Descrizione

Piccola comunità collinare, di origini medievali, con un’economia di tipo essenzialmente agricolo. I lucinaschesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, sono quasi tutti distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e la località Borgoratto. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche che raggiungono i 784 metri di quota. L’abitato, situato in posizione dominante, su uno sperone boscoso, conserva tracce di un castello medievale, che ricordano la funzione difensiva dell’insediamento; interessato da espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Lo stemma comunale, semipartito troncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. La prima sezione, a sfondo rosso, è abbassata da un capo dorato; nella seconda, argentata, campeggia un ulivo accompagnato, in un cantone del capo, da una corona azzurra; la terza, a sfondo azzurro, rappresenta la chiesa di Santa Maria Maddalena.

Piccola comunità collinare, di origini medievali, con un’economia di tipo essenzialmente agricolo. I lucinaschesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, sono quasi tutti distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e la località Borgoratto. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche che raggiungono i 784 metri di quota. L’abitato, situato in posizione dominante, su uno sperone boscoso, conserva tracce di un castello medievale, che ricordano la funzione difensiva dell’insediamento; interessato da espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Lo stemma comunale, semipartito troncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. La prima sezione, a sfondo rosso, è abbassata da un capo dorato; nella seconda, argentata, campeggia un ulivo accompagnato, in un cantone del capo, da una corona azzurra; la terza, a sfondo azzurro, rappresenta la chiesa di Santa Maria Maddalena.

Storia

Citata come Lusignasco, Vexinasco, Lexenasco e Lesinasco in documenti medievali, potrebbe derivare il toponimo dall’aggettivo latino VICINUS, ‘vicino’, con l’aggiunta del suffisso -asco, di origine ligure, oppure dai personali ugualmente latini LUCINUS o LICINIUS. Trasformata fin dal XII secolo in un luogo fortificato, con la costruzione del castello, fece parte della signoria del Maro che, sul finire del Cinquecento, fu elevata a marchesato dai Savoia. Seguendo le sorti dei territori circostanti, a lungo travagliati dalle lotte tra le fazioni facenti capo alle più potenti famiglie della zona, verso la fine del XVIII secolo si aprì all’occupazione napoleonica, durante la quale fu aggregata all’impero francese, insieme al resto della Repubblica ligure. La storia successiva all’annessione al regno di Sardegna, disposta dal congresso di Vienna, non fa registrare avvenimenti di rilievo. Il patrimonio storico-architettonico annovera alcuni edifici di culto, tra cui spiccano: la parrocchiale dei Santi Stefano e Antonino, riedificata, in stile barocco, nel Settecento; la chiesa di Santo Stefano, la cui struttura originaria risale al Medioevo ma in parte ricostruita, nel XVIII secolo; la quattrocentesca chiesa della Maddalena, nella quale si possono ammirare, tra l’altro, pregevoli statue lignee e un bassorilievo in ardesia, del Cinquecento.

Citata come Lusignasco, Vexinasco, Lexenasco e Lesinasco in documenti medievali, potrebbe derivare il toponimo dall’aggettivo latino VICINUS, ‘vicino’, con l’aggiunta del suffisso -asco, di origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LIG&parola=LIGURE'>ligure</a>, oppure dai personali ugualmente latini LUCINUS o LICINIUS. Trasformata fin dal XII secolo in un luogo fortificato, con la costruzione del castello, fece parte della signoria del Maro che, sul finire del Cinquecento, fu elevata a marchesato dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LIG&parola=SAVOIA'>Savoia</a>. Seguendo le sorti dei territori circostanti, a lungo travagliati dalle lotte tra le fazioni facenti capo alle più potenti famiglie della zona, verso la fine del XVIII secolo si aprì all’occupazione napoleonica, durante la quale fu aggregata all’impero francese, insieme al resto della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LIG&parola=REPUBBLICALIGURE'>Repubblica ligure</a>. La storia successiva all’annessione al regno di Sardegna, disposta dal <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LIG&parola=CONGRESSODIVIENNA'>congresso di Vienna</a>, non fa registrare avvenimenti di rilievo. Il patrimonio storico-architettonico annovera alcuni edifici di culto, tra cui spiccano: la parrocchiale dei Santi Stefano e Antonino, riedificata, in stile barocco, nel Settecento; la chiesa di Santo Stefano, la cui struttura originaria risale al Medioevo ma in parte ricostruita, nel XVIII secolo; la quattrocentesca chiesa della Maddalena, nella quale si possono ammirare, tra l’altro, pregevoli statue lignee e un bassorilievo in ardesia, del Cinquecento.

Economia

Il quadro economico risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata sulla produzione di ortaggi, uve e olive; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di ovini e avicoli. L’industria è pressoché assente. Non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; una rete distributiva, di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità, completa il panorama del terziario. Non si segnalano strutture sociali, sportive e per il tempo libero degne di nota. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; per l’arricchimento culturale si può usufruire di un museo. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L’assenza di una farmacia rende necessario recarsi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Il quadro economico risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata sulla produzione di ortaggi, uve e olive; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di ovini e avicoli. L’industria è pressoché assente. Non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; una rete distributiva, di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità, completa il panorama del terziario. Non si segnalano strutture sociali, sportive e per il tempo libero degne di nota. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; per l’arricchimento culturale si può usufruire di un museo. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L’assenza di una farmacia rende necessario recarsi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

La tranquillità del luogo, l’aria salubre e la suggestiva cornice paesaggistica costituiscono valide risorse, il cui sfruttamento potrebbe incrementare la presenza turistica nella zona. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso il capoluogo provinciale e le altre aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi; a essi gli abitanti si rivolgono anche per usufruire dei servizi non forniti localmente, oltre che per motivi di studio. Tra gli appuntamenti tradizionali, che allietano il borgo, richiamando visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: la mostra mercato di prodotti agricoli, a giugno; le giornate olivicole e la festa che si svolge alla cappelletta del monte Acquarone, la domenica successiva all’8 settembre. La festa del Patrono, Sant’Antonino, viene celebrata il 2 settembre.

La tranquillità del luogo, l’aria salubre e la suggestiva cornice paesaggistica costituiscono valide risorse, il cui sfruttamento potrebbe incrementare la presenza turistica nella zona. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso il capoluogo provinciale e le altre aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi; a essi gli abitanti si rivolgono anche per usufruire dei servizi non forniti localmente, oltre che per motivi di studio. Tra gli appuntamenti tradizionali, che allietano il borgo, richiamando visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: la mostra mercato di prodotti agricoli, a giugno; le giornate olivicole e la festa che si svolge alla cappelletta del monte Acquarone, la domenica successiva all’8 settembre. La festa del Patrono, Sant’Antonino, viene celebrata il 2 settembre.

Località

Borgoratto, Case Moline

Borgoratto, Case Moline

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lucinasco rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.