Descrizione

Centro montano, di origini incerte, la cui economia si basa su attività agricole, industriali e terziarie. I mendicinesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, diverse case sparse e le località Pasquali-Merenzata, Rizzuto, Rosario, San Bartolo, Tivolille, Cappelli, Muoio, Palagani, Pirillo, Ponte Carolei e Terredonniche. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.541 metri di quota. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono raffigurati tre monti verdi, su ciascuno dei quali spicca una torre merlata alla guelfa; il tutto è sormontato da una stella d’argento a sei raggi.

Centro montano, di origini incerte, la cui economia si basa su attività agricole, industriali e terziarie. I mendicinesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, diverse case sparse e le località Pasquali-Merenzata, Rizzuto, Rosario, San Bartolo, Tivolille, Cappelli, Muoio, Palagani, Pirillo, Ponte Carolei e Terredonniche. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.541 metri di quota. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono raffigurati tre monti verdi, su ciascuno dei quali spicca una torre merlata alla guelfa; il tutto è sormontato da una stella d’argento a sei raggi.

Storia

Citata per la prima volta in un documento del XII secolo, secondo alcuni storici potrebbe essere identificata con l’antica Pandosia, capitale dagli enotri. Il toponimo, che nel Trecento è attestato nella forma Monticino, nel XVII secolo è Menticino; non ha un’origine chiara: può essere confrontato con l’omonimo cognome cosentino (dal latino MENDICUS) o con nomi locali del passato, come il bruzzio “Mendilejum” e il macedone “Mende”. Possedimento dell’arcivescovo di Cosenza, appartenne in seguito, quale casale di Rende, alla nobile famiglia degli Adorno, cui subentrarono gli Alarcon Mendoza. Comune del cantone del capoluogo provinciale, ai tempi della Repubblica Partenopea, col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu dapprima elevata a sede di un governo, comprendente diverse università, e poi inclusa nel circondario di Cerisano. Tornata ai Borboni, all’indomani del congresso di Vienna, e annessa al Regno d’Italia, partecipò alle successive vicende nazionali e internazionali seguendo il resto della provincia. Tra le testimonianze storico-architettoniche spiccano: la chiesa parrocchiale, oggetto di più rimaneggiamenti, che presenta caratteri sette-ottocenteschi; la torre dell’orologio, raggiungibile attraverso numerosi gradini scavati nella roccia, e un arco, antica porta di accesso al borgo, nel quartiere Castello; il palazzo del Gaudio, oggi Campagna, costruito con pietre lavorate a mano da scalpellini locali, nel rione Pilacco.

Citata per la prima volta in un documento del XII secolo, secondo alcuni storici potrebbe essere identificata con l’antica Pandosia, capitale dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=ENOTRI'>enotri</a>. Il toponimo, che nel Trecento è attestato nella forma Monticino, nel XVII secolo è Menticino; non ha un’origine chiara: può essere confrontato con l’omonimo cognome cosentino (dal latino MENDICUS) o con nomi locali del passato, come il bruzzio “Mendilejum” e il macedone “Mende”. Possedimento dell’arcivescovo di Cosenza, appartenne in seguito, quale casale di Rende, alla nobile famiglia degli Adorno, cui subentrarono gli Alarcon Mendoza. Comune del cantone del capoluogo provinciale, ai tempi della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=REPUBBLICAPARTENOPEA'>Repubblica Partenopea</a>, col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu dapprima elevata a sede di un governo, comprendente diverse università, e poi inclusa nel circondario di Cerisano. Tornata ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=BORBONI'>Borboni</a>, all’indomani del congresso di Vienna, e annessa al Regno d’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=ITALIA'>Italia</a>, partecipò alle successive vicende nazionali e internazionali seguendo il resto della provincia. Tra le testimonianze storico-architettoniche spiccano: la chiesa parrocchiale, oggetto di più rimaneggiamenti, che presenta caratteri sette-ottocenteschi; la torre dell’orologio, raggiungibile attraverso numerosi gradini scavati nella roccia, e un arco, antica porta di accesso al borgo, nel quartiere Castello; il palazzo del Gaudio, oggi Campagna, costruito con pietre lavorate a mano da scalpellini locali, nel rione Pilacco.

Economia

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede di stazione dei carabinieri e del corpo forestale. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si producono cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olive, uva e altra frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare, edile, elettrico, metallurgico, del vetro e della fabbricazione di mobili e laterizi. Degna di nota è la lavorazione artigianale del legno. Non è presente il servizio bancario; una sufficiente rete commerciale completa il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si segnalano un asilo nido e alcune case di riposo. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; per l’arricchimento culturale si può usufruire del museo dell’associazione per l’archeologia industriale della seta. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione, ma non di soggiorno. A livello sanitario sono assicurati il servizio farmaceutico e le prestazioni fornite dalle cliniche private del posto.

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede di stazione dei carabinieri e del corpo forestale. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si producono cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olive, uva e altra frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare, edile, elettrico, metallurgico, del vetro e della fabbricazione di mobili e laterizi. Degna di nota è la lavorazione artigianale del legno. Non è presente il servizio bancario; una sufficiente rete commerciale completa il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si segnalano un asilo nido e alcune case di riposo. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; per l’arricchimento culturale si può usufruire del museo dell’associazione per l’archeologia industriale della seta. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione, ma non di soggiorno. A livello sanitario sono assicurati il servizio farmaceutico e le prestazioni fornite dalle cliniche private del posto.

Relazioni

Sebbene non registri un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i piatti tipici della cucina locale e godere delle bellezze dell’ambiente naturale, arricchito dalla presenza di estesi boschi di castagni. Abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive, che consentono un buon assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali, comunque, la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Tra gli eventi ricorrenti merita di essere citata la festa della Madonna del Rosario, che ha luogo la prima domenica di ottobre. Il mercato settimanale si svolge il lunedì. La festa del Patrono, San Nicola di Bari, viene celebrata il 6 dicembre.

Sebbene non registri un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i piatti tipici della cucina locale e godere delle bellezze dell’ambiente naturale, arricchito dalla presenza di estesi boschi di castagni. Abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive, che consentono un buon assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali, comunque, la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Tra gli eventi ricorrenti merita di essere citata la festa della Madonna del Rosario, che ha luogo la prima domenica di ottobre. Il mercato settimanale si svolge il lunedì. La festa del Patrono, San Nicola di Bari, viene celebrata il 6 dicembre.

Località

Cappelli, Melaugello, Merenzata, Muoio, Ortale, Palagani, Pasquali, Pirillo, Ponte Carolei, Rizzuto, Rizzuto Inferiore, Rizzuto Superiore, Rosario, San Bartolo, San Paolo, Schiavello, Terredonniche, Tivolilla

Cappelli, Melaugello, Merenzata, Muoio, Ortale, Palagani, Pasquali, Pirillo, Ponte Carolei, Rizzuto, Rizzuto Inferiore, Rizzuto Superiore, Rosario, San Bartolo, San Paolo, Schiavello, Terredonniche, Tivolilla

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Mendicino rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.