Descrizione

Cittadina collinare di origine medievale, il cui nome è cambiato in Monte San Giovanni, per Delibera Legislativa adottata dalla Regione Lazio il 4 aprile 2001. La sua economia è basata sul settore secondario, sul commercio e, in misura minore, sulle attività rurali (agricoltura e silvicoltura). La comunità dei monticiani, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, propende per l'insediamento sparso, risiedendo nel capoluogo comunale, nelle frazioni Anitrella, Chiaiamari, Colli, La Lucca e Porrino nonché in numerosi aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio comunale, percorso dalle acque del fiume Liri e del torrente Amaseno, presenta un profilo geometrico vario e irregolare. Assai spettacolare è la cascata che il fiume Liri forma in località Anitrella compiendo un salto di 40 metri nel punto più stretto del suo corso, denominato “Raio”.

Cittadina collinare di origine medievale, il cui nome è cambiato in Monte San Giovanni, per Delibera Legislativa adottata dalla Regione Lazio il 4 aprile 2001. La sua economia è basata sul settore secondario, sul commercio e, in misura minore, sulle attività rurali (agricoltura e silvicoltura). La comunità dei monticiani, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, propende per l'insediamento sparso, risiedendo nel capoluogo comunale, nelle frazioni Anitrella, Chiaiamari, Colli, La Lucca e Porrino nonché in numerosi aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio comunale, percorso dalle acque del fiume Liri e del torrente Amaseno, presenta un profilo geometrico vario e irregolare. Assai spettacolare è la cascata che il fiume Liri forma in località Anitrella compiendo un salto di 40 metri nel punto più stretto del suo corso, denominato “Raio”.

Storia

Fondata all'epoca delle invasioni barbariche, appartenne inizialmente alla diocesi di Veroli e in seguito fu data in feudo da Roberto il Guiscardo alla famiglia D'Aquino; le imponenti fortificazioni di cui fu dotata le permisero di resistere agli attacchi di Guglielmo I il Malo, di Federico I Barbarossa e di Enrico VI (1186). Il castello è stato per due anni, dal 1243 al 1245, il luogo di prigionia di San Tommaso d'Aquino, osteggiato dalla famiglia nel desiderio di intraprendere la carriera ecclesiastica. Nel 1422 tornò a far parte dei possedimenti della Chiesa, passando poi agli Aragonesi; nel 1495, durante la discesa in Italia di Carlo VIII alla conquista del regno di Napoli, fu distrutta dalle truppe angioine ma successivamente venne ricostruita e divenne feudo della famiglia D'Avalos D'Aquino. Seguì in seguito le sorti dello Stato Pontificio fino all'unità d'Italia. Denominata Castelforte e poi Mons Sancti Joannis in epoca medievale, ha assunto la specificazione di “Campano” nel 1872, rievocando che era già appartenuta alla ex provincia di “Campagna” dello Stato della Chiesa e distinguendola, così, dalla sua omonima presso Rieti (al cui toponimo fù aggiunto “in Sabina”). L'abitato, che conserva parte della cinta muraria medievale e tre porte di accesso, custodisce un ricco patrimonio storico-architettonico, nel quale spiccano gli imponenti resti del castello baronale, rimaneggiato nel Settecento e dopo il terremoto del 1915, la cappella di San Tommaso d'Aquino, dove il filosofo è stato tenuto prigioniero, la collegiata di Santa Maria della Valle, risalente al Medioevo ma rimaneggiata nel Cinquecento, la chiesa di Santa Maria dell'Arendola o Arenula, anch'essa edificata nel Medioevo e successivamente trasformata, e la chiesa di Santa Margherita. Interessanti sono anche altri edifici religiosi sparsi nel territorio comunale, come la chiesa di San Pietro di Arenula (XI secolo) e la chiesetta della Madonna di Canneto, in località Colli.

Fondata all'epoca delle invasioni barbariche, appartenne inizialmente alla diocesi di Veroli e in seguito fu data in feudo da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ROBERTOILGUISCARDO'>Roberto il Guiscardo</a> alla famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a>; le imponenti fortificazioni di cui fu dotata le permisero di resistere agli attacchi di Guglielmo I il Malo, di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FEDERICOIBARBAROSSA'>Federico I Barbarossa</a> e di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ENRICOVI'>Enrico VI</a> (1186). Il castello è stato per due anni, dal 1243 al 1245, il luogo di prigionia di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANTOMMASODAQUINO'>San Tommaso d'Aquino</a>, osteggiato dalla famiglia nel desiderio di intraprendere la carriera ecclesiastica. Nel 1422 tornò a far parte dei possedimenti della Chiesa, passando poi agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ARAGONESI'>Aragonesi</a>; nel 1495, durante la discesa in Italia di Carlo VIII alla conquista del regno di Napoli, fu distrutta dalle truppe <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ANGIOINE'>angioine</a> ma successivamente venne ricostruita e divenne feudo della famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=DAVALOSDAQUINO'>D'Avalos D'Aquino</a>. Seguì in seguito le sorti dello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=STATOPONTIFICIO'>Stato Pontificio</a> fino all'unità d'Italia. Denominata Castelforte e poi Mons Sancti Joannis in epoca medievale, ha assunto la specificazione di “Campano” nel 1872, rievocando che era già appartenuta alla ex provincia di “Campagna” dello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=STATODELLACHIESA'>Stato della Chiesa</a> e distinguendola, così, dalla sua omonima presso Rieti (al cui toponimo fù aggiunto “in Sabina”). L'abitato, che conserva parte della cinta muraria medievale e tre porte di accesso, custodisce un ricco patrimonio storico-architettonico, nel quale spiccano gli imponenti resti del castello baronale, rimaneggiato nel Settecento e dopo il terremoto del 1915, la cappella di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANTOMMASODAQUINO'>San Tommaso d'Aquino</a>, dove il filosofo è stato tenuto prigioniero, la collegiata di Santa Maria della Valle, risalente al Medioevo ma rimaneggiata nel Cinquecento, la chiesa di Santa Maria dell'Arendola o Arenula, anch'essa edificata nel Medioevo e successivamente trasformata, e la chiesa di Santa Margherita. Interessanti sono anche altri edifici religiosi sparsi nel territorio comunale, come la chiesa di San Pietro di Arenula (XI secolo) e la chiesetta della Madonna di Canneto, in località Colli.

