Descrizione

Comune collinare, sorto in epoca medievale in un territorio abitato sin dall’antichità; è sorretto principalmente dall’allevamento di bestiame e dal suo indotto commerciale. Più della metà dei montecerignonesi, con un indice di vecchiaia particolarmente elevato, risiede nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si divide tra un certo numero di case sparse sui fondi e i minuscoli aggregati urbani di Ca’ Rando, Ca’ Vico, Pereto e Valle Magnone. L’abitato, scenograficamente arroccato su un poggio, è dominato dalla mole dell’antica rocca, che giganteggia sulle abitazioni dall’alto di un costone di tufo; è percorso da vie lastricate, bordate da costruzioni in pietra. Il territorio comunale, che possiede un’isola amministrativa fra i comuni di Montegrimano, Mercatino Conca, Macerata Feltria e Sassocorvaro, è immerso nella natura rigogliosa e varia che caratterizza il Montefeltro: ai geometrici riquadri dei coltivi si sostituiscono, con l’aumentare delle quote, boschi lussureggianti di faggio, carpino nero, orniello e cerro, particolarmente abbondanti sulle pendici del monte Carpegna. Solitarie, sulle cime dei colli più elevati, svettano qua e là fortezze abbandonate, custodi di antiche memorie.

Comune collinare, sorto in epoca medievale in un territorio abitato sin dall’antichità; è sorretto principalmente dall’allevamento di bestiame e dal suo indotto commerciale. Più della metà dei montecerignonesi, con un indice di vecchiaia particolarmente elevato, risiede nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si divide tra un certo numero di case sparse sui fondi e i minuscoli aggregati urbani di Ca’ Rando, Ca’ Vico, Pereto e Valle Magnone. L’abitato, scenograficamente arroccato su un poggio, è dominato dalla mole dell’antica rocca, che giganteggia sulle abitazioni dall’alto di un costone di tufo; è percorso da vie lastricate, bordate da costruzioni in pietra. Il territorio comunale, che possiede un’isola amministrativa fra i comuni di Montegrimano, Mercatino Conca, Macerata Feltria e Sassocorvaro, è immerso nella natura rigogliosa e varia che caratterizza il Montefeltro: ai geometrici riquadri dei coltivi si sostituiscono, con l’aumentare delle quote, boschi lussureggianti di faggio, carpino nero, orniello e cerro, particolarmente abbondanti sulle pendici del monte Carpegna. Solitarie, sulle cime dei colli più elevati, svettano qua e là fortezze abbandonate, custodi di antiche memorie.

Storia

Gli storici greci Polibio e Strabone la ricordano col nome di MONS CEREGNUS o MONS CIGUNUS; nel 962 d.C. è citata inoltre in un diploma dell’imperatore Ottone I fra i castelli ceduti in feudo a Ulderico di Carpegna. Dal XII secolo in avanti fu soggetta ai Malatesta, alla Chiesa, a Cesare Borgia, a Lorenzo de’ Medici e ai Montefeltro. Il toponimo è un composto del termine “monte” e di un secondo elemento di non chiara identificazione: quest’ultimo si può interpretare come un riflesso del personale latino CERINIUS, con il suffisso –ONE ad indicare appartenenza, oppure come un derivato del fitonimo latino CERRUS, ‘cerro’. Domina il pittoresco abitato il maestoso forte malatestiano, eretto nel XII secolo e ristrutturato trecento anni dopo da Leon Battista Alberti e Francesco di Giorgio Martini: è posto su un alto basamento a scarpa e presenta un unico corpo quadrangolare, ornato da finestre e arcate gotiche. All’interno della chiesa di San Biagio è conservato un dipinto quattrocentesco attribuito a Bartolomeo Vivarini, autore anche di alcuni dipinti custoditi nella chiesa di Santa Maria del Soccorso. Nei dintorni dell’abitato sorge il santuario di Santa Maria in Reclauso che, edificato sui resti di un tempio dedicato a Giunone, è stato ricostruito quasi totalmente nel 1893 e conserva il corpo del Beato Domenico Spadafora.

