Descrizione

Comune collinare di origini molto antiche, sostenuto prevalentemente dall’agricoltura e dall’allevamento della pregiata razza bovina maremmana. I monteromanesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono concentrati nel capoluogo comunale; solo una piccolissima percentuale della comunità risiede in case sparse sui fondi. L’abitato è situato su una sella tra il poggio Ficonaccia e il poggio della Rotonda ed è formato da un nucleo centrale, con caratteri urbanistici tipici del XVII-XVIII secolo, e da due piccole code che risalgono i colli vicini. Lo scenario circostante è dominato dalla presenza di estesi appezzamenti coltivati a cereali, filari di olivi e ampie superfici adibite al pascolo; non mancano fitte formazioni boschive di querce e di specie vegetali tipiche della macchia mediterranea. Sullo sfondo azzurro dello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una quercia d’oro posta su una montagna verde. Sotto lo scudo, su lista azzurra, spicca il motto ROBUR E QUERCU, in caratteri d’oro.

Comune collinare di origini molto antiche, sostenuto prevalentemente dall’agricoltura e dall’allevamento della pregiata razza bovina maremmana. I monteromanesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono concentrati nel capoluogo comunale; solo una piccolissima percentuale della comunità risiede in case sparse sui fondi. L’abitato è situato su una sella tra il poggio Ficonaccia e il poggio della Rotonda ed è formato da un nucleo centrale, con caratteri urbanistici tipici del XVII-XVIII secolo, e da due piccole code che risalgono i colli vicini. Lo scenario circostante è dominato dalla presenza di estesi appezzamenti coltivati a cereali, filari di olivi e ampie superfici adibite al pascolo; non mancano fitte formazioni boschive di querce e di specie vegetali tipiche della macchia mediterranea. Sullo sfondo azzurro dello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una quercia d’oro posta su una montagna verde. Sotto lo scudo, su lista azzurra, spicca il motto ROBUR E QUERCU, in caratteri d’oro.

Storia

Frequentata nell’antichità da etruschi e romani, fu sede in epoca medievale di piccoli insediamenti sparsi di contadini e pastori, che avevano nella rocca Respampani il loro punto di riferimento occasionale; nel 1456 la rocca e il territorio che la circondava vennero venduti dalla Camera Apostolica all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, che aveva intenzione di costituire una colonia agricola allo scopo di ricavare proventi dalla bonifica e dalla coltivazione dei terreni. L’attuale abitato cominciò a svilupparsi all’inizio del Seicento intorno a una chiesetta e a una locanda e ben presto, per far fronte ai periodi di carestia senza dover ricorrere alla rocca o alla vicina Tarquinia, venne dotato di un granaio, il granaio Agucchi, dal nome del precettore del Santo Spirito; nel 1666 si sviluppò un altro insediamento e durante il Settecento, nello spazio che separava le due parti, sorsero le carceri (1737), oggi sede dell’antiquarium, e un centro direzionale, che includeva una nuova chiesa e i “casini” per gli amministratori. Il toponimo è un evidente composto di “monte” e dell’aggettivo “romano”. Tra le testimonianze storico-architettoniche che si trovano nel caratteristico centro storico figurano la settecentesca parrocchiale, palazzi del XVI, XVII e XVIII secolo e alcune fontane, tra le quali la cosiddetta fontana del Mascherone; è inoltre degna di nota la massiccia rocca Respampani, situata fuori dell’abitato.

Frequentata nell’antichità da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e romani, fu sede in epoca medievale di piccoli insediamenti sparsi di contadini e pastori, che avevano nella rocca Respampani il loro punto di riferimento occasionale; nel 1456 la rocca e il territorio che la circondava vennero venduti dalla Camera Apostolica all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, che aveva intenzione di costituire una colonia agricola allo scopo di ricavare proventi dalla bonifica e dalla coltivazione dei terreni. L’attuale abitato cominciò a svilupparsi all’inizio del Seicento intorno a una chiesetta e a una locanda e ben presto, per far fronte ai periodi di carestia senza dover ricorrere alla rocca o alla vicina Tarquinia, venne dotato di un granaio, il granaio Agucchi, dal nome del precettore del Santo Spirito; nel 1666 si sviluppò un altro insediamento e durante il Settecento, nello spazio che separava le due parti, sorsero le carceri (1737), oggi sede dell’antiquarium, e un centro direzionale, che includeva una nuova chiesa e i “casini” per gli amministratori. Il toponimo è un evidente composto di “monte” e dell’aggettivo “romano”. Tra le testimonianze storico-architettoniche che si trovano nel caratteristico centro storico figurano la settecentesca parrocchiale, palazzi del XVI, XVII e XVIII secolo e alcune fontane, tra le quali la cosiddetta fontana del Mascherone; è inoltre degna di nota la massiccia rocca Respampani, situata fuori dell’abitato.

