
Descrizione
Piccola comunità di pianura, di epoca medievale, che fonda la propria economia esclusivamente sull'attività agricola. I maccastornesi, che presentano un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, sono distribuiti, oltre che nel capoluogo del comune, nella località Cavo ed in agglomerati urbani elementari. Il territorio comunale, che non presenta tendenza all'espansione edilizia, è lambito dal corso del fiume Adda e connotato da un profilo geometrico regolare, sostanzialmente senza variazioni altimetriche. L'abitato ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è uno scudo "inquartato" in cui si raffigura, nella prima e quarta sezione rispettivamente, un pavone in campo d'oro e un castello rosso diroccato su sfondo azzurro. La seconda sezione è rossa, la terza è verde.
Storia
Nata intorno a una fortezza preposta al controllo dei traffici sull'Adda, ha durante il Medioevo il suo momento di espansione. Il suo nome in principio sarebbe stato Belpavone o Malgrato e sarebbe divenuto quello attuale alla fine del XIII secolo; all'origine dell'odierna denominazione si può supporre una formazione del tipo "maccastormo", con significato di 'abbatti assalto', inizialmente riferita ad una rocca. La sua storia prende le mosse nel XIII secolo, allorché vi si rifugiano i ghibellini cremonesi sconfitti dai guelfi; questi ultimi, guidati dal podestà di Cremona, conseguentemente la cingono d'assedio per circa un anno, trascorso il quale, al comando di un nuovo podestà, riescono ad occuparla e distruggerla. Dopo poco la fortezza viene riedificata. Vi si alternano nobili milanesi a partire dal XIV secolo; passa quindi dai Vincemala ai Visconti, che la danno in feudo ai Bevilacqua. Venuto a mancare Gian Galeazzo Visconti, dal quale si sentivano tutelati, i Bevilacqua la abbandonano, lasciando campo libero ai Cavalcabò, signori di Cremona, che se ne impossessano, per passarla successivamente a Cabrino Fondulo, che la migliorerà fortificandola. Nel XV secolo viene restituita dai Visconti ai Bevilacqua, che la terranno fino al XIX secolo, quando passerà alla famiglia che ne è ancora proprietaria. Il territorio, spesso soggetto alle inondazioni dei fiumi Adda e Po, agli inizi del XX secolo subisce un'operazione di bonifica che ne migliora la produttività. Degna di nota, non solo dal punto di vista urbanistico quanto piuttosto per l'impulso che ha impresso all'economia, risulta la costruzione, di fine XX secolo, del ponte di raccordo fra l'abitato e la riva cremonese del fiume Adda. Oltre al castello, che nei secoli ha subito numerosi cambiamenti, si può ancora ammirare la chiesa parrocchiale, databile al XV secolo, completamente modificata nel suo aspetto originario agli inizi del XX secolo.
Economia
Unica fonte di reddito è l'agricoltura, specializzata nella produzione di cereali, ortaggi e foraggi e migliorata grazie alle opere di bonifica, che hanno sottratto il territorio alle piene dei fiumi e ne hanno accresciuto la fertilità. Il settore primario è rappresentato anche dall'allevamento di bovini, mentre totalmente assente risulta l'industria. Il commercio si fonda esclusivamente su una piccola rete distributiva, che riesce a soddisfare le esigenze primarie della popolazione, e le attività di servizio sono affidate esclusivamente alla pubblica amministrazione. La diffusione della cultura e dell'informazione non trova sostegno nella presenza di testate giornalistiche e di emittenti radio-televisive. Le dimensioni della piccola comunità non giustificano neppure la presenza di strutture sociali. Se mancano anche le strutture sanitarie essenziali, come la farmacia, è garantita, tuttavia la possibilità di ristorazione.
Relazioni
Eliminando il caratteristico traghetto che collegava le due rive dell'Adda (sostituito da un ponte), se da un lato si è data una maggiore possibilità di sviluppo alla comunità, dall'altro è stata tolta senz'altro un'attrattiva dal punto di vista turistico. L'appartenenza al Parco dell'Adda sud non è sufficiente a garantire cospicui flussi turistici: la piccola comunità è, inoltre, ancora meno frequentata per lavoro; essa, anzi, è completamente dipendente dai comuni del circondario, verso i quali si svolge un pendolarismo pressoché quotidiano. Ad agevolarlo, interviene una rete di collegamenti valida e soddisfacente anche per le caratteristiche orografiche di questa parte della regione. Unica festa è quella in onore del Patrono, S. Giorgio, che si festeggia la domenica successiva al 23 aprile (ai fini civili, il lunedì successivo).
Località
Il Cavo
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Maccastorna rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 69
- Lat 45° 8' 47,89'' 45.14663611
- Long 9° 51' 13,0'' 9.85361111
- CAP 20070
- Prefisso 0377
- Codice ISTAT 098033
- Codice Catasto E777
- Altitudine slm 45 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2545 - Superficie 5.7 Km2
- Densità 12,11 ab/Km2
- Sismicità Zona 3
- Alba 07:00
- Tramonto 17:08
- Fabrizio Santantonio
- Via Roma, 15
- 26843 (LO) Lombardia
- comune.maccastorna@pec.regione.lombardia.it
- info@comune.maccastorna.lo.it
- www.comune.maccastorna.lo.it
- 82500110158
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