Descrizione

Centro di origine medievale situato su di un colle, prigioniero di un isolamento che gli ha precluso la strada dello sviluppo industriale, relegandolo in una dimensione agricola e artigianale. La comunità dei montaionesi -caratterizzata da uno dei più alti indici di vecchiaia dell'intera provincia di Firenze- è sparpagliata in un buon numero di aggregati urbani: Alberi, Barbialla, Casastrada, Castelfalfi, Iano, Mura, Palagio, S. Vivaldo, Santo Stefano, Sughera, Tano, Torri. La percentuale più elevata di essa vive però nel Capoluogo comunale, la cui immobilità da un punto di vista demografico ha riscontro in un'espansione edilizia contenuta in periferia. Il territorio comunale, dal profilo abbastanza dolce, è solcato dal corso d'acqua del torrente Egola e ricoperto di una fitta vegetazione continentale. Lo stemma comunale, che contiene l'immagine di un cervo rampante, secondo alcuni storici fu ricavato dal coperchio di una piccola cassa ora custodita nel museo comunale; nonostante la sua origine casuale, l'animale ben rappresenta le caratteristiche della zona, circondata da riserve faunistiche.  

Centro di origine medievale situato su di un colle, prigioniero di un isolamento che gli ha precluso la strada dello sviluppo industriale, relegandolo in una dimensione agricola e artigianale. La comunità dei montaionesi -caratterizzata da uno dei più alti indici di vecchiaia dell'intera provincia di Firenze- è sparpagliata in un buon numero di aggregati urbani: Alberi, Barbialla, Casastrada, Castelfalfi, Iano, Mura, Palagio, S. Vivaldo, Santo Stefano, Sughera, Tano, Torri. La percentuale più elevata di essa vive però nel Capoluogo comunale, la cui immobilità da un punto di vista demografico ha riscontro in un'espansione edilizia contenuta in periferia. Il territorio comunale, dal profilo abbastanza dolce, è solcato dal corso d'acqua del torrente Egola e ricoperto di una fitta vegetazione continentale. Lo stemma comunale, che contiene l'immagine di un cervo rampante, secondo alcuni storici fu ricavato dal coperchio di una piccola cassa ora custodita nel museo comunale; nonostante la sua origine casuale, l'animale ben rappresenta le caratteristiche della zona, circondata da riserve faunistiche.  

Storia

Il primo insediamento è probabilmente di epoca tardo-imperiale, come dimostrerebbero i resti archeologici rinvenuti nella zona di Poggio all'Aglione. Nell'Alto Medioevo la località, posta sotto il dominio dei Cadolingi e dei Gherardeschi, conobbe numerose opere di fortificazione. Nel XIII sec. offrirono il loro castello a San Gimignano per affrancarsi dal governo di San Miniato, dalla cui giurisdizione e dal cui distretto dipendevano. La vertenza che ne seguì fu composta da Firenze: il castello tornò quindi sotto il controllo di San Miniato e in questi stesso periodo vi si ritirò a vita solitaria, nella zona di Boscotondo, Vivaldo Stricchi. L'ultima tappa significativa dell'esistenza del comune è la sua acquisizione, nel 1369, da parte di Firenze, che lo legò in questo modo alle sue sorti. Costituita in comunità nel 1774, cambiò più volte il proprio assetto territoriale fino al 1917, quando la sua frazione Gambassi ottenne l'autonomia comunale. L'antico eremo è attualmente la sede di alcune delle più interessanti testimonianze architettoniche: vi sorgono il convento di S. Vivaldo e, nelle immediate vicinanze, tre cappelle con bassorilievi di scuola robbiana, uniche nel loro genere in Toscana. Nell'abitato sorge invece il palazzo Pretorio e la bella chiesa di S. Bartolomeo.  

Il primo insediamento è probabilmente di epoca tardo-imperiale, come dimostrerebbero i resti archeologici rinvenuti nella zona di Poggio all'Aglione. Nell'Alto Medioevo la località, posta sotto il dominio dei Cadolingi e dei Gherardeschi, conobbe numerose opere di fortificazione. Nel XIII sec. offrirono il loro castello a San Gimignano per affrancarsi dal governo di San Miniato, dalla cui giurisdizione e dal cui distretto dipendevano. La vertenza che ne seguì fu composta da Firenze: il castello tornò quindi sotto il controllo di San Miniato e in questi stesso periodo vi si ritirò a vita solitaria, nella zona di Boscotondo, Vivaldo Stricchi. L'ultima tappa significativa dell'esistenza del comune è la sua acquisizione, nel 1369, da parte di Firenze, che lo legò in questo modo alle sue sorti. Costituita in comunità nel 1774, cambiò più volte il proprio assetto territoriale fino al 1917, quando la sua frazione Gambassi ottenne l'autonomia comunale. L'antico eremo è attualmente la sede di alcune delle più interessanti testimonianze architettoniche: vi sorgono il convento di S. Vivaldo e, nelle immediate vicinanze, tre cappelle con bassorilievi di scuola robbiana, uniche nel loro genere in Toscana. Nell'abitato sorge invece il palazzo Pretorio e la bella chiesa di S. Bartolomeo.  

