Descrizione

Comune collinare di antiche origini, con un'economia basata sulle attività rurali e sul contenuto apporto di quelle industriali. I montecastellesi, il cui indice di vecchiaia si presenta particolarmente elevato, vivono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale, borgo a pianta circolare raccolto su un alto colle, e nelle località di Doglio e Madonna del Piano; il comprensorio comunale, tuttavia, è punteggiato anche di minuscoli aggregati urbani e case sparse, per lo più disposte lungo la maglia poderale e legate all'utilizzo delle risorse agricole dell'agro montecastellese. Quest'ultimo presenta un profilo geometrico dolcemente ondulato: la sua superficie, che s'increspa leggermente a occidente, è priva di asperità e si affaccia sulla valle del fiume Tevere con ordinati filari di viti e olivi, tappeti multicolori di seminativi e ciuffi più radi di essenze mediterranee. Proveniente dalla cima del monte Peglia, il torrente Faena lambisce l'abitato e si confonde con il Tevere. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia una torre con tre torricelle merlate alla guelfa -quella inferiore munita di una porta ogivale in mezzo a due finestrelle tonde-; la costruzione è fondata su una verde campagna. Lo stemma usato dal Comune è quello riprodotto in alto.

Comune collinare di antiche origini, con un'economia basata sulle attività rurali e sul contenuto apporto di quelle industriali. I montecastellesi, il cui indice di vecchiaia si presenta particolarmente elevato, vivono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale, borgo a pianta circolare raccolto su un alto colle, e nelle località di Doglio e Madonna del Piano; il comprensorio comunale, tuttavia, è punteggiato anche di minuscoli aggregati urbani e case sparse, per lo più disposte lungo la maglia poderale e legate all'utilizzo delle risorse agricole dell'agro montecastellese. Quest'ultimo presenta un profilo geometrico dolcemente ondulato: la sua superficie, che s'increspa leggermente a occidente, è priva di asperità e si affaccia sulla valle del fiume Tevere con ordinati filari di viti e olivi, tappeti multicolori di seminativi e ciuffi più radi di essenze mediterranee. Proveniente dalla cima del monte Peglia, il torrente Faena lambisce l'abitato e si confonde con il Tevere. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia una torre con tre torricelle merlate alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=UMB_VDO&parola=GUELFA'>guelfa</a> -quella inferiore munita di una porta ogivale in mezzo a due finestrelle tonde-; la costruzione è fondata su una verde campagna. Lo stemma usato dal Comune è quello riprodotto in alto.

Storia

Sorta su un precedente insediamento etrusco nel periodo di decadenza dell'impero romano, in epoca medievale fu soggetta a Todi e munita di validi sistemi di difesa; in vero non si rassegnò mai a questa soggezione, tentando con ogni mezzo di sottrarsi al predominio tuderte. Ambita da Narni e da Orvieto e devastata più volte nel corso della guerra tra Todi e Perugia, fu infeudata a Catalano degli Atti nel 1392. Passata successivamente ai Malatesta, che tuttavia non riuscirono a contenere le sue istanze di autonomia, fu dal XV secolo stabilmente sotto il controllo della Chiesa. In epoca napoleonica fu messa a capo di una vasta circoscrizione amministrativa e divenne comune dopo la restaurazione pontificia del 1814. Denominata Monte Castello fino al 1863, deve la specificazione all'antroponimo latino VIBIUS, con cui un tempo sisoleva designare il sito dell'attuale abitato. Il centro storico conserva numerose vestigia medievali, costituite da mura, torrioni e resti di abitazioni. Tra i monumenti di epoca successiva spiccano la parrocchiale di stile neoclassico e un palazzo prelatizio del 1586, che poggia su mura più antiche, ma il vero gioiello architettonico del comprensorio montecastellese è rappresentato dal piccolo teatro della Concordia, costruzione lignea del XIX secolo.