Gli storici greci Polibio e Strabone la ricordano col nome di MONS CEREGNUS o MONS CIGUNUS; nel 962 d.C. è citata inoltre in un diploma dell’imperatore Ottone I fra i castelli ceduti in feudo a Ulderico di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CARPEGNA'>Carpegna</a>. Dal XII secolo in avanti fu soggetta ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTA'>Malatesta</a>, alla Chiesa, a <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CESAREBORGIA'>Cesare Borgia</a>, a Lorenzo de’ <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MEDICI'>Medici</a> e ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MONTEFELTRO'>Montefeltro</a>. Il toponimo è un composto del termine “monte” e di un secondo elemento di non chiara identificazione: quest’ultimo si può interpretare come un riflesso del personale latino CERINIUS, con il suffisso –ONE ad indicare appartenenza, oppure come un derivato del fitonimo latino CERRUS, ‘cerro’. Domina il pittoresco abitato il maestoso forte <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTIANO'>malatestiano</a>, eretto nel XII secolo e ristrutturato trecento anni dopo da Leon Battista Alberti e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FRANCESCODIGIORGIOMARTINI'>Francesco di Giorgio Martini</a>: è posto su un alto basamento a scarpa e presenta un unico corpo quadrangolare, ornato da finestre e arcate gotiche. All’interno della chiesa di San Biagio è conservato un dipinto quattrocentesco attribuito a Bartolomeo Vivarini, autore anche di alcuni dipinti custoditi nella chiesa di Santa Maria del Soccorso. Nei dintorni dell’abitato sorge il santuario di Santa Maria in Reclauso che, edificato sui resti di un tempio dedicato a Giunone, è stato ricostruito quasi totalmente nel 1893 e conserva il corpo del Beato Domenico Spadafora.

Economia

L’attività economica prevalente è costituita dall’allevamento suino e bovino che, condotto con metodi all’avanguardia su scala industriale, alimenta il volume delle esportazioni di carni e latte; alla zootecnia si affianca l’agricoltura, che produce frumento e foraggi. Il modesto apparato industriale, invece, è orientato verso comparti tradizionali, come quello della trasformazione dei prodotti agricoli e quelli manifatturieri del legno, delle confezioni e delle calzature. Oltre che dal commercio di prodotti zootecnici, il terziario è rappresentato da servizi privati qualificati, come quelli bancari, ma, per quanto attiene alla sfera della ricettività, lamenta l’assenza di strutture per il soggiorno. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, ospita una biblioteca comunale e scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma è carente di strutture sanitarie, a eccezione della farmacia.

L’attività economica prevalente è costituita dall’allevamento suino e bovino che, condotto con metodi all’avanguardia su scala industriale, alimenta il volume delle esportazioni di carni e latte; alla zootecnia si affianca l’agricoltura, che produce frumento e foraggi. Il modesto apparato industriale, invece, è orientato verso comparti tradizionali, come quello della trasformazione dei prodotti agricoli e quelli manifatturieri del legno, delle confezioni e delle <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CALZATURE'>calzature</a>. Oltre che dal commercio di prodotti zootecnici, il terziario è rappresentato da servizi privati qualificati, come quelli bancari, ma, per quanto attiene alla sfera della ricettività, lamenta l’assenza di strutture per il soggiorno. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, ospita una biblioteca comunale e scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma è carente di strutture sanitarie, a eccezione della farmacia.

Relazioni

Non sono molti i turisti che, attratti dalla gradevolezza della natura circostante e dal patrimonio architettonico locale, visitano il centro storico. Fortemente legata alla cultura popolare marchigiana, la comunità montecerignonese profonde energie e risorse nell’organizzazione dell’antica fiera di Santa Croce, che si tiene nella prima decade di maggio ed esercita un notevole richiamo sui comuni limitrofi. La festa del Patrono San Biagio si celebra il 3 febbraio.

Non sono molti i turisti che, attratti dalla gradevolezza della natura circostante e dal patrimonio architettonico locale, visitano il centro storico. Fortemente legata alla cultura popolare marchigiana, la comunità montecerignonese profonde energie e risorse nell’organizzazione dell’antica fiera di Santa Croce, che si tiene nella prima decade di maggio ed esercita un notevole richiamo sui comuni limitrofi. La festa del Patrono San Biagio si celebra il 3 febbraio.

Località

Ca' Rando, Ca' Vico, Pereto, San Giovanni, Valle di Teva, Valle Magnone

Ca' Rando, Ca' Vico, Pereto, San Giovanni, Valle di Teva, Valle Magnone