo scorrere del tempo non ha pregiudicato la bellezza del palazzo comunale, sorto sui resti di una fortezza malatestiana, e della collegiata, che conserva numerose tele di pregio. Testimonianza dell’antico popolamento del territorio comunale sono alcune tracce di una tomba risalente al periodo neolitico.

Sorta in un territorio anticamente abitato da popolazioni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=UMBRE'>umbre</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=PICENE'>picene</a> e citata per la prima volta in un documento del 1177, si sviluppò nel Medioevo, acquistando la struttura urbanistica tipica dell’epoca, con le abitazioni strette intorno a un castello arroccato su un’altura. Per tutto il Duecento appartenne alla sfera d’influenza di Jesi, passando nel 1316 tra i domini della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MARCADIANCONA'>marca di Ancona</a> e, con questa, sotto l’egida della famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GUELFA'>guelfa</a> dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTA'>Malatesta</a>; nel secolo successivo venne occupata da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FRANCESCOSFORZA'>Francesco Sforza</a> e pochi anni dopo giurò nuovamente fedeltà al Papa. Passata attraverso le numerose carestie che indebolirono le Marche nel corso del XVIII secolo, subì, all’inizio del Settecento, le angherie delle truppe austriache temporaneamente stanziate sui territori della Chiesa, attraversando poi un periodo di relativa serenità, che si interruppe con l’invasione francese. Il toponimo è un composto del termine “monte” e dell’agionimo San Vito, cui era anticamente intitolata una cappella. Il nucleo più antico dell’abitato conserva ancora la suggestiva struttura urbanistica medievale e rinascimentale: lo scorrere del tempo non ha pregiudicato la bellezza del palazzo comunale, sorto sui resti di una fortezza <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTIANA'>malatestiana</a>, e della collegiata, che conserva numerose tele di pregio. Testimonianza dell’antico popolamento del territorio comunale sono alcune tracce di una tomba risalente al periodo neolitico.

Economia

L’agricoltura, specializzata nella produzione di uva, olive e barbabietole, riveste ormai un ruolo di secondaria importanza nella formazione del reddito; è infatti l’industria il settore trainante dell’economia monsanvitese: una serie di imprese di varie dimensioni sono attive perlopiù nei comparti dei prodotti alimentari, dell’abbigliamento, della lavorazione della gomma, della plastica e dei metalli e della produzione di strumenti radiofonici e televisivi. Il terziario annovera una discreta rete commerciale, sportelli bancari e agenzie assicurative e immobiliari. Nel comune sono presenti gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, una casa di riposo, un ambulatorio e la farmacia; non si registra, invece, la presenza di rilevanti strutture culturali; l’apparato ricettivo, inoltre, offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

L’agricoltura, specializzata nella produzione di uva, olive e barbabietole, riveste ormai un ruolo di secondaria importanza nella formazione del reddito; è infatti l’industria il settore trainante dell’economia monsanvitese: una serie di imprese di varie dimensioni sono attive perlopiù nei comparti dei prodotti alimentari, dell’abbigliamento, della lavorazione della gomma, della plastica e dei metalli e della produzione di strumenti radiofonici e televisivi. Il terziario annovera una discreta rete commerciale, sportelli bancari e agenzie assicurative e immobiliari. Nel comune sono presenti gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, una casa di riposo, un ambulatorio e la farmacia; non si registra, invece, la presenza di rilevanti strutture culturali; l’apparato ricettivo, inoltre, offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Relazioni

Posta a breve distanza dalla costa adriatica e favorita da un clima particolarmente mite, è apprezzata per la quiete che la avvolge, tipica dell’area collinare marchigiana. L’abitato si anima soprattutto in estate, quando fa da teatro a una serie di manifestazioni di vario genere, quali sagre gastronomiche, concerti di musica classica e moderna nonché spettacoli teatrali in piazza; in autunno, la terza domenica di novembre, si svolge invece la “Festa d’autunno”, con l’esibizione di gruppi folcloristici e saltimbanchi e con una fiera dei prodotti tipici di stagione (assai rinomata è la produzione di olio e vino). Il Patrono San Vito si festeggia il 15 giugno con una fiera di prodotti tipici locali.

Posta a breve distanza dalla costa adriatica e favorita da un clima particolarmente mite, è apprezzata per la quiete che la avvolge, tipica dell’area collinare marchigiana. L’abitato si anima soprattutto in estate, quando fa da teatro a una serie di manifestazioni di vario genere, quali sagre gastronomiche, concerti di musica classica e moderna nonché spettacoli teatrali in piazza; in autunno, la terza domenica di novembre, si svolge invece la “Festa d’autunno”, con l’esibizione di gruppi folcloristici e saltimbanchi e con una fiera dei prodotti tipici di stagione (assai rinomata è la produzione di olio e vino). Il Patrono San Vito si festeggia il 15 giugno con una fiera di prodotti tipici locali.

Località

Borghetto, Le Cozze, Paradiso, Ponte Felice, Sant'Antonio, Santa Lucia

Borghetto, Le Cozze, Paradiso, Ponte Felice, Sant'Antonio, Santa Lucia