Descrizione

Cittadina collinare di origini molto antiche, dedita con profitto a una grande varietà di attività economiche. La comunità dei mentanesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, si distribuisce nel capoluogo comunale, nelle località di Castel Chiodato, Cerqueto, Santa Lucia e Tor Lupara, nel piccolissimo aggregato urbano di Villa Fiorita e in numerose case sparse. L’abitato è costituito da un nucleo medievale compatto, cinto da mura e posto a strapiombo su un vallone, e da una parte più recente, sviluppatasi lungo un’importante arteria viaria. Una regolare successione di coltivi, frutteti e vigneti, favoriti dalla dolcezza del clima e dalla fertilità dei suoli alluvionali, caratterizza il comprensorio comunale; quest’ultimo racchiude il bosco di Gattaceca, che costituisce uno dei più consistenti resti delle grandi foreste estese anticamente sulla campagna romana. Altra interessante particolarità della zona è la presenza, tra la flora, dello storace comune –il biblico “dolce storax”–, dai cui rami si estrae la gomma utilizzata per produrre l’incenso e i cui semi trovano impiego nella fabbricazione di rosari. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è raffigurato il Monumento Mentanese, posto su una pianura erbosa. Il motto è: DIO PATRIA UMANITÀ.

Cittadina collinare di origini molto antiche, dedita con profitto a una grande varietà di attività economiche. La comunità dei mentanesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, si distribuisce nel capoluogo comunale, nelle località di Castel Chiodato, Cerqueto, Santa Lucia e Tor Lupara, nel piccolissimo aggregato urbano di Villa Fiorita e in numerose case sparse. L’abitato è costituito da un nucleo medievale compatto, cinto da mura e posto a strapiombo su un vallone, e da una parte più recente, sviluppatasi lungo un’importante arteria viaria. Una regolare successione di coltivi, frutteti e vigneti, favoriti dalla dolcezza del clima e dalla fertilità dei suoli alluvionali, caratterizza il comprensorio comunale; quest’ultimo racchiude il bosco di Gattaceca, che costituisce uno dei più consistenti resti delle grandi foreste estese anticamente sulla campagna romana. Altra interessante particolarità della zona è la presenza, tra la flora, dello storace comune –il biblico “dolce storax”–, dai cui rami si estrae la gomma utilizzata per produrre l’incenso e i cui semi trovano impiego nella fabbricazione di rosari. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è raffigurato il Monumento Mentanese, posto su una pianura erbosa. Il motto è: DIO PATRIA UMANITÀ.

Storia

Il primo popolamento della zona risale ad epoca remota, come dimostrano alcuni reperti archeologici risalenti all’eneolitico (1600-1500 a.C.). Conquistata dai romani dopo una strenua resistenza, divenne meta di villeggiatura di famiglie patrizie –col nome di NOMENTUM è citata da Virgilio, Plinio il Vecchio e Ovidio–. Nel X secolo d.C. fu infeudata ai Crescenzi che, avendo preso le parti dell’antipapa Benedetto X, ne causarono nel 1058 la distruzione da parte delle milizie del pontefice Niccolò II. Acquistata in seguito dall’abbazia di San Paolo, passò nel 1407 agli Orsini; fu poi venduta ai Peretti e, nel 1594, ai Borghese. È ricordata soprattutto per la disfatta subita delle truppe garibaldine per opera dell’esercito francese, accorso in difesa di Roma (3 novembre 1867). Il toponimo deriva da quello antico di NOMENTUM. In ricordo della battaglia del 1867 è stato eretto un ossario, dichiarato in seguito monumento nazionale, che conserva i resti di tutti i mentanesi caduti nelle due guerre mondiali. Tra gli edifici più antichi si segnala palazzo Crescenzio mentre spicca per maestosità il cinquecentesco palazzo Borghese; un campanile in puro stile romanico affianca la duecentesca chiesa di San Nicola, oggi sconsacrata, che custodisce la statua del Santo e un affresco cinquecentesco raffigurante San Sebastiano. Rimangono invece solo i resti, nei dintorni dell’abitato, della seicentesca chiesa di Santa Maria in Via, eretta su un tempio paleocristiano e su alcune catacombe.