Economia

Solo una piccola parte della comunità si dedica ancora all'agricoltura, specializzata nella produzione di cereali, foraggi, frutta e olive; il perno dell'economia monticiana è costituito infatti dal dinamico settore secondario, comprendente un buon numero di piccole aziende attive in svariati comparti (alimentare, delle confezioni, metallurgico, meccanico, elettronico, del legno e dell'edilizia) ma non ancora in grado di assorbire tutta la manodopera locale. Il commercio appare vivace e tra i servizi figurano il credito e le assicurazioni. Il comune possiede gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, le scuole dell'obbligo e due biblioteche, quella comunale e quella dell'associazione culturale Colli; dotato di un apparato ricettivo abbastanza articolato, annovera tra le strutture sanitarie un presidio di guardia medica itinerante, un consultorio familiare, un ambulatorio accreditato di dermatologia e le farmacie.

Solo una piccola parte della comunità si dedica ancora all'agricoltura, specializzata nella produzione di cereali, foraggi, frutta e olive; il perno dell'economia monticiana è costituito infatti dal dinamico settore secondario, comprendente un buon numero di piccole aziende attive in svariati comparti (alimentare, delle confezioni, metallurgico, meccanico, elettronico, del legno e dell'edilizia) ma non ancora in grado di assorbire tutta la manodopera locale. Il commercio appare vivace e tra i servizi figurano il credito e le assicurazioni. Il comune possiede gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, le scuole dell'obbligo e due biblioteche, quella comunale e quella dell'associazione culturale Colli; dotato di un apparato ricettivo abbastanza articolato, annovera tra le strutture sanitarie un presidio di guardia medica itinerante, un consultorio familiare, un ambulatorio accreditato di dermatologia e le farmacie.

Relazioni

Operatori economici e visitatori in genere sono richiamati dalle numerose fiere di merci e bestiame che si organizzano nel corso dell'anno: il 7 marzo, la seconda domenica di Pasqua e il 16 agosto nel capoluogo comunale; l'ultima domenica di luglio in località Anitrella; la terza domenica di Pasqua e l'ultima di agosto in località Chiaiamari. Assai sentita è la festa in onore della Madonna del Suffragio (prima domenica dopo Pasqua), durante la quale la statua della Madonna, donata alla comunità da papa Urbano VIII, discende tra i fedeli con un particolare meccanismo e viene portata sul colle San Marco. Interessanti le manifestazioni in programma nell'”Estate monticiana”, con l'estemporanea di pittura e i corsi della “Libera accademia di pittura”. La festa del Patrono San Tommaso d'Aquino si celebra il 7 marzo.

Operatori economici e visitatori in genere sono richiamati dalle numerose fiere di merci e bestiame che si organizzano nel corso dell'anno: il 7 marzo, la seconda domenica di Pasqua e il 16 agosto nel capoluogo comunale; l'ultima domenica di luglio in località Anitrella; la terza domenica di Pasqua e l'ultima di agosto in località Chiaiamari. Assai sentita è la festa in onore della Madonna del Suffragio (prima domenica dopo Pasqua), durante la quale la statua della Madonna, donata alla comunità da papa Urbano VIII, discende tra i fedeli con un particolare meccanismo e viene portata sul colle San Marco. Interessanti le manifestazioni in programma nell'”Estate monticiana”, con l'estemporanea di pittura e i corsi della “Libera accademia di pittura”. La festa del Patrono <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANTOMMASODAQUINO'>San Tommaso d'Aquino</a> si celebra il 7 marzo.

Località

Anitrella, Ara la Macchia, Ara le Gotte, Araietta, Boccafolle, Cappuccini, Carbonaro, Casini, Chiaiamari, Ciccarelli, Colle Franceschino, Colle Mastromattei, Colle Odioso, Colle Pupazzo, Colle Scaglione, Colle Scalone, Colli, Colonnette, Faito (Fosso dell'Ortica), Feca, Fontana Murata-Baccalà, Girate, La Lucca, Le Gotte, Le Poste, Massaroni, Mendrella, Monte Rendola, Olivone, Panicelli, Paurecchia, Pertiche, Porrino, Porrino Vicolo, Redidoto, Ripiani, Sant'Elia, Sant'Onofrio, Santo Stefano, Terrazzo, Tesenella, Vado del Cerro, Vaglie San Nicola, Vona

Anitrella, Ara la Macchia, Ara le Gotte, Araietta, Boccafolle, Cappuccini, Carbonaro, Casini, Chiaiamari, Ciccarelli, Colle Franceschino, Colle Mastromattei, Colle Odioso, Colle Pupazzo, Colle Scaglione, Colle Scalone, Colli, Colonnette, Faito (Fosso dell'Ortica), Feca, Fontana Murata-Baccalà, Girate, La Lucca, Le Gotte, Le Poste, Massaroni, Mendrella, Monte Rendola, Olivone, Panicelli, Paurecchia, Pertiche, Porrino, Porrino Vicolo, Redidoto, Ripiani, Sant'Elia, Sant'Onofrio, Santo Stefano, Terrazzo, Tesenella, Vado del Cerro, Vaglie San Nicola, Vona

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Monte San Giovanni Campano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.