Descrizione

Comune collinare di antichissima origine, per il quale la produzione di olive e la loro trasformazione costituiscono una basilare fonte di sostentamento. La maggioranza dei montecchiesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente superiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale, raggruppato su uno sperone; la restante parte della comunità risiede nelle località di Melezzole, Pozzo Ciolino e Tenaglie, nonché nei minuscoli nuclei abitativi di Fratta, Le Case, Monastero, Pantanelli, Prato Giardino, San Rocco e Stiacciarelle. Le pendici dei monti Citernella e Croce di Serra, che si elevano rispettivamente a nord e a sud-est dell'abitato, sono ammantate da dense formazioni di leccio, misto alle specie più tipiche della macchia mediterranea (carpino, corbezzolo e, in alcuni casi, pino d'Aleppo); nel fondovalle del fiume Tevere, invece, i campi coltivati, i filari di viti e gli olivi testimoniano il sapiente intervento dell'uomo e la mitezza del clima. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una pianta d'olivo che affonda le radici in una verde campagna; su quest'ultima sono impresse tre stelle d'argento a cinque raggi.

Comune collinare di antichissima origine, per il quale la produzione di olive e la loro trasformazione costituiscono una basilare fonte di sostentamento. La maggioranza dei montecchiesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente superiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale, raggruppato su uno sperone; la restante parte della comunità risiede nelle località di Melezzole, Pozzo Ciolino e Tenaglie, nonché nei minuscoli nuclei abitativi di Fratta, Le Case, Monastero, Pantanelli, Prato Giardino, San Rocco e Stiacciarelle. Le pendici dei monti Citernella e Croce di Serra, che si elevano rispettivamente a nord e a sud-est dell'abitato, sono ammantate da dense formazioni di leccio, misto alle specie più tipiche della macchia mediterranea (carpino, corbezzolo e, in alcuni casi, pino d'Aleppo); nel fondovalle del fiume Tevere, invece, i campi coltivati, i filari di viti e gli olivi testimoniano il sapiente intervento dell'uomo e la mitezza del clima. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una pianta d'olivo che affonda le radici in una verde campagna; su quest'ultima sono impresse tre stelle d'argento a cinque raggi.

Storia

Il popolamento del territorio comunale ha origini molto remote: la necropoli preromana venuta alla luce lungo il fosso di San Lorenzo, utilizzata ininterrottamente dal VII al IV secolo a.C., documenta intensi contatti con l'ambiente e la cultura falisci. Sorto intorno al castello fatto costruire dai Chiaravalle nel 1165, il borgo fu sempre conteso tra Orvieto e Todi: quest'ultima lo conquistò nel 1250, perdendolo nel XIV secolo, quando iniziò il suo declino. Saccheggiato nel 1497 da milizie capeggiate da Matteo Canale, il feudo fu concesso in parte in enfiteusi ad Angelo degli Atti nel 1563 e poi venduto, nel 1607, al fiorentino Bartolomeo Corsini. Ottenuta l'autonomia prima del XIX secolo e perdutala in seguito, il comune è stato fino al 1948 una frazione di Baschi. La sua denominazioneriflette il latino MONTICULUS 'monticello'. Del castello sussistono ancora parte delle mura e una torre a base quadrata, mentre nella chiesa parrocchiale, già esistente nel Quattrocento ma più volte rimaneggiata, si conservano un fonte battesimale del 1843 e pregevoli affreschi nella cappella dedicata alla Madonna dei Prodigi. Nei dintorni dell'abitato si possono ammirare il bel castello di Melezzole e l'elegante palazzo Ancajani, in località Tenaglie.

Il popolamento del territorio comunale ha origini molto remote: la necropoli preromana venuta alla luce lungo il fosso di San Lorenzo, utilizzata ininterrottamente dal VII al IV secolo a.C., documenta intensi contatti con l'ambiente e la cultura falisci. Sorto intorno al castello fatto costruire dai Chiaravalle nel 1165, il borgo fu sempre conteso tra Orvieto e Todi: quest'ultima lo conquistò nel 1250, perdendolo nel XIV secolo, quando iniziò il suo declino. Saccheggiato nel 1497 da milizie capeggiate da Matteo Canale, il feudo fu concesso in parte in enfiteusi ad Angelo degli Atti nel 1563 e poi venduto, nel 1607, al fiorentino Bartolomeo Corsini. Ottenuta l'autonomia prima del XIX secolo e perdutala in seguito, il comune è stato fino al 1948 una frazione di Baschi. La sua denominazioneriflette il latino MONTICULUS 'monticello'. Del castello sussistono ancora parte delle mura e una torre a base quadrata, mentre nella chiesa parrocchiale, già esistente nel Quattrocento ma più volte rimaneggiata, si conservano un fonte battesimale del 1843 e pregevoli affreschi nella cappella dedicata alla Madonna dei Prodigi. Nei dintorni dell'abitato si possono ammirare il bel castello di Melezzole e l'elegante palazzo Ancajani, in località Tenaglie.

