Descrizione

Comune collinare, di origine antica, probabilmente romana, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e il turismo. I maranesi, con un indice di vecchiaia nella media, vivono quasi tutti nel capoluogo comunale; solo pochi si distribuiscono in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con differenze di altitudine non molto accentuate. L’abitato si estende presso il ciglio che delimita da ovest l’ampia valle del fiume. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca un leone d’argento, raffigurato nell’atto di sostenere, con una zampa anteriore, un castello turrito, anch’esso argenteo, merlato alla ghibellina.

Comune collinare, di origine antica, probabilmente romana, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e il turismo. I maranesi, con un indice di vecchiaia nella media, vivono quasi tutti nel capoluogo comunale; solo pochi si distribuiscono in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con differenze di altitudine non molto accentuate. L’abitato si estende presso il ciglio che delimita da ovest l’ampia valle del fiume. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca un leone d’argento, raffigurato nell’atto di sostenere, con una zampa anteriore, un castello turrito, anch’esso argenteo, merlato alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a>.

Storia

Il toponimo compare nei documenti medievali con “Maranus” che qualche studioso considera un prediale in -ANUS proveniente dal nome personale romano Marius, frequentemente attestato nell’area piemontese. Il determinante, che ha origine prelatina, allude al secondo fiume d’Italia per portata media. In epoca medievale appartenne al comitato di Pombia. Successivamente fu sotto la giurisdizione dei Da Castello, un’importante famiglia di vassalli regi, che entrò in conflitto con Novara, intenta ad espandersi sui suoi territori. La pace di Buccione, stipulata nel 1200 tra i consoli e la famiglia comitale, salvaguardò i possessi immobiliari, ma divise il territorio in due zone: il borgo e il castello furono posti sotto il controllo del comune di Novara. Nel 1301 venne occupata dai Visconti i quali riorganizzarono il territorio e fecero sì che entrasse a far parte della squadra del Ticino, passando ai Barbavara. Nel 1436 Filippo Maria Visconti la affidò a Giovanni Battista Castiglioni –anche se il castello era ancora nelle mani dei Barbavara– che ottenne il titolo di signore del villaggio. Interessanti sotto il profilo storico-architettonico sono: la chiesa di Santa Maria della Concezione, fondata da Leonardo Barbavara, che conserva una pregevole icona in cotto sulla facciata, e la cosiddetta “villa”, risalente al Settecento, costruita dai Castiglioni, che reca alla sommità del tetto una piccola torre merlata realizzata tra Ottocento e Novecento. Degna di nota è anche la chiesa di San Pietro, l’antica parrocchiale, in origine una piccola cappella a navata unica di cui restano pochi elementi romanici quali gli archetti pensili e la muratura mista di mattoni e ciottoli di fiume esposti a spina di pesce. Da menzionare, infine, sono anche la parrocchiale di San Giovanni Battista, del XVII secolo, e il campanile, realizzato nel 1876.

Il toponimo compare nei documenti medievali con “Maranus” che qualche studioso considera un prediale in -ANUS proveniente dal nome personale romano Marius, frequentemente attestato nell’area piemontese. Il determinante, che ha origine prelatina, allude al secondo fiume d’Italia per portata media. In epoca medievale appartenne al comitato di Pombia. Successivamente fu sotto la giurisdizione dei Da Castello, un’importante famiglia di vassalli regi, che entrò in conflitto con Novara, intenta ad espandersi sui suoi territori. La pace di Buccione, stipulata nel 1200 tra i consoli e la famiglia comitale, salvaguardò i possessi immobiliari, ma divise il territorio in due zone: il borgo e il castello furono posti sotto il controllo del comune di Novara. Nel 1301 venne occupata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a> i quali riorganizzarono il territorio e fecero sì che entrasse a far parte della squadra del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TICINO'>Ticino</a>, passando ai Barbavara. Nel 1436 Filippo Maria <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a> la affidò a Giovanni Battista Castiglioni –anche se il castello era ancora nelle mani dei Barbavara– che ottenne il titolo di signore del villaggio. Interessanti sotto il profilo storico-architettonico sono: la chiesa di Santa Maria della Concezione, fondata da Leonardo Barbavara, che conserva una pregevole icona in cotto sulla facciata, e la cosiddetta “villa”, risalente al Settecento, costruita dai Castiglioni, che reca alla sommità del tetto una piccola torre merlata realizzata tra Ottocento e Novecento. Degna di nota è anche la chiesa di San Pietro, l’antica parrocchiale, in origine una piccola cappella a navata unica di cui restano pochi elementi romanici quali gli archetti pensili e la muratura mista di mattoni e ciottoli di fiume esposti a spina di pesce. Da menzionare, infine, sono anche la parrocchiale di San Giovanni Battista, del XVII secolo, e il campanile, realizzato nel 1876.