Sorta su un precedente insediamento <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=UMB_VDO&parola=ETRUSCO'>etrusco</a> nel periodo di decadenza dell'impero romano, in epoca medievale fu soggetta a Todi e munita di validi sistemi di difesa; in vero non si rassegnò mai a questa soggezione, tentando con ogni mezzo di sottrarsi al predominio tuderte. Ambita da Narni e da Orvieto e devastata più volte nel corso della guerra tra Todi e Perugia, fu infeudata a Catalano degli Atti nel 1392. Passata successivamente ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=UMB_VDO&parola=MALATESTA'>Malatesta</a>, che tuttavia non riuscirono a contenere le sue istanze di autonomia, fu dal XV secolo stabilmente sotto il controllo della Chiesa. In epoca napoleonica fu messa a capo di una vasta circoscrizione amministrativa e divenne comune dopo la restaurazione pontificia del 1814. Denominata Monte Castello fino al 1863, deve la specificazione all'antroponimo latino VIBIUS, con cui un tempo sisoleva designare il sito dell'attuale abitato. Il centro storico conserva numerose vestigia medievali, costituite da mura, torrioni e resti di abitazioni. Tra i monumenti di epoca successiva spiccano la parrocchiale di stile neoclassico e un palazzo prelatizio del 1586, che poggia su mura più antiche, ma il vero gioiello architettonico del comprensorio montecastellese è rappresentato dal piccolo teatro della Concordia, costruzione lignea del XIX secolo.

Economia

Estranea ai ritmi frenetici della vita cittadina ma abbastanza aperta agli stimoli del progresso, ha conservato gelosamente le proprie tradizioni. Le attività agricole e l'allevamento di suini costituiscono ancora una fonte generosa di occupazione e di indotto: la coltivazione di cereali, olive, uva e tabacco, che trova terreno fertile sui dolci rilievi collinari e nel fondovalle, alimenta infatti l'industria di trasformazione agro-alimentare -le altre imprese industriali presenti si limitano a qualche officina metallurgica e opificio delle confezioni e del legno-; il terziario comprende una discreta rete di distribuzione e, fra i servizi, il credito e le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, fa registrare alcune carenze infrastrutturali: dotato delle sole scuole dell'obbligo, difetta di altre strutture culturali, per le quali i giovani sono costretti a rivolgersi ai comuni limitrofi; l'assistenza sanitaria è assicurata unicamente dalla farmacia e da un punto di prelievo.

Estranea ai ritmi frenetici della vita cittadina ma abbastanza aperta agli stimoli del progresso, ha conservato gelosamente le proprie tradizioni. Le attività agricole e l'allevamento di suini costituiscono ancora una fonte generosa di occupazione e di indotto: la coltivazione di cereali, olive, uva e tabacco, che trova terreno fertile sui dolci rilievi collinari e nel fondovalle, alimenta infatti l'industria di trasformazione agro-alimentare -le altre imprese industriali presenti si limitano a qualche officina metallurgica e opificio delle confezioni e del legno-; il terziario comprende una discreta rete di distribuzione e, fra i servizi, il credito e le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, fa registrare alcune carenze infrastrutturali: dotato delle sole scuole dell'obbligo, difetta di altre strutture culturali, per le quali i giovani sono costretti a rivolgersi ai comuni limitrofi; l'assistenza sanitaria è assicurata unicamente dalla farmacia e da un punto di prelievo.

Relazioni

Incorniciata da suggestivi scenari paesaggistici e rinomata per le sorgenti che sgorgano nel suo comprensorio -quella situata in località Madonna del Pianto è bicarbonato-calcica, ferruginosa e magnesiaca, quella della Bencia sulfurea fredda- offre diverse occasioni di svago. Dal 28 giugno al 6 luglio l'abitato si riempie di visitatori per la festa della Madonna delle Carceri, cui seguono altre due sentite ricorrenze religiose, la festa del Santissimo Crocifisso e quella della Madonna dei Portenti; l'estate è scandita inoltre da una serie di manifestazioni teatrali, che si svolgono all'interno del piccolo teatro della Concordia. I Patroni, i Santi Filippo e Giacomo, si festeggiano il 3 di maggio.

Incorniciata da suggestivi scenari paesaggistici e rinomata per le sorgenti che sgorgano nel suo comprensorio -quella situata in località Madonna del Pianto è bicarbonato-calcica, ferruginosa e magnesiaca, quella della Bencia sulfurea fredda- offre diverse occasioni di svago. Dal 28 giugno al 6 luglio l'abitato si riempie di visitatori per la festa della Madonna delle Carceri, cui seguono altre due sentite ricorrenze religiose, la festa del Santissimo Crocifisso e quella della Madonna dei Portenti; l'estate è scandita inoltre da una serie di manifestazioni teatrali, che si svolgono all'interno del piccolo teatro della Concordia. I Patroni, i Santi Filippo e Giacomo, si festeggiano il 3 di maggio.

Località

Doglio, Madonna del Piano, Spineta, Struginati

Doglio, Madonna del Piano, Spineta, Struginati

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Monte Castello di Vibio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.