Economia

Profondamente legata alla tradizione per motivazioni storiche e ambientali, l'economia montecchiese conserva un'impronta rurale. Le attività agricole, praticate intensivamente e con tecniche e mezzi appropriati, costituiscono una fonte primaria di sussistenza: la coltura dell'olivo, che trova terreno fertile sulle soleggiate colline montecchiesi, alimenta l'industria di trasformazione e il volume delle esportazioni -l'olio locale, particolarmente pregiato, viene commercializzato su vasta scala-. Le altre realtà imprenditoriali presenti, che riguardano i comparti edile, della lavorazione della pietra e delle confezioni, sono per lo più a carattere artigianale, mentre il panorama dei servizi privati contempla anche quelli più qualificati, come il credito e le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, ospita case di riposo e scuole dell'obbligo ma difetta di altre strutture culturali; discreto è il suo apparato ricettivo e valida l'assistenza sanitaria, offerta da un presidio di guardia medica e dalla farmacia.

Profondamente legata alla tradizione per motivazioni storiche e ambientali, l'economia montecchiese conserva un'impronta rurale. Le attività agricole, praticate intensivamente e con tecniche e mezzi appropriati, costituiscono una fonte primaria di sussistenza: la coltura dell'olivo, che trova terreno fertile sulle soleggiate colline montecchiesi, alimenta l'industria di trasformazione e il volume delle esportazioni -l'olio locale, particolarmente pregiato, viene commercializzato su vasta scala-. Le altre realtà imprenditoriali presenti, che riguardano i comparti edile, della lavorazione della pietra e delle confezioni, sono per lo più a carattere artigianale, mentre il panorama dei servizi privati contempla anche quelli più qualificati, come il credito e le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, ospita case di riposo e scuole dell'obbligo ma difetta di altre strutture culturali; discreto è il suo apparato ricettivo e valida l'assistenza sanitaria, offerta da un presidio di guardia medica e dalla farmacia.

Relazioni

La natura incontaminata dei luoghi, il fascino dei castelli e dei borghi medievali che punteggiano l'agro montecchiese, la vicinanza del lago di Corbara e l'insediamento di strutture turistiche con valenza ecologica (sentieri di montagna e aree picnic) ne hanno fatto un'apprezzata meta turistica. Motivi di richiamo sono anche le specialità gastronomiche locali, che è possibile gustare in occasione delle numerose sagre -della pizza (agosto), delle crêpes (13-14 agosto) e della bruschetta (dicembre)-, nonché le manifestazioni folcloristiche e culturali -la premiazione di alberi, poesie, presepi e canti di Natale (dal 6 all'8 gennaio), la rassegna di teatro amatoriale (dal 20 gennaio al 20 febbraio) e l'"Estate montecchiese" (dal 22 al 30 agosto)-. La festa del Patrono San Bernardino si celebra il 20 maggio.

La natura incontaminata dei luoghi, il fascino dei castelli e dei borghi medievali che punteggiano l'agro montecchiese, la vicinanza del lago di Corbara e l'insediamento di strutture turistiche con valenza ecologica (sentieri di montagna e aree picnic) ne hanno fatto un'apprezzata meta turistica. Motivi di richiamo sono anche le specialità gastronomiche locali, che è possibile gustare in occasione delle numerose sagre -della pizza (agosto), delle crêpes (13-14 agosto) e della bruschetta (dicembre)-, nonché le manifestazioni folcloristiche e culturali -la premiazione di alberi, poesie, presepi e canti di Natale (dal 6 all'8 gennaio), la rassegna di teatro amatoriale (dal 20 gennaio al 20 febbraio) e l'"Estate montecchiese" (dal 22 al 30 agosto)-. La festa del Patrono San Bernardino si celebra il 20 maggio.

Località

Bacino del Fiume Tevere, Melezzole, Pantanelli, Pozzo Ciolino, Tenaglie

Bacino del Fiume Tevere, Melezzole, Pantanelli, Pozzo Ciolino, Tenaglie

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montecchio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.