Economia

È sede di Pro Loco. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si producono soprattutto uva, mais, frumento e foraggi; si pratica anche la pesca e l’allevamento di bovini, suini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti lattiero-caseario, tessile, delle confezioni, chimico, della lavorazione di articoli in gomma e in plastica, metallurgico, meccanico, della fabbricazione di strumenti di precisione ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Le scuole presenti assicurano la frequenza delle sole classi materne ed elementari. Non dispone di strutture sociali, sportive e per il tempo libero di una certa rilevanza; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si producono soprattutto uva, mais, frumento e foraggi; si pratica anche la pesca e l’allevamento di bovini, suini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti lattiero-caseario, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, delle confezioni, chimico, della lavorazione di articoli in gomma e in plastica, metallurgico, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>, della fabbricazione di strumenti di precisione ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Le scuole presenti assicurano la frequenza delle sole classi materne ed elementari. Non dispone di strutture sociali, sportive e per il tempo libero di una certa rilevanza; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Meta di significativo richiamo turistico, grazie alla presenza del Parco naturale della Valle del Ticino che consente, a quanti vi si rechino, di immergersi in un ambiente naturale di suggestiva bellezza, attira visitatori anche per le numerose manifestazioni che vi si svolgono nel corso dell’anno: il Carnevale, le due maschere tipiche sono il “Cecu” e la “Rusin” che rappresentano due personaggi storici del Seicento (in questa occasione viene distribuito un piatto tradizionale: “pota e lach”, cioè polenta con farina bianca e latte); la sagra dei motti (una festa propiziatoria tra i vigneti), a settembre. Il mercato settimanale si tiene il venerdì. La Patrona, Madonna del Carmine, si festeggia il 16 luglio con il palio degli asini, una gara che risale al 1573. Prima della gara, i maranesi sfilano per le vie del borgo con i costumi, in rappresentanza dei vari rioni, e ogni rione con il proprio asino.

Meta di significativo richiamo turistico, grazie alla presenza del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PARCONATURALEDELLAVALLEDELTICINO'>Parco naturale della Valle del Ticino</a> che consente, a quanti vi si rechino, di immergersi in un ambiente naturale di suggestiva bellezza, attira visitatori anche per le numerose manifestazioni che vi si svolgono nel corso dell’anno: il Carnevale, le due maschere tipiche sono il “Cecu” e la “Rusin” che rappresentano due personaggi storici del Seicento (in questa occasione viene distribuito un piatto tradizionale: “pota e lach”, cioè polenta con farina bianca e latte); la sagra dei motti (una festa propiziatoria tra i vigneti), a settembre. Il mercato settimanale si tiene il venerdì. La Patrona, Madonna del Carmine, si festeggia il 16 luglio con il palio degli asini, una gara che risale al 1573. Prima della gara, i maranesi sfilano per le vie del borgo con i costumi, in rappresentanza dei vari rioni, e ogni rione con il proprio asino.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Marano Ticino rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.