Il primo popolamento della zona risale ad epoca remota, come dimostrano alcuni reperti archeologici risalenti all’eneolitico (1600-1500 a.C.). Conquistata dai romani dopo una strenua resistenza, divenne meta di villeggiatura di famiglie patrizie –col nome di NOMENTUM è citata da Virgilio, Plinio il Vecchio e Ovidio–. Nel X secolo d.C. fu infeudata ai Crescenzi che, avendo preso le parti dell’antipapa Benedetto X, ne causarono nel 1058 la distruzione da parte delle milizie del pontefice Niccolò II. Acquistata in seguito dall’abbazia di San Paolo, passò nel 1407 agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ORSINI'>Orsini</a>; fu poi venduta ai Peretti e, nel 1594, ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGHESE'>Borghese</a>. È ricordata soprattutto per la disfatta subita delle truppe garibaldine per opera dell’esercito francese, accorso in difesa di Roma (3 novembre 1867). Il toponimo deriva da quello antico di NOMENTUM. In ricordo della battaglia del 1867 è stato eretto un ossario, dichiarato in seguito monumento nazionale, che conserva i resti di tutti i mentanesi caduti nelle due guerre mondiali. Tra gli edifici più antichi si segnala palazzo Crescenzio mentre spicca per maestosità il cinquecentesco palazzo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGHESE'>Borghese</a>; un campanile in puro stile romanico affianca la duecentesca chiesa di San Nicola, oggi sconsacrata, che custodisce la statua del Santo e un affresco cinquecentesco raffigurante San Sebastiano. Rimangono invece solo i resti, nei dintorni dell’abitato, della seicentesca chiesa di Santa Maria in Via, eretta su un tempio paleocristiano e su alcune catacombe.

Economia

Sebbene la vicinanza della capitale favorisca l’apertura al progresso, resta saldo il legame con la tradizione: buona parte della popolazione attiva si dedica infatti alla coltivazione di foraggi e frutta nonché a quella intensiva di uva da tavola e da vino. L’apparato industriale è sempre più competitivo ed eccelle nei comparti della trasformazione dei prodotti agricoli, dell’elettronica e della lavorazione del legno e dei metalli. I maggiori proventi derivano però dal terziario, formato da un’ottima rete di distribuzione e da un elevato numero di servizi privati. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, è dotato di una casa di riposo, di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di un istituto tecnico commerciale, di una biblioteca comunale e del museo-sacrario garibaldino. Vanta un ottimo apparato ricettivo e usufruisce dell’assistenza sanitaria garantita da una casa di cura privata accreditata, da alcuni poliambulatori e da due consultori familiari.

Sebbene la vicinanza della capitale favorisca l’apertura al progresso, resta saldo il legame con la tradizione: buona parte della popolazione attiva si dedica infatti alla coltivazione di foraggi e frutta nonché a quella intensiva di uva da tavola e da vino. L’apparato industriale è sempre più competitivo ed eccelle nei comparti della trasformazione dei prodotti agricoli, dell’elettronica e della lavorazione del legno e dei metalli. I maggiori proventi derivano però dal terziario, formato da un’ottima rete di distribuzione e da un elevato numero di servizi privati. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, è dotato di una casa di riposo, di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di un istituto tecnico commerciale, di una biblioteca comunale e del museo-sacrario garibaldino. Vanta un ottimo apparato ricettivo e usufruisce dell’assistenza sanitaria garantita da una casa di cura privata accreditata, da alcuni poliambulatori e da due consultori familiari.

Relazioni

Si tramandano di generazione in generazione alcune feste fortemente improntate alle antiche tradizioni. Tra le più seguite spiccano le celebrazioni in onore di Sant’Antonio Abate (17 gennaio), la cui effigie viene portata in processione dalla casa che l’ha custodita durante l’anno alla famiglia prescelta per l’anno successivo, e la festa del Venerdì Santo, scandita dal suono delle “raccataule”, strumenti dalle forme più disparate suonati dai giovani mentanesi. Una grande partecipazione popolare caratterizza inoltre la sagra dell’uva, che si tiene all’inizio di ottobre con una spettacolare sfilata di carri allegorici ricolmi dei grappoli migliori. Il 3 novembre viene ricordata la celebre battaglia del 1867, con la partecipazione delle autorità e dei membri dell’Associazione Garibaldi. Il Patrono San Nicola si festeggia il 6 dicembre.

Si tramandano di generazione in generazione alcune feste fortemente improntate alle antiche tradizioni. Tra le più seguite spiccano le celebrazioni in onore di Sant’Antonio Abate (17 gennaio), la cui effigie viene portata in processione dalla casa che l’ha custodita durante l’anno alla famiglia prescelta per l’anno successivo, e la festa del Venerdì Santo, scandita dal suono delle “raccataule”, strumenti dalle forme più disparate suonati dai giovani mentanesi. Una grande partecipazione popolare caratterizza inoltre la sagra dell’uva, che si tiene all’inizio di ottobre con una spettacolare sfilata di carri allegorici ricolmi dei grappoli migliori. Il 3 novembre viene ricordata la celebre battaglia del 1867, con la partecipazione delle autorità e dei membri dell’Associazione Garibaldi. Il Patrono San Nicola si festeggia il 6 dicembre.

Località

Castel Chiodato, Cerqueto

Castel Chiodato, Cerqueto

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Mentana rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.