Descrizione

Comune montano, di origini medievali, la cui economia si basa su attività agricole, industriali e terziarie. I mangonesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerosissime case sparse e le località Pian del Lago e Via Provinciale. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.349 metri di quota; l’area Pagliarone è in contestazione con Cellara. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, rappresenta, su sfondo rosso, un monte verde a tre cime accompagnato, in capo, da tre stelle d’oro a otto raggi.

Comune montano, di origini medievali, la cui economia si basa su attività agricole, industriali e terziarie. I mangonesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerosissime case sparse e le località Pian del Lago e Via Provinciale. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.349 metri di quota; l’area Pagliarone è in contestazione con Cellara. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, rappresenta, su sfondo rosso, un monte verde a tre cime accompagnato, in capo, da tre stelle d’oro a otto raggi.

Storia

Fu fondata, verso la fine del IX secolo, da gruppi di cosentini, che avevano abbandonato la loro città, per sfuggire alle incursioni saracene. Il toponimo, attestato nella forma attuale già in documenti medievali, potrebbe derivare dal termine calabrese “mangune”, avente il significato di ‘pezzo di legno biforcuto’, dal latino MANGO, -ONIS, ‘mercante di schiavi’, o da un nome di persona. Insofferente alla dominazione spagnola, alla quale si ribellò, nel corso del Cinquecento, guidata dal suo cittadino Marco Berardi, verso la metà del XVII secolo venne infeudata al granduca di Toscana, cui fu sottratta poco dopo, a seguito della vittoriosa rivolta di Celico. Con le riforme amministrative attuate dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu inserita dapprima, quale università, nel cosiddetto governo di Pietrafitta e poi tra i comuni del circondario di Rogliano, assorbendo Santo Stefano di Rogliano, perso durante il restaurato dominio borbonico. Danneggiata dal terremoto del principio del XX secolo, sul finire degli anni Venti del Novecento fu annessa al territorio roglianese, recuperando l’autonomia nel 1934. Il patrimonio storico-architettonico annovera alcuni edifici di culto, tra cui spiccano: la seicentesca parrocchiale di San Giovanni Battista, con pregevoli decorazioni e l’altare maggiore, del Settecento, e la chiesa della Madonna dell’Arco, del XVIII secolo, contenente interessanti opere dello stesso periodo.

Fu fondata, verso la fine del IX secolo, da gruppi di cosentini, che avevano abbandonato la loro città, per sfuggire alle incursioni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=SARACENE'>saracene</a>. Il toponimo, attestato nella forma attuale già in documenti medievali, potrebbe derivare dal termine calabrese “mangune”, avente il significato di ‘pezzo di legno biforcuto’, dal latino MANGO, -ONIS, ‘mercante di schiavi’, o da un nome di persona. Insofferente alla dominazione spagnola, alla quale si ribellò, nel corso del Cinquecento, guidata dal suo cittadino Marco Berardi, verso la metà del XVII secolo venne infeudata al granduca di Toscana, cui fu sottratta poco dopo, a seguito della vittoriosa rivolta di Celico. Con le riforme amministrative attuate dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu inserita dapprima, quale università, nel cosiddetto governo di Pietrafitta e poi tra i comuni del circondario di Rogliano, assorbendo Santo Stefano di Rogliano, perso durante il restaurato dominio borbonico. Danneggiata dal <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=TERREMOTO'>terremoto</a> del principio del XX secolo, sul finire degli anni Venti del Novecento fu annessa al territorio roglianese, recuperando l’autonomia nel 1934. Il patrimonio storico-architettonico annovera alcuni edifici di culto, tra cui spiccano: la seicentesca parrocchiale di San Giovanni Battista, con pregevoli decorazioni e l’altare maggiore, del Settecento, e la chiesa della Madonna dell’Arco, del XVIII secolo, contenente interessanti opere dello stesso periodo.

Economia

Oltre che degli uffici deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali, è sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Si producono cereali, frumento, foraggi, ortaggi e uva; si allevano bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui quello della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi), edile, elettrico, metalmeccanico, dell’abbigliamento e della lavorazione del legno; a queste si affiancano fabbriche della plastica, di mobili e macchine per ufficio. Non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; la rete distributiva, basata sul commercio al dettaglio, soddisfa le esigenze primarie della comunità. Non si registra la presenza di particolari strutture sociali, sportive e per il tempo libero. Nelle scuole locali si impartisce l’istruzione obbligatoria; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvedono anche il periodico “Nuova comunità” e l’emittente radiotelevisiva del posto. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. Il servizio sanitario è rappresentato dalla farmacia.

Oltre che degli uffici deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali, è sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Si producono cereali, frumento, foraggi, ortaggi e uva; si allevano bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui quello della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi), edile, elettrico, metalmeccanico, dell’abbigliamento e della lavorazione del legno; a queste si affiancano fabbriche della plastica, di mobili e macchine per ufficio. Non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; la rete distributiva, basata sul commercio al dettaglio, soddisfa le esigenze primarie della comunità. Non si registra la presenza di particolari strutture sociali, sportive e per il tempo libero. Nelle scuole locali si impartisce l’istruzione obbligatoria; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvedono anche il periodico “Nuova comunità” e l’emittente radiotelevisiva del posto. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. Il servizio sanitario è rappresentato dalla farmacia.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità gustare i semplici ma genuini prodotti del luogo e godere delle bellezze dell’ambiente naturale. Abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive, che consentono un buon assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non disponibili sul posto. Non si segnalano manifestazioni folcloristiche di rilievo, che potrebbero richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, dedicata alla Madonna dell’Arco, viene celebrata il 12 settembre.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità gustare i semplici ma genuini prodotti del luogo e godere delle bellezze dell’ambiente naturale. Abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive, che consentono un buon assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non disponibili sul posto. Non si segnalano manifestazioni folcloristiche di rilievo, che potrebbero richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, dedicata alla Madonna dell’Arco, viene celebrata il 12 settembre.

Località

Pagliarone, Pian del Lago

Pagliarone, Pian del Lago

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Mangone rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.