Economia

L’agricoltura, rivolta alla coltivazione di cereali e foraggio, costituisce ancora l’attività economica prevalente; i monteromanesi, inoltre, vantano anche una solida tradizione di allevamento del bestiame (bovini ed equini) allo stato brado: a più di 6.000 ettari di terreno destinato al pascolo è affidata la sopravvivenza della pregiata razza maremmana. Il settore industriale si limita ad alcune piccole aziende alimentari, dei materiali da costruzione e delle confezioni mentre il terziario appare più dinamico, comprendendo un discreto numero di esercizi commerciali e includendo, tra i servizi, sia il credito sia le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, è dotato di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di una biblioteca comunale e di un antiquarium, che raccoglie interessanti e preziosi reperti archeologici etruschi e romani rinvenuti nel territorio comunale; le strutture socio-sanitarie annoverano un centro diurno per anziani e la farmacia, quelle ricettive comprendono ristoranti e alberghi.

L’agricoltura, rivolta alla coltivazione di cereali e foraggio, costituisce ancora l’attività economica prevalente; i monteromanesi, inoltre, vantano anche una solida tradizione di allevamento del bestiame (bovini ed equini) allo stato brado: a più di 6.000 ettari di terreno destinato al pascolo è affidata la sopravvivenza della pregiata razza maremmana. Il settore industriale si limita ad alcune piccole aziende alimentari, dei materiali da costruzione e delle confezioni mentre il terziario appare più dinamico, comprendendo un discreto numero di esercizi commerciali e includendo, tra i servizi, sia il credito sia le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, è dotato di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di una biblioteca comunale e di un antiquarium, che raccoglie interessanti e preziosi reperti archeologici <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e romani rinvenuti nel territorio comunale; le strutture socio-sanitarie annoverano un centro diurno per anziani e la farmacia, quelle ricettive comprendono ristoranti e alberghi.

Relazioni

Numerosi visitatori diretti alle rinomate stazioni balneari del litorale vi si fermano per gustare specialità gastronomiche tipiche, come le lumache condite con pomodoro, aglio e peperoncino, oppure per raccogliere i pregiati funghi ferlenghi, esclusivi della zona, caratterizzati da un sapore simile a quello del porcino; altrettanto numerosi sono coloro che invece la inseriscono nei propri itinerari, consapevoli dell’importanza delle testimonianze archeologiche etrusche e romane situate nel territorio comunale e nelle sue vicinanze. Tra le manifestazioni tradizionali è famosa in tutta la provincia la sagra della carne maremmana (14-18 agosto): per l’occasione nella piazza centrale vengono cucinati e poi offerti ai numerosissimi commensali prelibati piatti a base di carne mentre la sera si esibiscono gruppi musicali locali, che invitano al ballo la folla convenuta. La Patrona Santa Corona si festeggia il 14 maggio.

Numerosi visitatori diretti alle rinomate stazioni balneari del litorale vi si fermano per gustare specialità gastronomiche tipiche, come le lumache condite con pomodoro, aglio e peperoncino, oppure per raccogliere i pregiati funghi ferlenghi, esclusivi della zona, caratterizzati da un sapore simile a quello del porcino; altrettanto numerosi sono coloro che invece la inseriscono nei propri itinerari, consapevoli dell’importanza delle testimonianze archeologiche <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHE'>etrusche</a> e romane situate nel territorio comunale e nelle sue vicinanze. Tra le manifestazioni tradizionali è famosa in tutta la provincia la sagra della carne maremmana (14-18 agosto): per l’occasione nella piazza centrale vengono cucinati e poi offerti ai numerosissimi commensali prelibati piatti a base di carne mentre la sera si esibiscono gruppi musicali locali, che invitano al ballo la folla convenuta. La Patrona Santa Corona si festeggia il 14 maggio.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Monte Romano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.