Economia

Complessivamente accettabile la qualità della vita di chi ha scelto di rimanere in questo centro appartato della campagna toscana e di dedicarsi alle attività tradizionali, lontano dalle lusinghe della modernità. Discreti valori di reddito si connettono alle coltivazioni di cereali, ulivi e viti, da cui discende un florido indotto industriale che si somma alle aziende operanti nel settore manifatturiero delle calzature e delle confezioni. La tradizione, tanto saldamente radicata negli animi, brilla in tutti i più disparati aspetti quotidiani dell'esistenza: in quel modo così tipico di servire le castagne bollite, le famose ballotte, oppure nella capacità di impastare il pane dandogli la fragranza e il sapore antico delle cose buone e sane. Di una tradizione così salda non esiste però una coscienza riflessa nella cultura. Del resto anche i servizi scarseggiano: le strutture scolastiche, che annoverano fra l'altro una mensa comunale, consentono esclusivamente la frequenza della scuola dell'obbligo, mentre sono assenti istituti per l'istruzione secondaria di secondo grado; le strutture sanitarie si limitano ad offrire servizi ambulatoriali e di pronto intervento, e, per quanto riguarda quelle sociali, va ricordata l'esistenza di una casa di riposo per anziani. Un campo sportivo e l'Associazione sportiva Montaione costituiscono il complesso delle attrezzature sportive (una squadra locale, il Montaione, milita nei campionati minori).  

Complessivamente accettabile la qualità della vita di chi ha scelto di rimanere in questo centro appartato della campagna toscana e di dedicarsi alle attività tradizionali, lontano dalle lusinghe della modernità. Discreti valori di reddito si connettono alle coltivazioni di cereali, ulivi e viti, da cui discende un florido indotto industriale che si somma alle aziende operanti nel settore manifatturiero delle calzature e delle confezioni. La tradizione, tanto saldamente radicata negli animi, brilla in tutti i più disparati aspetti quotidiani dell'esistenza: in quel modo così tipico di servire le castagne bollite, le famose ballotte, oppure nella capacità di impastare il pane dandogli la fragranza e il sapore antico delle cose buone e sane. Di una tradizione così salda non esiste però una coscienza riflessa nella cultura. Del resto anche i servizi scarseggiano: le strutture scolastiche, che annoverano fra l'altro una mensa comunale, consentono esclusivamente la frequenza della scuola dell'obbligo, mentre sono assenti istituti per l'istruzione secondaria di secondo grado; le strutture sanitarie si limitano ad offrire servizi ambulatoriali e di pronto intervento, e, per quanto riguarda quelle sociali, va ricordata l'esistenza di una casa di riposo per anziani. Un campo sportivo e l'Associazione sportiva Montaione costituiscono il complesso delle attrezzature sportive (una squadra locale, il Montaione, milita nei campionati minori).  

Relazioni

Al di là dei giudizi di merito, non si può trascurare che una massa consistente di turisti non trova nella carenza di strutture un motivo sufficiente per disertare una zona che per altri versi è feconda di attrattive: basta pensare alle riserve faunistiche di Castelfalfi, o agli allevamenti di trote nelle acque del torrente Evola. Le feste del Patrono, il Santissimo Crocifisso, si celebra il 3 maggio; il primo giorno di settembre, invece, si festeggia solennemente S. Regolo. Il paese è gemellato dal 1992 con Hausa (Repubblica Araba Saharawi Democratica).  

Al di là dei giudizi di merito, non si può trascurare che una massa consistente di turisti non trova nella carenza di strutture un motivo sufficiente per disertare una zona che per altri versi è feconda di attrattive: basta pensare alle riserve faunistiche di Castelfalfi, o agli allevamenti di trote nelle acque del torrente Evola. Le feste del Patrono, il Santissimo Crocifisso, si celebra il 3 maggio; il primo giorno di settembre, invece, si festeggia solennemente S. Regolo. Il paese è gemellato dal 1992 con Hausa (Repubblica Araba Saharawi Democratica).  

Località

Alberi, Casastrada, Castelfalfi, Fornaci di Piaggia, Galano, Iano, Marrado, Mura, Palagio, San Vivaldo, Santo Stefano, Sughera, Torri

Alberi, Casastrada, Castelfalfi, Fornaci di Piaggia, Galano, Iano, Marrado, Mura, Palagio, San Vivaldo, Santo Stefano, Sughera, Torri

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montaione rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.